Oggi ho finalmente trovato la possibilità di raccontarvi perché l’innovazione tecnologica non è sempre una prerogativa delle grandi imprese.
Nel 1975 l’ingegnere della kodak Steve J. Sasson creò la prima macchina fotografica digitale. L’apparecchio ebbe il sensore CCD prodotto da Firechild e l’obiettivo della Kodak Super 8; il suo peso complessivo fu di quasi quattro chilogrammi. Per la registrazione delle immagini di dimensioni 100×100 pixel vennero utilizzate le cassette magnetiche (giovai, ve le ricordate?), il tempo necessario per la registrazione di un file fu di 23 secondi.
Per la visualizzazione delle immagini fu necessario uno apposito computer:
Già all’epoca fu evidente l’importanza della tecnologia digitale ma la Kodak, purtroppo, ebbe il controllo del 90% del mercato statunitense della pellicola fotografica. I dirigenti della Kodak, preoccupati per per le ripercussioni sulle vendite delle pellicole, decisero dunque di non continuare i lavori sul digitale. La Sony e la Canon, invece, ne videro delle opportunità per il proprio sviluppo. Di conseguenza, la Kodak rifiutò il proprio dominio anche sul mercato delle tecnologie del futuro.
Nel 2004 i titoli della Kodak vennero esclusi dal Dow Jones Industrial Average.
Nel 2006 la Kodak dovette abbandonare la produzione propria delle macchine fotografiche digitali.
Nel 2009 la Kodak abbandonò la produzione della famosa pellicola Kodachrome.
Nel 2012 la Kodak dichiarò la bancarotta.