L’archivio del 2015 год

Google vi salvi

Grazie all’EXPO 2015 gli abitanti e i visitatori di Milano si sono aggiornati sulle bandiere di tutti gli Stati del mondo, compresi quelli più piccoli. Infatti, da oltre un anno lungo il corso Vittorio Emanuele e via Dante sono installate questi pennoni (incorporati nelle panchine-aiuole):

Io, però, solo ieri mattina ho focalizzato (per puro caso) la mia attenzione sulla bandiera di Barbados:

Qual è la cosa che mi è venuta subito in mente? Forse avete già capito:
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Balcone d’ingresso

Sabato 18 luglio ero stato di passaggio a Tirano: il relativo reportage fotografico è quasi pronto, ma forse mi conviene pubblicarlo non prima della fine agosto. Infatti, ci troviamo ora in un periodo di viaggi vissuti in prima persona, molto più interessanti di quelli visti sullo schermo di un computer.

Oggi, dunque, mi limito a pubblicare solo una foto. Una foto che testimonia quanto siano incomprensibili alcuni geni di architettura.

Che roba è? E’ una porta d’ingresso preceduta da un gradino un po’ troppo alto? Oppure il proprietario della casa, avendo paura dei ladri, si porta dietro la relativa scala? Oppure è in realtà solo un balcone «senza frontiere»?

Illuminatemi sulle reali motivazioni di questa scelta architettonica!


Foto di gruppo

Nel seguire le scoperte di Plutone e di Kepler 452b abbiamo perso un’altra curiosità spaziale, anche se di importanza infinitamente minore. Per la prima volta dal 1972 la NASA ha fotografato il nostro pianeta con un solo scatto. L’apparecchio DSCOVR (Deep Space Climate Observatory) ci ha visti così:

Quella del 1972 non era ovviamente l’unica immagine della Terra. C’è da sapere però che tutte quelle più recenti erano state eseguite dai satelliti di bassa quota, quindi in realtà raccolte come dei puzzle da più immagini parziali.


Sovrapposizioni

Direi che la questione degli effetti visuali è chiusa: nessuno potrà mai fare di meglio.


Armarium

Sto scoprendo in questo periodo il bellissimo libro di Henry Petrosky «The Book on the Bookshelf». Si tratta di uno studio sulla evoluzione del libro (inteso come oggetto) e della libreria: sembra interessante ma voglio finirlo prima di essere sicuro di poterlo consigliare a voi.

Perché ne scrivo già ora? Perché nel libro in questione ho trovato una preziosa informazione da aggiungere al mio racconto sul monastero di Certosa di Pavia pubblicato nel 2012.

Sulla foto che segue vedete una parte degli interni di una cella. A interessarci sono i ripiani a sinistra del camino:

Ebbene, questa rientranza è la versione monasteriale dell’armarium, cioè una libreria chiudibile a chiave, molto diffusa all’epoca dei Codici. In origine serviva per conservare in sicurezza, anche dai monaci-«colleghi», i preziosi manoscritti presi in prestito dalla biblioteca comune. L’armarium personale era dunque sempre dotato di uno sportello (si vedono ancora i resti delle cerniere) e le pareti rivestite in legno (per proteggere i manoscritti dalla umidità).

Nelle celle dei monaci, in tutti i monasteri europei, gli armarium erano sempre (o quasi) attrezzati nelle apposite rientranze delle pareti e fatti già al momento della costruzione della cella. Non sono da confondere con gli armarium delle biblioteche (dei veri e propri armadi chiudibili a chiave), con le antiche casse per i libri o addirittura con i mobili dell’età romana.

E con questo posso concludere la lezione di storia di oggi.


Un altro obama

Gli artisti russi sensibili alla propaganda televisiva continuano a manifestare un particolare interesse verso la figura di Barack Obama. Finora ho scritto solamente di una opera, ma in realtà possiamo ricordare tanti esempi del passato più o meno recente.

Se vogliamo, invece, parlare delle opere più moderne, vediamo pure quella comparsa ieri mattina a Perm, vicino alla sede della Università cittadina.

Il cartello sul «collo» della bambola recita: «1 Obama morto = 7050 ucraini vivi». Chi avrà la sfortuna di chiedere all’autore della scritta di cosa centri il presidente statunitense con la guerra russa-ucraina, dovrà sicuramente affrontare un torrente di discorsi insensati.


Lo humor di Arnold

Se non capite l’inglese, sono cazzi vostri.

P.S.: tutti coloro che hanno visto «Terminator Genesis» dicono che è una stronzata. Dovrei verificarlo di persona.


La soluzione universale

Nikolás Maduro ha trovato una soluzione ai problemi economici della Venezuela e al proprio calo di popolarità. La soluzione è semplicissima: ha deciso di annettere circa 2/3 di uno Stato vicino: la Guyana. Sostiene che il territorio in questione sarebbe stato ingiustamente tolto alla Venezuela nel 1899 e che ora è finalmente arrivato il momento di rimediare a tale ingiustizia.

Si sostiene che il primo passo da compiere verso la «grande vittoria» è la consegna dei passaporti venezuelani agli abitanti delle giungle guanesi.

Questa storia mi ricorda qualcosa. Non so bene cosa, ma forse voi avete già capito.


Foto di Washington Post


BRICS 2015

Dall’8 al 10 luglio nella città russa Ufa si era svolto il summit degli Stati facenti parte del BRICS. In Russia, purtroppo, non tutti hanno ancora capito che si tratta di una organizzazione creata e guidata dalla Cina per raggiungere (o, a volte, giustificare) i suoi obiettivi economici nel mondo.
Quindi compaiono delle «opere d’arte» come questa:


Vera Frolova, olio su tela, 2015

Beh, finché si tratta delle iniziative private possiamo anche limitarci a farci due risate. Ma «nel Cremlino», a quanto pare, non si sono ancora resi conto del fatto che la Russia sta diventando un semplice fornitore di materie prime per l’economia cinese.


La musica delle bottiglie

C’è chi beve la birra solo per berla, e poi c’è chi la beve per raccogliere delle utili bottiglie: