Il Ministero della «Difesa» russo ha dichiarato che le munizioni sono esplose ieri sul territorio di un’unità militare nella regione di Vladimir (in questo caso è il nome di una città ahaha) a causa di un incendio: si sarebbe verificata una violazione dei requisiti di sicurezza nel corso del lavoro con materiali esplosivi.
Ebbene, in questi casi è importante ricordare che le violazioni non sono sempre involontarie. Non sono sempre delle semplici sviste o, per esempio, delle manifestazioni di incompetenza. Anzi, potrebbe essere qualcosa di opposto. Per esempio: l’utilizzo dei droni nella estrema prossimità di una unità militare altrui è una perfetta «violazione dei requisiti di sicurezza nel corso del lavoro con materiali esplosivi». Oppure: l’avere gettato un mozzicone in un posto non consentito. O qualcos’altro del genere. Ma in quanti potranno dire che si tratta di una violazione negativa? Solo i rappresentanti del Ministero della «Difesa» russo.
L’archivio della rubrica «Russia»
Formalmente l’evento può essere definito una notizia, ma non è assolutamente una sorpresa: ieri la Corte Suprema russa ha seguito l’invito della Procura Generale russa e ha escluso l’organizzazione dei Talebani dall’elenco delle organizzazioni terroristiche vietate in Russia.
Solo per ricordare una serie di concetti comunemente noti, scrivo che…
… i Talebani hanno vietato la televisione, la musica e gli strumenti musicali, le arti visive, l’alcol, i computer e l’internet, gli scacchi, le scarpe bianche (il bianco è il colore della bandiera talebana), le discussioni sul sesso etc..
… alle donne in Afghanistan è vietato lavorare, essere curate da medici maschi, apparire in luoghi pubblici a viso aperto e senza il marito o un parente maschio.
… i Talebani sono favorevoli a vietare l’istruzione femminile. Il Ministero per la promozione della virtù e per la dissuasione del vizio del governo talebano ha chiuso tutti i locali di parrucchieri e i saloni di bellezza in Afghanistan.
… i Talebani hanno al loro attivo numerosi attacchi terroristici.
Ma anche senza tale elenco avreste capito perché non sono sorpreso per la decisione della Corte Suprema russa.
L’agenzia Bloomberg non è la fonte delle informazioni più credibile di questo mondo (anzi), ma ieri ha pubblicato una cosa particolarmente curiosa: la Russia avrebbe chiesto agli Stati Uniti di permetterle di acquistare aerei Boeing utilizzando i beni statali russi congelati negli USA (in risposta all’inizio della guerra) dopo l’accordo eventualmente raggiunto su un cessate il fuoco in Ucraina.
Trascuriamo per un attimo il fatto che la tregua nei combattimenti in Ucraina non è tra gli obiettivi di Putin. In questo momento è più importante ricordare che Putin sta sfruttando il momento per tentare di strappare qualche indebolimento delle sanzioni da Trump. Mentre Trump ha tanto bisogno di apparire un figo che raggiunge facilmente successo nelle trattative (ricordiamoci che il governo cinese sta valutando l’idea di non acquistare alcunché dalla americana Boeing a causa della «guerra dei dazi», quindi Trump vorrebbe poter dire «ho trovato un nuovo cliente» nonostante il fatto che sia un cliente molto più piccolo e povero).
Supponiamo che l’idea putiniana sugli aerei venga accettata. In tal caso lo Stato russo in un colpo solo riuscirebbe a raggirare due tipi di sanzioni: quelle riguardanti la fornitura degli aerei e quelle riguardanti i fondi congelati. Chissà quanto sarà contenta l’Europa di questo tipo di separate peace e della fortuna mancata dell’Airbus in Cina…
A metà febbraio del 2025, un tribunale polacco ha condannato due russi che nel 2023 avevano affisso per le vie di Varsavia e di Cracovia degli adesivi con l’invito di unirsi alla tristemente nota PMC «Wagner». Non avevo mai letto o sentito parlare di questa storia prima, oppure me ne ero dimenticato molto velocemente. Ma ora so (e informo voi) che ora è possibile leggerla in inglese.
