L’archivio della rubrica «Saggezza»

Dò i numeri (banali)

Tutte le persone con almeno la licenza media nel curriculum vitae dovrebbero sapere che le cifre sono una specie di lettere per la registrazione dei numeri. Quindi è comunemente nota anche un’altra cosa: a volte le lettere possono diventare delle parole. All’interno della parola «coglione» la «e» è una lettera, mentre nella espressione «botta e risposta» è una parola.

Lo stesso succede, per esempio, con il 2. Quando diciamo «2 mele» il 2 è un numero, mentre nel «ti passino 123 cammelli nel culo» il 2 è una cifra. E il 123 è un numero.

Nel sistema decimale tutto ciò che è maggiore di 9 sono i numeri (parlo di interi). Di conseguenza, quando alla radio lo speaker dice «la cifra esatta è il 17», il regista dovrebbe schiacciare un tasto speciale per farlo precipitare direttamente all’inferno.

Potrei continuare con altre notizie numeriche, ma mi rendo conto che il Capitan Ovvio è difficile da supportare per troppo tempo di seguito.

Perciò alla prossima.


Il non-cambiamento

Già alcuni anni fa ho fatto una scoperta terribile: le capacità matematiche di una persona possono essere valutate da come usa l’espressione «svolta a 360 gradi». Infatti, i più ignoranti la utilizzano nel senso opposto a quello reale, ammettendo dunque di non aver compreso nemmeno il programma scolastico di matematica (ideato per le persone mediamente capaci).

Ebbene, mi assumo il compito di illuminare tutti coloro che si sono scostati dalla retta via del sapere. 360 gradi corrispondono ad un angolo giro (in pratica, la circonferenza), quindi l’espressione «svolta a 360 gradi» significa il ritorno al punto di partenza. [Un esempio: le lancette di un orologio che iniziano il giro dal numero 12 ci tornano svoltandosi a 360 gradi.]

Se, invece, volete dire che una persona (o una cosa) è cambiata fino a diventare l’esatto contrario di quello che era prima, l’espressione corretta sarebbe «svolta a 180 gradi». [Un esempio: un interlocutore che improvvisamente decide di darvi le spalle si gira a 180 gradi.]


Si chiama Tris!

Per alcuni anni ho cercato una risposta alla mia domanda esistenziale. E finalmente l’ho trovata!

Mi hanno detto che il nome italiano del gioco in cui si mettono delle X e delle O in una griglia 3×3 sarebbe «Tris». Se c’è qualcuno contrario a questa versione, parli ora o taccia per sempre.

A scuola ero quasi imbattibile. Ed è uno dei motivi della mia quasi totale ignoranza in chimica…