L’archivio della rubrica «Video»

Tre anni di selfie

Alex Chacon per tre anni ha fatto i selfie in vari posti belli del nostro pianeta. Alla fine ha montato un video di tre minuti e lo ha pubblicato su YouTube:

Sapete perché io odio i selfie? Perché so che i posti che visito sono pieni di cose molto più interessanti della mia faccia.

Ho appena scritto una cosa tanto originale, vero?


La pistola spaziale

Domenica scorsa abbiamo visto un esempio di video su una invenzione semplicemente cretina.

Oggi, invece, vediamo un video dedicato a una invenzione sempre poco intelligente ma, questa volta, simpatica. Mark Rober, un ex ingegnere della NASA, ha costruito la pistola NERF più grande al mondo:


Invenzioni del c…

Dei video sulla realizzazione fisica di invenzioni cretine/inutili si potrebbe fare una rubrica a parte. Ma la gente, dopo un po’, se ne stancherà. Quindi conviene pubblicarne uno ogni tanto: così, tanto per…


Pompieri cinesi

Quando i pompieri cinesi trovano una bottiglia di qualche bevanda capitalista (per esempio, Coca-Cola o Sprite), non sdegnano di utilizzarla nel lavoro. I risultati, sorprendentemente, sono positivi:


Le palline e le calamite

In generale non mi piacciono i video che consistono in movimenti senza senso, quindi non li pubblico nella mia rubrica domenicale.

Questo, però, potrebbe essere guardato all’infinito:


Patata stradale

Quando un vigile vi ordina di fermare il Vostro mezzo motorizzato, non temete: può essere intenzionato a chiedervi qualsiasi cosa.

Purtroppo non sono riuscito a individuare l’autore di questo trash.


Le tecnologie da pervertiti

Non ho mai capito l’utilità dei cosiddetti «orologi intelligenti», smartwatch. Sono pure scomodi a causa delle loro dimensioni…

Un tipo (pervertito?) ha comunque pensato che un oggetto del genere potrebbe diventare, perlomeno, una fonte di divertimento tecnologico. Di conseguenza, ha installato il Windows 95 su un Android Wear:

Non so bene come abbia fatto… Non si è però accontentato di questa impresa e ha installato, sempre sullo stesso orologio, pure il gioco GTA III:

Mi sa che porta via il premio per l’inventiva a quel tipo che aveva aggiornato un Windows 1.01 fino a farlo diventare un Windows 8.1.


Cortometraggio russo №3

Uno dei registi russi più conosciuti in Occidente, da quanto ho avuto modo di osservare, è Nikita Michalkov. La notorietà è meritata: in effetti, fino alla fine degli anni ’80 del secolo scorso Michalkov poteva essere considerato un grande regista e attore. Poi, col tempo, è diventato sempre più «strano», strano fino a trasformarsi in uno dei personaggi pubblici russi più ripugnanti. Per fortuna abbiamo la possibilità di ricordarlo come era stato, per quasi due decenni, ai suoi tempi migliori. Eppure l’inizio non era tanto promettente.

Ecco, per esempio, un suo cortometraggio studentesco, «La bambina e le cose» del 1967, su una bambina svegliatasi per prima la mattina dopo una festa. Un lavoro mediocre soprannominato «La bambina in un negozio» dal curatore artistico della classe di Michalkov.

Dei lungometraggi di Nikita Michalkov vi consiglio fortemente «Partitura incompiuta per pianola meccanica» del 1977. Se cercate bene, sicuramente riuscite a trovarlo anche in italiano.


Conflitti sul lavoro

Quando i bulldozeristi cinesi litigano sul luogo del lavoro, succede quanto nel seguente video:


Cortometraggio russo №2

Per la seconda puntata della mia rubrica cinematografica ho pensato di scegliere qualcosa di vecchio e popolare in (ex-) URSS. Beh, per esempio, posso farvi vedere «Cane Barbos e la corsa straordinaria» (1961, regista Leonid Gajdaj).

Si tratta di un cortometraggio su tre bracconieri che tentano di far stordire il pesce con una esplosione. Un film di facilissima comprensione, direi.

La lista dei lungometraggi di Leonid Gajdaj è composta quasi esclusivamente da commedie non del tutto comprensibili al pubblico al di fuori dall’ex URSS. «Quasi» perché ce n’è una che posso consigliarvi senza problemi: «Ivan Vasil’evic cambia lavoro» del 1973. Se non riuscita a trovarlo in italiano, provate in inglese: «Ivan Vasilievich: Back to the Future».

Alla prossima.