OK, le Olimpiadi di Rio sono finalmente finite. Come molto probabilmente ho già scritto, il 99,99999% dello sport non mi interessa affatto, dunque non ho visto nemmeno un secondo delle ultime Olimpiadi (lo stesso vale per tante altre che si sono svolte nel periodo della mia vita non particolarmente lunga). L’unico sport che seguo e pratico con una relativa costanza, diventerà olimpico nel 2020: in occasione dei giochi di Tokyo.
Quindi per mi accontento dello studio delle quantità e qualità delle medaglie che hanno preso le squadre dei vari Stati. Vediamo, per esempio, la Russia (siete sorpresi per la mia scelta, vero?). A Rio de Janeiro la Russia ha preso 56 medaglie, delle quali 19 d’oro, 18 d’argento e 19 di bronzo. Per quanto riguarda gli sport nei quali è stata raggiunta la maggiore quantità dei risultati, i russi si sono particolarmente distinti in ginnastica ritmica, scherma, judo e altri tipi di lotta.
In sostanza, la Russia è messa bene proprio con quegli sport, che non sono assolutamente stati coinvolti nel scandalo sul doping di Stato. Il fatto appare strano solo a prima vista. Infatti, tutti gli sport «fortunati» hanno in Russia dei propri «responsabili» di peso.
Judo è lo sport preferito di Vladimir Putin, quindi la scarsa preparazione della relativa squadra è una offesa imperdonabile al presidente (lo stesso valeva, per esempio, per il tennis ai tempi di Eltsyn o per il hockey ai tempi di Breznev).
Taekwondo e lotta greco-romana piacciono tanto a Ramzan Kadyrov, quindi vale l’osservazione già fatta per il judo.
La scherma è curata dal miliardario Alisher Usmanov: il signore in questione, essendo una creatura degli anni ’90 e non di Putin, ha una forte motivazione a contribuire al prestigio dello Stato (non è un sinonimo del benessere dello Stato).
La ginnastica ritmica è curata dalla moglie di Alisher Usmanov, quindi vale l’osservazione fatta per la scherma.
Di conseguenza, possiamo concludere che in Russia gli sport si dividono in quelli amministrati (di successo) e quelli sfigati (quindi affidati al doping).
Si potrebbe, logicamente, proporre di affidare i vari sport «sfigati» ai vari ricchi dipendenti del Cremlino. Per ora, però, mi viene in mente solo l’affidamento del basket a Mikhail Prokhorov (il quale è un grande esperto in materia).