L’archivio del marzo 2016

Ritirandosi non si risparmia

Relativamente al ritiro delle truppe russe dalla Siria in tanti hanno pensato, logicamente, alle positive conseguenze di tale mossa per lo Stato russo. In assenza di dati ufficiali, è calcolato dagli esperti del settore militare che un giorno di guerra in Siria costa alla Russia circa 2,5 milioni di dollari.

Mi sento però in dovere di dare una grande delusione a chi ci tiene tanto ai soldi dei contribuenti russi. Le missioni militari all’estero come quella in questione hanno una incidenza minima sulle spese dello Stato. Le principali quote di risorse destinate al Ministero della Difesa, infatti, in tempo di pace vengono spese per la produzione del nuovo materiale bellico e le esercitazioni dei militari.

La produzione di un aereo militare (giusto per fare un esempio) dura alcuni anni. Una volta prodotto, l’aereo militare inizia a invecchiare con la velocità del pensiero di un ingegnere aerospaziale, quindi diventa presto obsoleto: va modernizzato o sostituito con uno più vicino alle tendenze generali del settore. Lo stesso vale per le bombe portate dall’aereo in questione. I piloti, poi, devono fare continue esercitazioni: pure questo comporta una serie di spese.

Insomma, la maggior parte delle risorse materiali impegnate nella missione siriana è stata in realtà spesa nei decenni precedenti. L’unica vera spesa aggiuntiva è rappresentata dagli stipendi dei militari. Questi ultimi non fanno più le esercitazioni, ma combattono, prendendo circa 200 mila rubli al mese (poco più di 2500 euro) per la missione all’estero. Considerate, però, che il budget militare della Russia per il 2015 è stato di 3 trilioni e 300 miliardi di rubli.

Direi che le motivazioni economiche del ritiro non meritino tanta attenzione.


Missione compiuta. Quale?

Un politologo intelligente russo (di quelli intelligenti ce ne sono pochi in tutto il mondo), Stanislav Belkovsky, sostiene da anni che Vladimir Putin è un tattico e non un stratega. Di conseguenza, il presidente russo può permettersi di svegliarsi una mattina (nel suo caso sempre tarda) e decidere, senza un apparente motivo, che gli «obbiettivi fissati per la missione in Siria sono stati raggiunti». Raggiunti in meno di sei mesi?

Pur essendo infinitamente contento per il ritiro delle truppe russe, continuo a non capire le motivazioni del loro invio in Siria. Il ministro della Difesa russo, per esempio, ha dichiarato oggi che nel corso della missione sono stati distrutti più di due mila «delinquenti» provenienti dalla Russia, di cui 17 leader di bande. Si tratterebbe di un risultato eccezionale dei famosi bombardamenti fatti a canine penis.

La spiegazione più razionale del ritiro delle truppe che posso inventarmi per ora è l’offesa di Putin per la recente intervista di Obama. Lo so che una persona not completely stupid non si offende così facilmente e/o vistosamente, ma non diventa nemmeno l’oggetto di determinate dichiarazioni/definizioni.

In chiusura del presente post vi do una piccola informazione storica. Nell’URSS esisteva un metodo facile di riempire di spettatori tutte quelle manifestazioni patriottiche e ideologiche che la gente non visitava per l’iniziativa propria: si mandavano i militari, cioè i dipendenti pubblici meno liberi di decidere sul proprio tempo libero. Ecco: due anni fa la Russia ha ottenuto una località turistica quotata pochissimo tra le persone libere di scegliere. Chi potrà dare a loro un giusto esempio? E chi potrà allargare quella località turistica in caso di arrivo di decine di milioni di turisti?


Come creare un campione

L’intervista di Demis Hassabis potrebbe sembrare consolante per tutti coloro che non sono capaci di giocare a Go o altri giochi più o meno difficili.

Spero però che ogni lettore si chieda se egli stesso possa essere definito il «campione del mondo» almeno in una attività semplicissima (intellettuale o fisica).


Robot a due gambe

Il progresso tecnologico impressiona:

Intanto è già nata una bambina di nome Sarah.


8 marzo

Ai bambini russi dicono spesso che il regalo migliore è quello fatto con le mani proprie di chi lo regala. (Almeno, ai tempi della mia infanzia lo si diceva spesso.)

