Il 1 luglio a Kiev si è svolto un vero concerto interattivo.
Il noto cantante russo Dolphin (il vero nome completo è Andrey Vyacheslavovich Lysikov) aveva visitato la Crimea questo inverno (nel suo caso per un concerto, ma non importa), quindi in base a una legge ucraina del 15 aprile 2014 non può più entrare in Ucraina. Doveva però partecipare al festival Atlas Weekend svoltosi dal 28 giugno al 2 luglio 2017. I suoi musicisti, che non erano mai stati in Crimea dopo l’annessione del 2014, sono stati accettati al confine, mentre egli no.
Il concerto, però, si è svolto comunque. A suonare erano i musicisti, mentre a cantare era il pubblico. Il concerto interattivo – possiamo anche definirlo un concerto-karaoke – è stato reso possibile anche grazie alla proiezione dei testi sullo schermo dietro ai musicisti.
A ottobre 2016 avevo scritto del progetto russo «L’ultimo indirizzo» (leggete quel post per capire/ricordarvi in cosa consiste), mirato a ricordare le vittime delle repressioni politiche esercitate dallo Stato sovietico. Tale progetto continua ad avere un buon sviluppo in Russia.
In contemporanea, è diventato però anche un progetto internazionale. Il 5 maggio 2017 sono state installate le prime tre targhe a Kiev (in lingua ucraina):
Mentre il 27 giugno 2017 – ieri – sono state installate le prime quattro targhe a Praga (in lingua ceca). Una di queste (dedicata allo studente 28enne Veleslav Wahl fucilato nel 1950 per spionaggio) si trova, lo dico tanto per fare un esempio, in via Úvoz 156/13, sul muro della attuale Ambasciata della Svezia. Se nel corso dei vostri prossimi viaggi turistici vi capiterà di visitare Praga, avrete la possibilità di vedere personalmente una di quelle targhe.
Per una pura (e bella) coincidenza sul marciapiede davanti allo stesso palazzo si trova una «pietra d’inciampo»: i due progetti di simili finalità si sono dunque finalmente «incontrati».
Il prossimo Stato diverso dalla Russia a entrare nel club internazionale dell’"ultimo indirizzo" dovrebbe diventare, se tutto va bene, la Moldavia. Tale ingresso è purtroppo ostacolato dalle scarse capacità finanziarie dei volontari presenti sul posto. Non trattandosi di una spesa folle, è possibile però sperare che si trovino delle persone almeno in qualche modo legate alla Moldavia capaci (e ovviamente volenterose) di partecipare alla diffusione del progetto anche in quel territorio colpito dal terrorismo di Stato ai tempi sovietici. [È difficile che mi leggano, ma pubblico comunque il link: https://www.poslednyadres.ru/help-us/]
Il regista Oliver Stone, che con l’età sta assumendo in una maniera sempre più evidente le caratteristiche di un utile idiota di sinistra (ma allo stesso tempo mantenendo le doti tecnico-professionali), ha prodotto il film «The Putin Interviews». Probabilmente avete già letto o sentito di questa stranissima creatura.
Si tratta di un ennesimo prodotto di propaganda estera i cui contenuti hanno un legame molto approssimativo con la realtà. Ed è interessante, secondo me, solo per due motivi.
In primo luogo, posso constatare che Putin ha deciso di parlare a Stone di molti argomenti che evita costantemente di fronte ai giornalisti russi.
In secondo luogo – ed è il vero argomento del post odierno – possiamo constatare quanto poco è informato (forse perché non particolarmente interessato) Putin anche di quegli argomenti che ha sempre definito di primaria importanza.
Nella puntata del film tramessa ieri in Russia, Putin mostra a Stone un video di «intervento della aviazionerussa in Siria nel 2016»:
In realtà si tratta di un video fornitogli dal Ministero della Difesa russo: è stato girato nel febbraio 2013 in Afghanistan da un Apache AH-64 (naturalmente dell’esercito statunitense). L’unica cosa che cambia è l’audio: sostituito prima di fornire il video a Putin. Ecco il video originale:
Beh, si sa da tempo che Putin acquisisce le notizie dai fogli stampati preparati dai collaboratori e non dall’internet. Quindi è normale che non abbia mai visto un video del genere.
E voi, cari lettori, continuate a raccontarmi quanto è forte e moderno l’esercito russo.
Tanto forte e moderno da non poter presentare al presidente e al mondo nemmeno un risultato del proprio lavoro efficiente.
Stamattina ho osservato una interessante novità nell’ambito di head hunting.
Il noto motore di ricerca russo Yandex ha pubblicato una bella richiesta ai propri utenti: quella di consigliare dei bravi front-end developers (in sostanza dei designer che lavorano con il codice). Chi ne consiglia uno veramente bravo prende un premio di 100 mila rubli (circa 1500 euro secondo il tasso di cambio ufficiale odierno).
Alcune aziende capiscono non solo il valore del personale preparato, ma pure il fatto che la ricerca efficiente di esso è sempre un investimento. Lo capiscono pure le aziende costrette a esistere nelle realtà politiche ostili allo sviluppo del settore privato. E le aziende occidentali? Spero di vedere comparire, prima o poi, degli annunci del genere anche in Italia.
