La notizia dei missili russi in Bielorussia non mi sembra tanto preoccupante dal punto di vista della sicurezza del nostro pianeta (è più preoccupante la disponibilità di quei missili nelle mani sbagliate di sapete chi). Quindi volevo solo constatare: il discorso idiota sull’uranio era di fatto solo una introduzione, un pretesto. Nella mia testa avevo ipotizzato una cosa del genere, ma la logica mi era sembrata troppo primitiva pure per il ricercato Putin.
Ovviamente, spera che tutti si spaventino fino lasciargli l’Ucraina…
L’archivio della rubrica «Russia»
La breve lettura di questo sabato riguarda un piccolo episodio curioso, quasi una barzelletta presa dalla vita reale: un fanatico religioso è riuscito a evitare legalmente di essere mandato alla guerra iniziata da un altro fanatico religioso (ricercato dalla Corte internazionale penale) per – tra le altre cose – «difendere la religione dei russi» (sì, mi è capitato di leggere anche di quel pretesto).
Le storie del genere mi fanno un po’ divertire, nonostante riguardino una guerra.
Anzi, prima di passare alla notizia, faccio una breve introduzione storica.
Il 2 marzo 1994 con il decreto presidenziale è stato istituito l’Ordine del Coraggio. In base allo statuto, l’Ordine viene conferito ai cittadini della Federazione Russa o ai cittadini stranieri che hanno dimostrato l’altruismo, il coraggio e l’audacia nella protezione dell’ordine pubblico, nella lotta alla criminalità, nel salvataggio di persone durante disastri naturali, incendi, catastrofi e altre emergenze, nonché per azioni coraggiose e decisive compiute nell’adempimento di doveri militari, civili o di servizio in circostanze che comportano un rischio per la vita.
Sempre il 2 marzo 1994 è stata istituita la Medaglia al Coraggio: una onorificenza di rango inferiore che viene assegnata al personale militare, agli ufficiali degli affari interni, a coloro che prestano servizio nella Guardia Federale e ai dipendenti di altri organi esecutivi federali. In ogni caso, la persona deve distinguersi nella difesa coraggiosa della Federazione Russa.
Ecco, e ora passiamo alla notizia. Il 23 marzo 2023 il noto ricercato internazionale Vladimir Putin ha istituito un’altra Medaglia al Coraggio, di rango ancora inferiore (in realtà le tre onorificenze menzionate nel presente post si chiamano con tre diversi sinonimi russi). Essa si distingue dalla medaglia del 1994 per avere due classi e per il fatto che può essere conferita a tutti i cittadini, non solo appartenenti all’Esercito o altri Ministeri che legalmente possono esercitare il monopolio della forza. Prima di capire tale sottile differenza tra le due medaglie, mi ero chiesto del perché della seconda. Ma poi ho avuto una illuminazione: anche i membri dei vari eserciti privati – tipo Wagner – vanno in qualche modo premiati e motivati per il loro impegno nella distruzione e depopolazione della Ucraina…
Non so se il trucco funzioni: anche se fosse realmente possibile motivare le persone con in piccolo disco di metallo, bisognerebbe, per esempio, anche armarli in qualche modo.
Ovviamente, sono contento di capire, in fondo, che non funzionerà.
Gli analisti del Conflict Intelligence Team (CIT, un gruppo di giornalisti russi) sostengono che dalla base di stoccaggio dei vecchi carri armati di Arsenyev (una cittadina russa in Estremo Oriente) stanno partendo i treni con i carri armati T-54 e T-55. Chissà dove verso quali mete vengono trasportati…
Mentre aspettiamo di scoprire la risposta a questa grande domanda, ricordiamo cosa siano quei carri (che potrebbero essere sconosciuti alla maggioranza di voi):
– il carro armato T-54 entrò in servizio nel 1946, la sua produzione di serie continuò fino al 1959, in totale furono prodotti oltre 20.000 esemplari; dal 1994 il modello non è più in servizio nell’esercito russo.
– il carro armato T-55 fu tecnicamente basato sul T-54 e prodotto dal 1958 al 1979; dal 2010 non viene più utilizzato dall’esercito russo.
Presumo che non sia necessario essere un grande analista militare per capire: il ritorno ai carri armati di quella epoca (tecnicamente per nulla moderni) è il segnale di qualche seria difficoltà con reperire attrezzature nuove e moderne… Tale segnale si manifesta proprio quando dall’altra parte del fronte si osserva una tendenza di segno opposto.
È un segnale positivo perché fa sperare in una fine della guerra attiva un po’ più vicina.
È un segnale negativo perché speravo di vedere avvenire il disarmo della Russia in qualche altro modo: non alle spese di uno Stato vicino.
