L’archivio della rubrica «Video»

Le scene simili a quella del video seguente si vedono, in questi giorni, in diverse città europee. E ci mostrano la quantità delle persone che nel migliore dei casi non conoscono il significato del termine contesto.

Per i più poveri di cervello avrei potuto precisare che nel contesto di quanto sta succedendo quelle manifestazioni sono un appoggio pubblico al terrorismo, ma non serve. Dunque mi limito a sottolineare che per qualche strano motivo è ammesso sostenere solo e proprio questa parte del terrorismo che esiste sul nostro pianeta.


Un’altra guerra

Il Servizio Stampa delle Forze di Difesa Israeliane chiede di non diffondere le immagini di coloro che sono stati uccisi e catturati da Hamas perché si tratta di familiari di qualcuno. È una logica comprensibile, come tante altre logiche secondo le quali non andrebbero mostrate le vittime delle guerre e del terrorismo. Ma, allo stesso tempo, ogni volta mi chiedo: come si fa a trasmettere l’idea che le guerre e il terrorismo sono brutte cose se non facciamo vedere i loro effetti?

Chissà quanti altri personaggi e gruppi in giro per il mondo hanno deciso che ora, mentre l’Occidente è concentrato sulla guerra in Ucraina, si possa tentare di fare qualcosa di «straordinario».


La deportazione pseudo-volontaria

Migliaia di armeni residenti in Nagorno Karabakh hanno improvvisamente saputo di non poter più stare a casa propria. E si sono messi in viaggio verso il territorio armeno ancora esistente:

Da diversi decenni sapevano di non essere voluti a casa propria. Erano abituati allo stato di guerra di fatto ininterrotto. Potevano immaginare che prima o poi il conflitto riguardante la loro terra sarebbe arrivato a una svolta, positiva o negativa per loro. Ma tutto questo non rende meno drammatica (e non giustifica) la situazione nella quale si trovano ora.


Che bei missili che arrivano

Il mio video preferito di questa settimana è sicuramente quello dell’attacco missilistico ucraino al quartier generale della flotta militare russa del Mar Nero a Sebastopoli.

Anche se mi sarebbe piaciuto non meno, forse anche più, vedere colpire tutta quella flotta russa – con l’annessa infrastruttura – che in questo periodo esporta il petrolio russo nel mondo. Sarebbe utile togliere un po’ di fonti finanziarie all’aggressore…


Rincorrere il treno

Mi era già capitato di vedere dei video con gli addetti alla sicurezza che accompagnano di corsa (sì, a piedi) la limousine blindata. Ma non ho ancora visto gli addetti che accompagnano di corsa (sempre a piedi) il treno di Kim Jong-un ancora in movimento per preparare la porta dalla quale scenderà il leader. Certi regimi possono arrivare a un livello di idiozia inimmaginabile:

P.S.: ovviamente, si tratta dell’arrivo di Kim Jong-un in Russia.


Si è portato dietro un Mi-8

La Direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa ucraino ha pubblicato il film «Piloti russi abbattuti», in cui vengono descritte diverse operazioni speciali dei servizi segreti ucraini. Tra le altre cose, il film mostra un pilota che ha contrabbandato un elicottero Mi-8 russo in Ucraina nel mese di agosto.

Ma sicuramente ne avevate già letto abbastanza all’epoca dei fatti.


I droni SYPAQ

I droni australiani SYPAQ – quelli con la carcassa fatta di cartone ed elastici – potevano sembrare una idea interessante ma poco funzionante. Ma in realtà pare che siano stati proprio loro a fare dei gravi danni nell’aeroporto militare russo vicino a Kursk.

I volumi di prodizione possibili sono un fattore altrettanto importante.


L’atterraggio

Oggi vediamo il video dell’atterraggio dell’aereo di (ma continuo a non scrivere «con») Evgeny Prigozhin:

«Per sicurezza» potevano fare atterrare anche il secondo, ma è andata come è andata. Vedremo gli sviluppi.


Con le termocamere

Effettivamente, le nuove tecnologie sono spesso utili contro i problemi vecchi:


Sicuramente, in questo modo si velocizza almeno il ritrovamento «sicuro» di una parte significante delle mine.


Il nuovo attacco al ponte

Le forze armate ucraine hanno attaccato ancora una volta – chiaramente non per l’ultima – il ponte di Crimea: le capisco e, in una certa misura, le sostengo anche in questa specifica impresa.

Non capisco altre due cose: perché ci sia bisogno di mascherare il ponte con del fumo durante gli attacchi (come se le armi moderne fossero puntate «a occhio») e a che scopo viene dato l’avviso vocale «lasciate il ponte» (come se ci fossero persone che sono venute sul ponte per stare in piedi o sdraiarsi su di esso e non per andare da un capo all’altro).