La storia è abbastanza strana e in un certo senso addirittura sorprendente. Lo è perché il modo in cui i personaggi condannati hanno agito può essere stato scelto solo per uno scopo: finire nelle mani della polizia polacca, minimizzando allo stesso tempo l’effetto della pubblicità della «Wagner». Posso provare a pensare a un motivo più o meno logico per il quale un tale obiettivo sia sorto nella mente di qualche dirigente russo (non necessariamente un dirigente statale), ma rimane comunque per un grande mistero il come abbiano trovato degli esecutori tanto scemi da accettare in mettere in pratica una missione del genere…
I rappresentanti del gruppo operativo-tattico ucraino «Luhansk», tramite il giornale Ukrayinska Pravda, comunicano una notizia interessante. Uno dei due cittadini cinesi fatti prigionieri dall’esercito ucraino nella regione di Donetsk ha dichiarato di aver pagato a un intermediario cinese 300.000 rubli (poco più di 3000 euro) per avere la possibilità di unirsi all’esercito russo. Secondo il prigioniero, la motivazione principale era il desiderio di diventare un militare e ottenere la cittadinanza della Federazione Russa.
Supponiamo che il cinese catturato abbia detto la verità. Allora ho subito due domande.
La prima: quanto bisogna essere diversamente intelligente per inventarsi (o scegliere tra tutti quelli possibili) un modo simile per ottenere la cittadinanza di un altro Stato, in più della Russia di oggi?
La seconda domanda: il nome dell’intermediario non era simile a «Tom Sawyer»? Il tipo ha ottenuto 300 mila dal pazzo aspirante cittadino russo, e, molto probabilmente, una certa somma da qualche Regione russa per un soldato a contratto portato alla guerra (i relativi programmi di compravendita di carne da macello in Russia esistono ancora, è possibile incassare anche 100 mila rubli per ogni persona portata).
I geni del commercio dal punto di vista scientifico sono mi interessano non meno degli idioti, quindi spero fortemente che il prigioniero cinese non stia mentendo, e che un giorno conosceremo il famoso intermediario.
Il Presidente ucraino Vladimir Zelensky ha dichiarato che le Forze armate ucraine hanno catturato due cittadini cinesi che combattevano tra le fila dell’esercito russo. Secondo Zelensky, la cattura è avvenuta nel territorio della regione di Donetsk: «Ci sono documenti di questi prigionieri, carte bancarie, dati personali». Sempre secondo Zelensky, Kiev è a conoscenza del fatto che anche altri cittadini cinesi combattono in altre unità dell’esercito russo; queste informazioni sono in corso di verifica.
Per Zelensky, il coinvolgimento dei militari cinesi nella guerra da parte della Russia «direttamente o indirettamente» dimostra che Putin «ha intenzione di fare tutto tranne che porre fine alla guerra». Mentre per me è una logica un po’ strana: sospetto, invece, che la forza umana è per ora la risorsa più disponibile dell’esercito russo e, dunque, la partecipazione dei militari cinesi (che sicuramente costerebbero molto più di quelli nordcoreani) non avviene per l’iniziativa putiniana. Per pura logica i militari cinesi potrebbero essere presenti sul fronte da diverso tempo e con l’obiettivo di aggiornare le proprie conoscenze sulla conduzione delle guerre moderne. Perché la Cina (in realtà un po’ come la Corea) potrebbe pianificare delle proprie guerre in futuro, ma non ha molte occasioni per «allenare» almeno una parte dei propri ufficiali e militari già oggi.
Boh, vedremo.
Gli scolari partecipanti al gruppo moscovita di percussionisti «March», vestiti con le uniformi militari sovietiche, accompagnati da un medico della peste che suona un rullante, eseguono un estratto dalla Sinfonia n. 7 di Dmitrij Shostakovich, nota come «La marcia della Wehrmacht» (questo brano accompagnava la sequenza video dell’avanzata tedesca nei film di propaganda sovietici «Il segretario del comitato di quartiere» e «La caduta di Berlino»).
