L’archivio della rubrica «Russia»

Avete bisogno di soldi?

Nel frattempo l’FSB promette 50 milioni di dollari statunitensi a chi fornisce le informazioni utili alla cattura dei responsabili della caduta dell’A321 sul Sinai.

Propongo di fornire all’Ente tanto generoso la testa l’indirizzo del Gran Mufti della Russia Talgat Tadzhuddin. Infatti, il 3 aprile 2003, in occasione della dichiarazione di jihad agli USA (!), aveva dichiarato: «I musulmani russi sono molto influenti negli Stati Uniti – ha detto il Mufti – useremo le nostre leve. Per ora raccoglieremo fondi per acquistare armi da impiegare contro gli americani e cibo per gli iracheni» (link in italiano).

Quelle organizzazioni per quali i musulmani russi avevano raccolto fonti sono tuttora attive. Anzi, i risultati del loro costoso operato si possono ora «apprezzare» in tutto il mondo. Pure in Europa.

Ieri, il 16 novembre 2016, Vladimir Putin aveva dichiarato di avere una lista di circa 40 Stati che finanziano l’ISIL. Vorrei vedere la lista completa…


Foto di A. Pospelov


Lada XRAY

La settimana scorsa l’AutoVAZ ha presentato il nuovo SUV Lada XRAY, la cui produzione in serie dovrebbe partire a metà dicembre. Per ora non vi dico nulla sulle caratteristiche tecniche: aspetto che compaiano i primi esemplari da testare. Oggi voglio limitarmi a fare una piccola osservazione sul design esterno…

Anche a voi sembra una Nissan Qashqai presa a martellate?


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La leggenda chiamata FSB

Magari lo avete già letto o sentito: stanotte l’"artista" russo Petr Pavlensky ha incendiato il portone della sede centrale di FSB (l’ex KGB)…

Non ho molta voglia di descrivere tutte le sue opere cretine (se volete, leggetevi l’articolo su Wikipedia). Di quelle normali non ne ha, quindi non dovrebbe essere definito un artista. Vorrei sottolineare un’altra cosa.

Pensate un po’: da diversi decenni il FSB viene considerato una organizzazione onnipotente che tiene sotto controllo tutto e tutti all’interno della Russia ed è capace di competere (e spesso battere) con CIA, Mossad etc. Poi una notte davanti alla sua sede centrale si presenta un tipo armato di una semplice tanica piena di benzina: bagna bene con la benzina il portone, lo incendia, si fa fotografare con la nuova «opera» sullo sfondo… Non importa quanti complici aveva (ma pare che erano appena due). Nessuno lo ha fermato mentre ha solo pensato di poter fare del genere. Nessuno lo ha fermato mentre stava progettando o realizzando il piano. Solo un sfigatissimo vigile, a un certo ponto, si è messo a gridare «Fermatelo!».

Se mi chiamassi Vladimir Putin, avrei già fucilato di persona tutti i dipendenti del FSB per l’offesa alla storia e alla immagine della organizzazione.


Auguri a Seghei Guriev

Con un imperdonabile ritardo mi complimento con Serghei Guriev per la sua elezione, avvenuta il 3 ottobre, a capo economista della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). Si tratta di un evento paragonabile, per la sua importanza, all’assegnazione del Nobel per l’economia: per ogni economista sarebbe un grandissimo riconoscimento dei meriti scientifici. E’ interessante sottolineare, a questo punto, che Guriev è un economista che si è formato del punto di vista accademico e professionale in Russia. Infatti, nessun altro economista russo è riuscito a compiere una simile «scalata».

Considerando, poi, che la BERS opera prevalentemente nell’Europa dell’Est, avremmo potuto dire che si tratta pure di una grande conquista per la Russia. E invece no: nella primavera del 2013 aveva dovuto fuggire in Francia a causa delle pressioni giudiziarie. Non penso che siate tutti interessati a mille dettagli del caso, quindi riassumo in pochissime parole: si era rifiutato di confermare la popolare tra gli inquirenti russi idea, secondo la quale il conseguimento del profitto da parte di una azienda privata (nel caso specifico la Yukos) costituisce un motivo sufficiente per una persecuzione penale.

Insomma, un altro genio è stato perso dallo Stato russo in una maniera clamorosa.


Hurghada

Ho appena letto una curiosa notizia che non posso non condividere con i miei amatissimi lettori. I media russi comunicano oggi che «Stanotte i servizi di terra dell’aeroporto di Hurghada hanno circondato Airbus-321 guasto di Ural Airlines impedendogli di decollare. Le stesse macchine hanno poi accompagnato l’aereo al box per le riparazioni necessarie».