Tra tutte le materie scolastiche che mi è capitato di affrontare ai tempi debiti, la mia «meno amata» era la chimica (N.B.: non considero l’educazione fisica una materia scolastica, ero riuscito a liberarmene in un modo poco legale ma efficace, spero che venga abrogata presto in tutto il mondo). Ma, nonostante tutto, in certe occasioni pure a me vengono dei forti dubbi circa la preparazione di alcuni personaggi anche in chimica (avranno comprato il loro diploma scolastico?). Per esempio…
Ieri il noto ricercato internazionale Vladimir Putin ha dichiarato che l’Occidente sta iniziando a fornire alla Ucraina delle munizioni all’uranio impoverito, definendole «armi con una componente nucleare». Evidentemente, questo analfabeta chimico non sa di cosa sta parlando. Vale anche per i suoi eventuali assistenti che gli preparano i discorsi pubblici.
L’uranio è un metallo bianco-argenteo con numero atomico 92. Non si tratta di una magia, stregoneria o delle componenti nucleari. Quel metallo, per la sua natura, è poco radioattivo. L’uranio si distingue per una densità elevata, superiore due volte e mezzo a quella del ferro. Proprio per questo esso viene utilizzato per i proiettili perforanti. Proprio per questo gli americani aggiungono l’uranio impoverito alla corazza dei loro carri armati. Non per danneggiare gli equipaggi dei propri carri armati, ma per proteggerli.
Un normalissimo Boeing 747 può contenere diverse centinaia di chilogrammi di uranio impoverito, utilizzato come peso di bilanciamento. Può anche trovarsi nella chiglia di un aliante o nelle protezioni per i raggi X. Etc. etc..
Non mi dispiace assolutamente che Putin sia un ignorante: grazie a tale sua caratteristica perderà un po’ prima del normale. Mi dispiace che sia ascoltato – anche in Europa – dalle persone che non verificano ciò che sentono.
La notte tra il 18 e il 19 marzo il neo-ricercato Putin avrebbe visitato Marupol: la città che l’esercito russo ha distrutto prima di annettere. Si è trattato di una visita stranissima: un giorno prima dell’importante incontro con Xi Jinping avrebbe deciso di fare per la prima volta un giro in una località vicinissima al fronte. Sarebbe andato con pochissimi uomini scorta, avrebbe guidato in prima persona in mezzo a un traffico «normale», avrebbe trovato un tavolo apparecchiato durante una visita notturna a sorpresa in una abitazione privata, avrebbe stretto la mano a delle persone sconosciute (anche se solitamente fa stare in quarantena e/o a una buona distanza anche quelle conosciute) etc. etc.
Di conseguenza, oltre a scandalizzarsi per il solo fatto della visita, qualcuno tra i commentatori russi ha rireso il discorso sulla esistenza di almeno un sosia di Putin…
In realtà Russia (e non solo) si dice spesso e già da molto tempo che Vladimir Putin abbia almeno un sosia (o forse più di uno) che lo sostituisce in varie occasioni pubbliche.
Una cosa del genere si diceva, anni fa, anche di Iosif Stalin, il quale avrebbe lasciato un proprio «sostituto» a Mosca quasi assediata durante gli anni peggiori della Seconda guerra mondiale.
A mio autorevolissimo parere, le voci del genere non sembrano tanto realistiche (anche se ultimamente inizio ad avere qualche dubbio pure io). Le persone paranoiche non possono avere dei sosia.
Un sosia del Capo dello Stato è ideale per i cospiratori: permette di eliminare silenziosamente l’originale, di piazzare il sosia al suo posto e di governare mascherandosi con la figura obbediente di quest’ultimo.
Le voci sulla esistenza di un sosia sono ideali per i servizi segreti: permettono di definire come inutile la sola idea di ogni ipotetico attentato alla vita dell’originale. «Non sparate, non abbattete l’aereo, non lanciate le bombe contro l’auto perché al massimo uccidereste il sosia».
La comprensione della inesistenza del sosia conviene a noi perché ci aiuta a non intasare la testa con delle informazioni inutili.
… sapete bene di chi…
Non tutti i giuristi – ma solo alcuni – hanno trovato le forze per dire pubblicamente una verità semplice e apparentemente scioccante: se quei bambini ucraini fossero stati uccisi e buttati in un fosso assieme agli adulti (invece di essere rubati e portati sul territorio russo), il mandato di arresto internazionale della Corte Penale Internazionale non avrebbe avuto luogo. O, almeno, non avrebbe avuto luogo ora.
