L’archivio della rubrica «Video»

L’autopilota di Tesla Model 3

Un tipo appassionato ha deciso di eseguire il test dell’autopilota (Full Self-Driving) della Tesla Model 3 cercando di andare da San Francisco a Los Angeles senza mai toccare il volante. Lo ha fato e ha filmato per noi tutto il processo. Il risultato è mostrato in un video accelerato che dura appena 15 minuti. I commenti in inglese sono dello stesso autore del test.

Il test è di una portata notevole, dato che la distanza percorsa è di quasi 400 miglia (poco più di 600 chilometri). Al momento della partenza la batteria della macchina non era completamente carica, quindi nel test sono state ricomprese due uscite dalla autostrada per raggiungere i punti di ricarica posizionati lungo delle strade provinciali. Nel corso di tutto il viaggio il volante è stato toccato solo una volta: già a Los Angeles il tipo si era spaventato per l’improvviso avvistamento di una grossa pietra davanti alla macchina (ma è successo ormai sul territorio di Los Angeles, quindi il test può essere ritenuto superato).
Insomma, si può dire che nonostante alcuni cambi di corsia inspiegabili, il Full Self-Driving funziona bene. Purtroppo, con la stessa convinzione si può anche dire che i fan italiani della Tesla ancora per molti anni si dovranno accontentare di vedere il Full Self-Driving solo su YouTube: il legislatore italiano non è particolarmente fiducioso della innovazione (in tutti i sensi).


Come vanno festeggiati i cambiamenti

Non tutti se ne sono ancora accorti, ma all’inizio dell’anno la Kia Motors Corporation ha cambiato il proprio logo:

Per festeggiare tale evento l’azienda ha organizzato uno show con dei fuochi d’artificio che è entrato nel Guinness dei primati per il numero dei droni utilizzati: ben 303 pezzi. Ma a noi non interessa la quantità dei droni. A noi interessa la loro sincronizzazione:


Una delle casette di Putin

Quello di oggi è un video lungo, di quasi due ore, che capita però in un periodo quando diversi miei lettori si trovano parzialmente bloccati in una zona «rossa» o «arancione» (o, semplicemente, in una condizione di particolare preoccupazione per la propria salute), quindi lo condivido con un po’ meno dubbi del solito.
L’ultima indagine di Aleksej Navalny e della sua FBK (Fondazione per la lotta contro la corruzione) per la prima volta nella storia pluriennale riguarda direttamente Vladimir Putin e non qualcuno della sua cerchia. Dal video che racconta quella indagine non si scoprono dei principi completamente nuovi sulla figura di Putin e/o sul funzionamento dello Stato russo (almeno per me), ma si ottiene e si perfeziona un ritratto psicologico della persona che insiste ad attaccarsi al potere da oltre vent’anni. A me sembra disgustoso anche dal punto di vista puramente estetico.
Il film ha i sottotitoli in inglese:

Il film è stato pubblicato il 19 gennaio e il pomeriggio del 23 gennaio aveva già quasi 69 milioni di visualizzazioni. Meno male che nel mondo odierno la gente ha la possibilità di mandare affanculo la propaganda statale e scegliere delle cose che la interessano realmente, ahahaha


Il messaggio di Schwarzenegger

Non è molto frequente che Arnold Schwarzenegger pubblichi dei video seri e, sicuramente, è diventato un buon youtuber grazie ai contenuti di altro genere. Ma il finesettimana scorso ha diffuso un messaggio politico interessante:

Molto probabilmente lo avete già visto. Quindi io lo lascio qui anche solo per ritrovarlo più facilmente in un ipotetico futuro.


Pipistrelli, preparatevi

Gli abitanti della contea cinese di Zhong (nell’entroterra) soffrono da tempo per una presenza massiccia sul territorio delle fastidiosissime e aggressive vespe. Bisognava dunque trovare un modo di distruggere i loro nidi senza mettere in pericolo gli addetti alla operazione.
L’organizzazione di beneficenza Blue Sky Rescue ha dunque aiutato a raccogliere le 85 mila yuan (circa 10.700 euro) per l’acquisto di un drone dotato di un lanciafiamme. Ora la lotta alle vespe sembra una scienza di un film di fantascienza:

I nidi da distruggere sono più di cento. La Blue Sky Rescue promette di utilizzare il drone, dopo la fine della missione, per dei scopi più pacifici.