Chi ve lo avrebbe fatto vedere se non io?
È data la notizia: il tribunale distrettuale Oktyabrsky della città russa di Tomsk ha imposto 80 ore di lavoro sociale obbligatorio alla agente immobiliare Marina Orlova a causa di una intervista nella quale la signora ha definito con l’espressione «business plan» l’acquisto di immobili abitativi con i soldi ricevuti dallo Stato russo in qualità della compensazione per l’uccisione di un parente partecipante all’invasione dell’Ucraina. Alla blogger Darya Cherdantseva, che ha registrato e pubblicato il video dell’intervista con Orlova, il tribunale ha imposto 85 ore di lavoro sociale obbligatorio. Entrambe le signore sono state giudicate colpevoli in base alla fattispecie amministrativa di incitamento all’odio o all’ostilità.
E ora ammetto un fatto: la notizia di cui sopra è per me assolutamente incomprensibile. Verso chi hanno incitato all’odio o all’inimicizia le due intraprendenti (ognuna a modo suo) signore? Presumo non l’una verso l’altra, ma verso qualche (lo stesso per entrambe) soggetto innominato. Verso le persone che si propone di inviare a una morte altamente probabile in guerra? O verso gli ucraini che quei potenziali sponsor dell’acquisto degli immobili uccideranno? Tutti i blogger pro-Cremlino, a quanto vedo, insistono sulla prima opzione, ma nemmeno loro hanno in realtà il potere di entrare nella testa del giudice di Tomsk. Ma presumo che pure loro, sforzando un po’ i loro cervelli (o quella sostanza alternativa che hanno in testa), possono intuire che una risposta positiva a ognuna, qualsiasi, delle due domande coincide perfettamente con la politica dello Stato russo degli ultimi 3+ anni.
Si scopre dunque – con un ragionamento logico non particolarmente complesso – che non sono state assolutamente le due signore di cui sopra a essere condannate in tribunale. E questo fatto è abbastanza pericoloso. Pericoloso per i membri del tribunale, ai quali conviene ora pensare di chiedere l’asilo politico in qualche Stato della NATO!
Il 12 marzo, il Ministero della Difesa russo ha annunciato la liberazione di Sudzha, una città russa della regione di Kursk che era stata occupata dalle truppe ucraine nell’agosto 2024. Il giorno prima, l’esercito ucraino aveva dichiarato che i combattimenti stavano continuando nelle vicinanze della città. I residenti di Sudzha che si sono trovati sotto l’occupazione (il loro numero è ancora sconosciuto) hanno perso i contatti con i loro parenti, alcuni sono stati dichiarati dispersi. Molti sono morti a causa dei bombardamenti o della mancanza di cure mediche durante l’offensiva dell’esercito ucraino e la difesa delle truppe russe.
Ma ora anche alcuni giornalisti indipendenti hanno parlato con alcuni sopravvissuti alla occupazione di quei sette mesi. Ed è venuto fuori un articolo che può essere utile, assieme a tanti altri, per affrontare la propaganda russa sul relativo episodio della guerra. Di conseguenza, non potevo non salvarlo tramite il mio post di oggi.
Il mercoledì 12 marzo Putin si sarebbe recato – evidentemente per dimostrare che il ritiro delle truppe ucraine dalle zone ovest è il merito del suo genio militare – nella regione Kursk. La regione è talmente contenta del suo arrivo che gli alberi sono già coperti da foglie verdi, mente all’interno dell’edificio funziona l’aria condizionata. Con il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate della Federazione Russa si scambiano tanti discorsi da contenuto quasi nullo, ma aiutandosi da mappe cartacee. Insomma, si tratta di un film molto interessante…
Ma la cosa più interessante è che Putin è vestito da guardia giurata di un supermercato (si trova a 1470 rubli, circa 14,70 euro):
Sì, nella produzione di questo film si sono impegnati proprio tutti.