Perché? Perché i vari crimini di guerra, comprese le uccisioni dei civili come quelle di Bucha etc., vanno analizzate in dettaglio: vanno identificate le vittime, raccolte le testimonianze, identificati i singoli esecutori, identificati i mandanti di vario livello etc. etc… Ci vorranno tanto tempo, tante persone e tantissimi soldi, quindi chissà quando si arriva a un livello sufficiente delle prove per poter emettere un mandato di arresto per qualcuno. Con il fatto dei bambini deportati, invece, è tutto più semplice: i vari rappresentanti dello Stato russo hanno già ammesso il fatto e lo hanno commentato pubblicamente più volte, confermando di fatto le denunce della parte ucraina. Di conseguenza, da punto di vista tecnico è molto più facile e veloce iniziare proprio dalla questione dei bambini.
Dei bambini che sono rimasti vivi, ma che spesso si trovano non si sa bene dove e in quali condizioni fisiche e psicologiche.
Ecco, meno male che ci sono io a trasmettervi alcuni concetti.
Resta da aggiungere solo una grande banalità: si tratta solo di un primo piccolo passo sulla strada della formulazione delle accuse. Si tratta di un «piccolo buco nella diga che si allagherà piano-piano fino farla crollare» (© un noto avvocato russo-ucraino).
P.S.: se volete fare delle analogie storiche, fatele pure: esistono anche quelle dirette.
P.P.S.: vedere Adolf che viene «incastrato» come Alphonse Gabriel è comunque un po’ «buffo»…
La lettura relativamente breve di questo sabato riguarda il Codice penale russo: l’articolo consigliato mostra come il suddetto Codice si è trasformato – nel corso del 2022 – in uno strumento ancora più repressivo di prima. Uno strumento a tutela della guerra.
È facile immaginare che dopo la fine della guerra ci sarà una gara (anche nel senso sportivo del termine) per ricostruire fisicamente l’Ucraina. Spero che almeno alcune delle persone benintenzionate si ricordino, in quel momento, che oltre al sintomo andrebbe eliminata anche la causa. E dedichino, dunque, le giuste forze alla eliminazione di tutta quella sostanza marrone con la quale il regime putiniano ha sostituito i normali strumenti di uno Stato moderno. Compreso il Codice penale di cui sopra.
Da più di anno mi capita, con una certa periodicità, di rispondere alle domande più o meno dettagliate sull’andamento attuale della economia russa. Ogni volta parto dalla presunzione che le persone realmente interessate all’argomento abbiano già letto almeno i dati statistici principali e/o le notizie sugli effetti delle varie sanzioni, ma poi, molto spesso, scopro di essere un po’ idealista…
Di conseguenza, sono «costretto» a collezionare gli esempi pratici che possano illustrare la situazione corrente con la massima facilità e chiarezza. Anche per le persone meno preparate sulle materie economiche.
L’esempio più recente — tra quelli belli — mi è arrivato ieri: si tratta dei dati riguardati gli utili della Gazprom (ve la ricordate?). In base ai dati forniti dalla azienda stessa, l’utile netto della Gazprom nel 2022 è stato di 747,246 miliardi di rubli. Questo dato è diminuito di oltre tre volte: del 72,2%, rispetto al 2021, quando l’azienda aveva registrato un utile netto di 2,684 trilioni di rubli.
Allo stesso tempo, il fatturato della Gazprom nel 2022 ha raggiunto 7,979 trilioni di rubli: circa il 25% in più rispetto al 2021 (quando era di 6,39 trilioni di rubli).
I dati appena riportati vanno letti anche nel contesto della diminuzione delle forniture del gas all’Europa.
Ora ripescate le vostre conoscenze basilari in economia e immaginate cosa significa la suddetta notizia: una azienda incassa in valuta straniera, fattura più di prima in termini della valuta nazionale e guadagna meno di prima sempre in termini della valuta nazionale…
«Come sta andando l’economia russa?»
A volte capitano, contemporaneamente, delle notizie belle da leggere insieme. Per esempio…
Ieri il Presidente ucraino Vladimir Zelensky ha firmato i decreti di licenziamento dei capi di tre amministrazioni regionali: quelle di Lugansk, Odessa e Khmelnytskyy. In particolare, Serhiy Gayday è stato licenziato da capo dell’amministrazione regionale di Lugansk: la stampa ucraina sostiene che dovrebbe essere presto nominato l’ambasciatore ucraino in Kazakistan.
Sempre ieri Vladimir Putin ha nominato Vladislav Kuznetsov, l’ex vice primo ministro della autoproclamata «Repubblica Popolare di Lugansk», capo del distretto autonomo della Chukotka («in cu… al mondo»).
Ma non dovrebbero essere i «conquistatori dei territori» a fare una carriera politica migliore? Ahahaha