All’inizio del mese di maggio vi avevo consigliato di essere più determinati nel perseguire i propri obiettivi. La vita reale, però, è complessa: non è sempre razionale e lineare nel suo sviluppo. Quindi oggi vi racconto di un altro principio da seguire: sperare sempre affidandosi al destino.
No, non voglio convincervi a essere passivi e inadatti a una vita da adulti. Vi invito solamente a non sprecare le forze fisiche e/o morali per delle azioni non urgenti o addirittura non necessarie.
Anche questa volta faccio un esempio pratico. A meta aprile un figlio illegittimo di non so chi (probabilmente di una signora generosa) mi aveva rubato il portafogli contenete alcuni documenti e contanti (questi ultimi, per fortuna, erano pochi). Le mie azioni in conseguenza a questo fatto possono essere visti in due modi. Cominciamo con il primo, quello che illustra quel principio vitale di cui sopra.
In sostanza, in seguito al furto avevo rifatto la carta di identità e la carta della banca, rinviando la questione della patente di guida a un indefinito momento migliore (cioè a quando avrei avuto più tempo e soldi per rifarla). Dopo un mese esatto avevo ricevuto una lettera cartacea, tramite la quale il Comune mi avvisava del ritrovamento del mio portafogli con tutti i documenti (ma, naturalmente, senza i contanti). Di conseguenza, ho dovuto pagare appena 5 euri per la custodia degli oggetti. Limitandomi ad aspettare ho risolto il problema.
Se vi interessa pure l’aspetto sociologico della vicenda, leggete pure la continuazione.
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