L’archivio del 13 maggio 2016

Cortometraggio russo №2

Per la seconda puntata della mia rubrica cinematografica ho pensato di scegliere qualcosa di vecchio e popolare in (ex-) URSS. Beh, per esempio, posso farvi vedere «Cane Barbos e la corsa straordinaria» (1961, regista Leonid Gajdaj).

Si tratta di un cortometraggio su tre bracconieri che tentano di far stordire il pesce con una esplosione. Un film di facilissima comprensione, direi.

La lista dei lungometraggi di Leonid Gajdaj è composta quasi esclusivamente da commedie non del tutto comprensibili al pubblico al di fuori dall’ex URSS. «Quasi» perché ce n’è una che posso consigliarvi senza problemi: «Ivan Vasil’evic cambia lavoro» del 1973. Se non riuscita a trovarlo in italiano, provate in inglese: «Ivan Vasilievich: Back to the Future».

Alla prossima.


Oggi vi racconto una piccola storia sul funzionamento dell’Esercito russo.

Questo tipo è il tenente-generale Aleksander Shevchenko che attualmente si trova a capo del Dipartimento dei mezzi blindati del Ministero della Difesa russo.

Non chiediamoci, almeno per ora, come faccia a mantenere il proprio incarico portando un cognome ucraino e andiamo avanti.

Questo, invece, è l’ultima versione di UAZ Patriot (modificato dal produttore appositamente per le necessità dell’Esercito):

Evito di farvi vedere la foto del presidente russo Vladimir Putin perché, molto probabilmene, sapete già che aspetto ha.

Quando i tre si incontrano (come è successo, per esempio, ieri nel corso della ispezione da parte di Putin dei nuovi mezzi militari), Shevchenko cerca di aiutare Putin ad aprire la portiera (lato passeggero) della UAZ. Il generale Shevchenko non prende lo stipendio per nulla, si impegna tanto, quindi strappa la maniglia della portiera.

E cerca di nasconderla seguendo la vecchia saggezza russa: le foglie vanno nascoste nella foresta.

Concludo con il video di questa operazione speciale: