L’archivio del giugno 2016

Brexit accademico

Era troppo prevedibile: gli studenti universitari hanno già iniziato a chiedere di poter scrivere la tesi di laurea sugli effetti del Brexit. Non ridevo tanto dalla primavera del 2006, quando un mio conoscente (ora assessore milanese di fatto al secondo mandato) scrisse la tesi sulla «rivoluzione arancione» ucraina basandosi su una buona quantità di libri belli voluminosi.

Ma che cazzo di tesi volete fare se non si sa ancora se, quando, come e per quanto tempo avverrà il vero Brexit? E, soprattutto, quali effetti volete analizzare se:

a) alla vera uscita della Gran Bretagna dall’UE mancano minimo due anni;

b) la Gran Bretagna è stata un membro dell’UE a regime molto ridotto; e

c) dato che dovrà necessariamente trattarsi delle vostre fantasie, perché avete aspettato proprio questo momento storico per scegliere un argomento del genere?

Ricordatevi che la maggior parte degli effetti a cui assistiamo in questi giorni sono più di carattere politico ed economico. Consiglierei di aspettare la riscrittura dei 177 accordi commerciali tra la Gran Bretagna e l’UE: il vero show giuridico e diplomatico sarà proprio lì. Sarà, secondo le mie previsioni, una delle migliori illustrazioni della frase più citata de «Il Gattopardo».

P.S.: a settembre spero di sapere la quantità precisa dei progetti di ricerca in materia del brexit presentati per le scuole di dottorato.


Aspettando si impara

All’inizio del mese di maggio vi avevo consigliato di essere più determinati nel perseguire i propri obiettivi. La vita reale, però, è complessa: non è sempre razionale e lineare nel suo sviluppo. Quindi oggi vi racconto di un altro principio da seguire: sperare sempre affidandosi al destino.

No, non voglio convincervi a essere passivi e inadatti a una vita da adulti. Vi invito solamente a non sprecare le forze fisiche e/o morali per delle azioni non urgenti o addirittura non necessarie.

Anche questa volta faccio un esempio pratico. A meta aprile un figlio illegittimo di non so chi (probabilmente di una signora generosa) mi aveva rubato il portafogli contenete alcuni documenti e contanti (questi ultimi, per fortuna, erano pochi). Le mie azioni in conseguenza a questo fatto possono essere visti in due modi. Cominciamo con il primo, quello che illustra quel principio vitale di cui sopra.

In sostanza, in seguito al furto avevo rifatto la carta di identità e la carta della banca, rinviando la questione della patente di guida a un indefinito momento migliore (cioè a quando avrei avuto più tempo e soldi per rifarla). Dopo un mese esatto avevo ricevuto una lettera cartacea, tramite la quale il Comune mi avvisava del ritrovamento del mio portafogli con tutti i documenti (ma, naturalmente, senza i contanti). Di conseguenza, ho dovuto pagare appena 5 euri per la custodia degli oggetti. Limitandomi ad aspettare ho risolto il problema.

Se vi interessa pure l’aspetto sociologico della vicenda, leggete pure la continuazione.
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Bud Spencer

Ieri sera ho saputo della morte di Bud Spencer (31/10/1929 — 27/6/20016). Alcuni dei suoi film sono stati tra i miei «manuali» di italiano-livello-base. Devo ringraziarlo almeno per questo merito.

Grazie Bud!


Tremate

L’Inghilterra ha perso contro l’Islanda all’Euro-2016 e ha lasciato dunque la competizione.

Temete la furia di questo suo tifoso:


1.
Puoi essere la persona più speciale del mondo, ma se compri casa in paesino sfigato di provincia inutile, la gente del posto ti chiama «forestiero». Allo stesso modo, se sei svizzero, giapponese, singaporiano o statunitense, nell’UE (che è sempre più una provincia del mondo che si aggrappa al proprio passato) sei considerato un «extracomunitario».

(Il complesso del provinciale si nasconde pure nella divertente espressione italiana «il resto del mondo».)