Si tratta del volo U6-3028 per la città di Perm. L’aereo è stato «rilasciato» solo dopo la conclusione dei lavori (a quanto pare, si trattava solo di un indicatore bruciato).

A questo punto ricordo a tutti i lettori che oggi non è il 1 aprile.

P.S.: se avete paura di volare, fatelo più spesso possibile e scegliate sempre le grosse compagnie occidentali. In questo modo la paura scompare in fretta.


A321

Sicuramente lo sapete già: la mattina del 31 ottobre in Egitto è caduto un aereo russo con 224 persone a bordo. Sicuramente ne avete già letto tutto quello che volevate leggere.

Io non voglio sfruttare un argomento tanto triste: l’aereo è già caduto, posso solo esprimere le mie condoglianze. Ne riparleremo se si scopre qualche dettaglio anomalo (anche se l’ISIL non mi sembra tanto attrezzato o abile da poter abbattere aerei a 9000 metri di quota).

Quindi mi limito a fare una dichiarazione: i giornalisti che erano andato all’aeroporto Pulkovo (San Pietroburgo) per fare ai parenti distrutti delle vittime le domande del tipo «Come avete saputo?» o «Dove eravate in quel momento?» sono degli animali.


Il primo riconosciuto

Il diciannovenne Vadim Kostenko è la primo militare russo, la cui morte in Siria è stata ufficialmente riconosciuta dall’inizio dell’intervento. Era un tecnico addetto alla manutenzione degli aerei nella base russa a Lattakia. E’ morto sabato 24 ottobre 2015.

Secondo il comunicato ufficiale del Ministero della Difesa russo, si tratterrebbe di un suicidio dovuto a un rapporto sentimentale finito male. Ma siccome negli ultimi anni il Ministero appena nominato mente poco più spesso che sempre, nessuno crede alla versione del suicidio. Le prime indagini confermano i dubbi.


Il mese ideale

Questa domenica pubblico un video che hanno già visto praticamente tutti (e quasi tutti me ne hanno parlato). Ebbene sì, l’ho visto anche io il giorno stesso della messa in onda. Quindi lo pubblico da me solo per trovarlo più facilmente in futuro.

«Russia 24» è un canale televisivo russo di proprietà statale, viene diffuso a livello federale e, via satellite, in tutto il mondo (ma non vi consiglio di andare a cercarlo). Per pura curiosità pubblico pure la versione originale del filmato:
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I russi in Siria

Non posso dire che mi piaccia tanto la modalità con la quale la Russia interviene in Siria, ma non mi piacciono nemmeno le «grandi rivelazioni» sul fatto che la Russia combatte per Assad. Ebbene, finche Bashar al-Assad non si allea con l’ISIL, pure gli americani e i francesi combattono per lui. Lo fanno esattamente come la Russia: bombardando i territori nei quali prevalgono i simpatizzanti di un gruppo terroristico non a servizio dello Stato siriano.

Ma in realtà volevo scrivere di altre due stranezze. La prima consiste nella uniforme adottata dall’esercito russo impiegato attualmente nella base russa a Tartus. Ecco l’immagine riassuntiva:

La seconda stranezza consiste nel fatto che sugli aerei russi impiegati in Siria sono stati coperti i segni distintivi:

Su questo ultimo punto potete pure vedere un video:

La società discute ancora sul perché di queste misure di segretezza. Serviranno per dire «Non abbiamo mai combattuto in Afghanistan Siria»?


Precisiamo l’obiettivo

OK, il primo bombardamento russo in Siria ha colpito un territorio non controllato dall’ISIS, ha ucciso tra 30 e 38 civili e ha fatto sorgere delle perplessità in Occidente. Le domande sulla utilità bellica e il senso politico di tale impresa non devono essere rivolte a me.

La mia unica risposta pubblicabile, per ora, è questa. Dato che la coalizione internazionale anti-ISIS esiste già da tempo, i vertici militari russi hanno probabilmente compreso che la sola volontà di Putin non è sufficiente per crearne un’altra. L’ingresso in quella esistente a condizioni desiderate non è possibile per una serie di motivi politici. Quindi hanno deciso di dedicarsi più alla lotta contro i futuri migranti siriani (che costituiscono un problema molto più concreto per l’Occidente).


Video diffuso dal Ministero della Difesa russo