Fino ad ora non mi ero mai accorto di una cosa del genere, quindi molto probabilmente non è mai esistita.
Più precisamente, non è mai esistita nel mio mondo.
Il 12 giugno è una festa nazionale in Russia: la Giornata della Russia, istituita nel 1991 in memoria dalla adozione della Dichiarazione di Sovranità Statale della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (RSFSR) il 12 giugno 1990. Il nome attuale è stato introdotto nel 2002, mentre negli anni precedenti esso fu proprio «il Giorno della Dichiarazione di Sovranità Statale della RSFSR».
In base a un sondaggio ripetuto periodicamente, nel 2012 il 36% dei russi era ancora convinto che il 12 giugno si festeggi «il giorno della indipendenza della Russia» (nel 2003 erano 65%). Si tratta di un errore curioso, ma non negativo perché è la memoria storica a farci spesso dei strani scherzi. Col tempo si perde un po’ la distinzione tra ciò che sembrava fondamentale all’epoca dei fatti e la sostanza degli avvenimenti (avevo già tentato di scriverne).
Formalmente il 12 giugno si festeggia la nascita istituzionale della nuova Russia. In sostanza si festeggia il giorno in cui la Russia è uscita dall’URSS.
Il 12 giugno 1990 la Russia si liberò dell’URSS.
L’URSS fu una sostanza politica incompatibile con la vita dignitosa delle persone, l’esempio unico a livello cosmico della discordanza tra le dichiarazioni di facciata e la realtà delle cose.
Il 12 giugno di ogni anno festeggiamo la liberazione dall’URSS.
P.S.: nessuno è immortale, dunque festeggeremo anche un’altra liberazione.
Non so se qualcuno ha già notato – e eventualmente comunicato ai miei lettori – che il regista russo Andrey Zvyagintsev ha raggiunto un curioso record. Tutti i suoi lungometraggi sono stati premiati ai festival internazionali. Conoscete altri registi tanto amati degli esperti/critici? [se la risposta è sì, datemi i nomi!]
La settimana scorsa, leggendo una ennesima notizia sulla proliferazione del culto della putinianità personalità di V.V.P., ho pensato che forse non dovrei limitarmi a raccontarvi delle magliette. Potrei raccontarvi di tutti i peggiori esempi che si manifestano nella quotidianità russa.
Dunque, oggi vi faccio vedere un esempio freschissimo. L’azienda Caviar ha progettato la cover per la rinata Nokia 3310 in oro e titanio (il bassorilievo ritraente Putin è realizzato in oro di alta qualità – 999):
L’azienda sta raccogliendo le prenotazioni per i telefoni con le cover da 139.000 rubli (circa 2183 euro) o 149.000 rubli (circa 2340 euro). Purtroppo non sono riuscito a capire la differenza tra i due «modelli» che determina a sua volta la differenza nel prezzo.
Sul sito ufficiale ho letto però, che l’azienda-produttrice è stata fondata da un certo Ilia Giacometti. Secondo una ricerca superficiale su Google, tale orefice italiano specializzato nel kitsch costoso è noto prevalentemente grazie alle sue avventure russe. Qualcuno di voi sa qualcosa di quest’uomo?
Stanotte, all’età di75 anni, è morto il nipote di Iosif Stalin — il figlio di Vasilij Stalin, il secondo dei tre figli di Iosif — il regista teatrale Aleksandr Vasilevič Burdonskij. Non so dirvi alcunché sulle sue qualità da regista in quanto ha sempre lavorato in un teatro di qualità inferiore alla media, quello patrocinato dal Ministero della Difesa (io ci ero stato soltanto una volta per vedere un attore specifico e abbastanza particolare). E non mi è mai capitato di sentire dei suoi successi artistici di particolare livello.
Aleksandr Burdonskij non ebbe figli, dunque l’unica discendente di Stalin ancora in vita (intendo i discendenti certi e non i personaggi che sembrano degli impostori) resta Chrese Evans, nata il 21maggio 1971 dalla figlia di Stalin Svetlana e l’architetto statunitense William Peters. Non ha figli.
Anzi, forse è meglio mettere questa sua foto scattata qualche anno fa nel suo negozio di second hand:
Insomma, è una bella famiglia che si sta estinguendo…
Il destino vuole che pure questa domenica si faccia un video-post musicale. Ma questa volta l’aggettivo «musicale» andrebbe appunto messo tra le virgolette.
Vladimir Putin periodicamente decide di suonare il pianoforte in pubblico. Così è successo anche il sabato 13 maggio in Cina, dove Putin doveva incontrare Xi Jinping nella residenza di quest’ultimo. Poco prima dell’incontro ha casualmente trovato un pianoforte incustodito (sempre casualmente in zona c’erano anche delle telecamere autorizzate a riprendere) e si è messo a suonare, senza dei risultati eccezionali, alcune melodie:
Alcuni sudditi hanno deciso di salvare il presidente con due Coub.