Tra gli adulti russi si dice ancora spesso che il regalo migliore è un libro.

Di conseguenza, continuo a convivere con un mio vecchio dubbio: cosa regalare alle donne per l’8 marzo.

E mentre ci ragiono su, faccio i semplici auguri…

Auguri.


33

Non so perché, ma alcune persone ritengono necessario comunicarmi che assomiglio a qualche personaggio famoso. I più nominati sono James Hetfield (quando ho la barba lunga) e Russel Crow (quando ho la barba corta). Entrambe le «somiglianze» mi divertono ben poco, ma non ho ancora inventato un rimedio efficiente…

Anzi, ne ho inventato uno, ma non tutti gli amanti dei sosia comprendono il mio inglese.

Per quanto riguarda la periodicità della somiglianza rilevanza, comunque, al terzo posto si posiziona Gesù (quotato soprattutto tra le persone avanti con l’età). In questo caso sono più sorpreso che preoccupato, ma oggi ho finalmente raggiunto la sua età massima: questo fatto mi comporta dei pensieri poco felici.


Ripartiamo da zero

Il PrimitiveTechnology è un progetto interessantissimo. In sostanza, un tipo australiano ci insegna, senza nemmeno una parola pronunciata o scritta/disegnata, di ricostruire la civiltà.

Ha pure un canale su YouTube (https://www.youtube.com/channel/UCAL3JXZSzSm8AlZyD3nQdBA/videos), lo consiglio a tutti. Qui posto solo due suoi video.

La costruzione di una capanna:

Come accendere il fuoco:


Morarà

63 anni fa, il 5 marzo (forse) del 1953, è morto Iosif Stalin. Per commentare la vita di questo, ehm, personaggio storico sono necessari tantissimi post e tantissimo tempo. Sul solo fatto della sua morte, invece, sarei in grado di consigliare il libro migliore, ma non mi risulta che sia stato tradotto in almeno una lingua dell’Europa occidentale. (Pausa autopubblicitaria: il libro non è lunghissimo, quindi se qualche editore mi paga la traduzione, io la eseguo con piacere.)

Il post di oggi, invece, è dedicato a una foto. Una foto che stamattina è stata esposta da sconosciuti in uno stand pubblicitario di centro di Mosca. Si tratta della foto della maschera mortuaria di Stalin accompagnata da due stritte: «morì quello» (in alto) e «morirà pure questo» (in basso).

Gli autori sono sconosciuti. Il senso no. Il cartello è già stato rimosso. Chissà perché.


Foto della organizzazione Open Russia.


Il nuovo logo dalla UAZ

Mi sono dimenticato di scrivere che l’8 di febbraio è stato presentato il nuovo logo del produttore automobilistico russo UAZ:

Cosa posso dirne? Fanno fatica a rinnovare le macchine, ma esse rimangono comunque a un buon livello. Poi, finalmente sono riusciti a rinnovare il logo, ma esso è comunque rimasto uno schifo.

Ah, quel segno di spunta cerchiato in teoria dovrebbe essere la lettera У (cioè la U cirillica). Come potete vedere dalla seguente immagine, è stata «inventata» nel 1962:


Auguri a Gorbachev

Oggi, 2 marzo 2016, Mikhail Gorbachev ha compiuto 85 anni. Non ne avrei mai scritto se non lo ammirassi.

Lo ammiro perché è stato uno dei pochissimi politici che, trovandosi a capo di uno Stato non democratico, non si è aggrappato al potere a tutti i costi. Aveva i mezzi per farlo, ma ha evitato. Ha constato il decesso dell’URSS e non ha cercato di rianimarlo per evitare una crisi molto più grave di quella che si è verificata nei primi anni ’90.

La chiusura di una parentesi nella storia russa, verificatasi negli anni 2000, non è una colpa (o merito) sua. Non lo è almeno perché il ruolo della personalità nella storia è nullo. E’ possibile fingere di guidare una tendenza storica, ma non si può crearla. Si può cavalcare l’onda, ma è impossibile crearla.

Non ha «distrutto» l’URSS, sapeva di non poterlo salvare. E meno male che quello schifo è sparito dalle mappe.