L’archivio del 23 Aprile 2015

Il dominio di Google

Come sicuramente avete già sentito e letto, settimana scorsa la Commissione europea ha dimostrato, per l’ennesima volta, di essere il nemico numero 1 dell’economia. E lo ha fatto avanzando due accuse a Google:
1) l’abuso di posizione dominante nell’ambito delle ricerche online;
2) la violazione delle regole antitrust del OS Android.

Se ho interpretato bene le accuse, esse significano quanto segue:

1) I burocrati europei ci riputano tutti incapaci di a) utilizzare gli strumenti di ricerca offerti dallo stesso Google; b) formulare le domande da digitare nella apposita barra del browser; c) comprendere che numerosi prodotti, servizi e informazioni si cercano sui siti diversi da Google. In qualità di una ipotesi alternativa potrei proporre questa: i burocrati europei sanno di internet quanto la mia bisnonna morta nel 1978.

2) Secondo la Commissione, il produttore del sistema operativo Android (il quale, per puro caso, si chiama Google) non dovrebbe avere la libertà di decidere quali programmi fornire assieme ad esso. Gli utenti, sempre secondo la Commissione europea, non sono informati della esistenza di smartphone con i sistemi operativi di Microsoft e Apple. E, naturalmente, non sono capaci di scaricare e installare i programmi che ritengono utili.

E ora proviamo a ragionare. Ci ricordiamo bene tutti delle accuse europee alla Microsoft. Abbiamo già sentito parlare del malcontento europeo della posizione dominante di Facebook e Apple. E, naturalmente, ci siamo già accorti anni fa che sul mercato globale digitale dominano le aziende americane.

Facciamoci allora una semplice e logica domanda:
Perché in Unione Europea non sono ancora nate le aziende capaci di reggere la concorrenza di Google, Facebook e altri colossi? (Mentre in Russia e in Cina esistono ormai da decenni.)

La risposta è abbastanza semplice: perché l’operato della Commissione europea nell’ambito economico ostacola la nascita delle aziende grosse e competitive. La Commissione, infatti, è bravissima a dettare le regole su come e cosa produrre (ciao l’URSS!), a inventare decine di regole assurde all’anno (ciao la Russia di Putin!) e a obbligare tutti gli Stati ad adottare gli stessi regimi fiscali sconvenienti ai reali produttori (ciao l’UE!).

Il risultato è semplice: negli USA si inventa e si produce, mentre in UE si multano coloro che inventano e producono. Complimenti alla Commissione!