2.
Mi sono reso conto, con tanto piacere, che grazie al brexit la mia collezione delle euro-monete è cresciuta notevolmente di valore in una sola notte.

P.S. Su Facebook a volte si trovano delle cose geniali:


La pistola spaziale

Domenica scorsa abbiamo visto un esempio di video su una invenzione semplicemente cretina.

Oggi, invece, vediamo un video dedicato a una invenzione sempre poco intelligente ma, questa volta, simpatica. Mark Rober, un ex ingegnere della NASA, ha costruito la pistola NERF più grande al mondo:


La Terra di Tim Peake

Il sabato 18 giugno l’astronauta britannico Timothy Peake è tornato, dopo sei mesi, sulla Terra dalla ISS.

Durante la propria permanenza nello Spazio ha scattato un sacco di foto fighissime del nostro pianeta.

Potete vederle nell’account Flickr di Tim: flickr.com/photos/timpeake/


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Cortometraggio russo №8

Oggi ho pensato di pubblicare un altro cortometraggio georgiano-sovietico (il primo è nel post di un mese fa). Si tratta di «Fortuna» (del 1980) diretto da Baadur Tsuladze, uno degli attori-protagonisti del film (quello più anziano).

La spiegazione di cui necessita questo film è semplice: uno degli operai trova un biglietto della lotteria, controlla il codice e scopre di avere vinto una auto molto prestigiosa e costosa: una GAZ Volga-24. Il resto del film lo potete comprendere anche da voi.

In qualità di regista Tsuladze non ha fatto molto, quindi il lungometraggio che consiglio oggi è accomunato con la «Fortuna» dal nome del sceneggiatore: Revaz Gabriadze. Provate a vedere se il film «Kin-dza-dza!» (del 1986) è mai stato doppiato o tradotto in italiano. Se non lo trovate in italiano, accontentatevi della versione inglese.


Brexit

Lo sapete già: il 48,1% ha detto di voler restare, mentre il 51,9% ha detto di voler tornare libero.

A differenza di molti non vedo una grossa tragedia nell’abbandono dell’UE o addirittura nella disgregazione di quest’ultima. Infatti, ogni Stato, se diretto da persone professionalmente adatte, è capace di produrre in proprio la burocrazia idiota o, al contrario, le regole vantaggiose per le aziende e persone straniere. Anzi, al di fuori da una organizzazione interstatale altamente regolamentata ci sono più possibilità di offrire qualcosa di veramente interessante al mercato globale e concorrenziale. Insomma, non è detto che l’Inghilterra debba per forza cadere in una crisi permanente: dipende tutto da come sfrutta la propria libertà nei prossimi anni.

Quanto ho appena scritto può essere collocato nella categoria dei vantaggi a lungo termine. Tra gli effetti a breve termine, però, gli elettori inglesi hanno già raggiunto i seguenti:

1) L’imminente trasferimento del centro finanziario dell’UE in Germania;

2) Il rafforzamento del peso politico nell’UE della Germania e della Francia (si spartiscono la parte inglese);

3) Il rischio di vedere una sequenza di referendum sul modello di quello scozzese, ma con i risultati opposti a quello del 2014;

4) L’indebolimento della moneta nazionale (ma questo può anche essere, se dura nel tempo, un vantaggio per l’economia).

Ora facciamoci una scorta di pop corn e mettiamoci a osservare. L’esperienza inglese può tornare utile a tutti.


Bremain

L’ultimo sondaggio prima del referendum sul «brexit» parlava del 43% dei rispondenti favorevoli alla uscita, 41% contrari e 16% indecisi.

Tentare di fare le previsioni sui risultati elettorali del referendum di oggi è inutile per almeno due motivi. Prima di tutto, ricordiamoci di due epic fail di massa: le previsioni sulla indipendenza della Scozia nel 2014 e sulle elezioni politiche britanniche del 2015.

In secondo luogo, come ci suggeriscono gli esperti del «Captain Obvious OJSC», alla pubblicazione dei risultati mancano ormai poche decine di ore.