Gli auguri di Putin per il 2021

Come da tradizione, il primo video domenicale dell’anno è quello del messaggio del presidente russo Vladimir Putin per l’anno nuovo (con i sottotitoli italiani). Non perché voglio sembrare un fan di questo funzionario — non lo sono! —, ma perché il contenuto di un discorso del genere è un importantissimo elemento di analisi politica.
Cosa posso dire di questo nuovo messaggio? Posso dire che è stato più lungo di tutti quelli precedenti e, allo stesso tempo, sempre privo di contenuti concreti. Indipendentemente dal nome di chi parla e dagli eventi della politica interna e internazionale ben noti a tutti, questa volta ogni Capo di Stato avrebbe avuto molto da dire ai propri cittadini. E, invece, abbiamo assistito, nel caso di Putin, a uno spettacolo per certi tratti molto simile a quelli precedenti e, allo stesso tempo, ancora più comico (o, se preferite, ridicolo) di prima. Così, abbiamo potuto osservare che Putin è ancora fissato con la Seconda guerra mondiale (se ha bisogno delle grandi vittorie di cui parlare, poteva ricordare anche la guerra contro Napoleone), parla dell’esempio datoci dai veterani di quella guerra (dobbiamo forse seguire l’esempio morendo tutti?) e non dice nulla di realmente positivo sulla attualità. Non dice nemmeno come pensa di aiutare ad affrontarla…
Ma è inutile riassumere tutto il discorso: potete sentirlo da soli. Avrei tradotto diversamente alcune parole, ma il senso generale si capisce comunque bene:

P.S.: devo dire che questa volta non mi ha entusiasmato nemmeno il discorso di Mattarella, ma questo è un altro argomento: non vorrei mischiare…


Visto tutto

Non so quanti dei miei lettori abbiano deciso ad abbonarsi al Netflix proprio quest’anno (chissà a causa di cosa, ahahaha), ma sicuramente la suddetta azienda ha visto un notevole incremento sia della clientela in tutto il mondo, sia dei contenuti «consumati» da ogni singolo utente già esistente.
In ogni caso, anche se non siete ancora (o «più»?) abbonati, potrete apprezzare la pubblicità della Netflix «We Watched It All». È una parodia simpatica:


La fortuna sprecata

Come probabilmente sapete già da tempo, dalla mappa dell’Austria sta per sparire un toponimo famosissimo: l’1 gennaio del 2021 il paesino Fucking cambierà il nome in Fugging. Tale cambiamento è stato voluto dai residenti stufi dei turisti attirati dalla sonorità inglese dell’attuale nome (i turisti provenienti da tutto il mondo si facevano delle foto, rubavano il cartello, a volte facevano pure delle cose che non posso nominare nell’orario pomeridiano).
Ecco, posso anche capire gli abitanti di Fucking, ma penso che abbiano potuto essere più creativi. Per esempio, avrebbero potuto aggiungere la scritta «2020» al nome attuale del paese (ma poi il censured 2020 non è probabilmente l’anno migliore per cambiare un nome del genere; inoltre, bisogna anche lasciare un ricordo ai posteri di quanto è successo ai poveri noi). Oppure, i… ehm… fuckinggesi avrebbero potuto trasformare il censured turismo in una fonte di reddito (lo humor di basso livello va tassato). Ma la mancanza di fantasia è un difetto diffusissimo, è anche una fonte infinita delle fregature di ogni genere da parte del destino.
In ogni caso, oggi pubblico uno dei video-motivi per i quali gli abitanti di Fucking detestano il nome del proprio paese:

Ecco, non mi sono trattenuto nemmeno io.


Creare più Chiese

Non molti giorni fa il predicatore televisivo texano Kenneth Copeland ha tentato di cacciare il coronavirus dal territorio statunitense tramite delle forti urla.
Il blogger musicale portoghese Andre Antunes, a sua volta, si è accorto che le urla del predicatore si addicono bene al heavy metal. Basterebbe sovrapporre la musica giusta.
Ed è così che è nata questa opera musicale capace di spaventare (forse) qualsiasi virus:

Dopo avere visto il video, mi sono chiesto se negli USA – noti per una vasta varietà delle Chiese – esista anche una Chiesa del Heavy Metal. Il St. Google mi ha dato una risposta affermativa già sulla prima  tavola  pagina: sì, esiste.
Penso che il mondo contemporaneo necessiti fortemente più Chiese di questo tipo. Non so se esse potranno influire in qualche modo sulla salute pubblica, ma sicuramente salveranno le anime degli umani dalla noia e i predicatori dalla disoccupazione.
Ma io, intanto, devo ammettere che nei momenti di particolare debolezza spirituale mi sento più vicino al pastafarianesimo… Il restante 99,99999% del tempo sono invece un sereno agnostico.


Il regista tedesco Vincent Urban ci ha impiegato due anni per realizzare un cortometraggio sulla Russia. Solo per effettuare le riprese necessarie per un film che dura meno di sette minuti, Urban ha visitato la Russia per quattro volte: in autunno, inverno e primavera. Le città e le località visitate (e riprese) sono state Mosca, San Pietroburgo, Murmansk, Salechard, la penisola della Kamčatka e il lago Bajkal.
Ecco, io oggi vi faccio vedere il risultato: il cortometraggio si chiama semplicemente «In Russia», è realizzato in lingua inglese e, in una sua parte consistente, è dedicato agli stereotipi sulla Russia.

Vincent Urban ha già promesso di girare una seconda parte. Vedremo…