L’archivio della rubrica «Nel mondo»

Google sa sorprendere

Sono infinite le sorprese del mondo digitale. Questa volta scopriamo – e ci sorprendiamo – che già questa estate a New York aprirà il primo negozio offline di Google. Nel negozio si potrà comprare gli smartphone Pixel, i notebook Pixelbook, gli activity tracker Fitbit, le componenti dello smart home Nest e altre cose.
Non avrei mai immaginato di dover leggere una notizia proprio durante il periodo storico in cui pure i miei vicini di casa apparentemente meno «tecnologici» (a causa dell’età o dell’evidente grado di istruzione) hanno dovuto imparare a usare l’Amazon. Paradossalmente, lo noto da un indicatore poco ovvio: dalla quantità dei cartoni con la freccia curva che negli ultimi quindici mesi sono aumentati tantissimo tra la spazzatura.
Dall’altra parte, proprio Google a volte mi manda ancora le lettere cartacee. Quindi aspetto un po’ prima di scommettere sul fallimento del negozio analogico…


Comprare un vulcano

Non posso non segnalare a tutti gli interessati (interessati? boh…) che il terreno attorno al vulcano islandese Fagradalsfjall è stato messo in vendita dalla associazione degli attuali proprietari. In sostanza, è possibile comprare anche l’intero vulcano o solo una sua parte.
L’eruzione del Fagradalsfjall è iniziata il 19 marzo – sicuramente ne avevate letto qualcosa anche voi – e da quel momento il vulcano è diventato una popolare meta turistica (oltre ad attirare l’attenzione degli scienziati e dei fotografi professionali). Il nuovo proprietario sarà tenuto a garantire l’accesso dei turisti, mentre il governo islandese ha già stanziato l’equivalente di 564.000 dollari americani per la creazione della infrastruttura turistica.
Solo un dettaglio non mi è del tutto chiaro: si potrà sfruttare economicamente il Fagradalsfjall? Non sono particolarmente informato sull’argomento in generale, ma presumo che possa diventare il primo vulcano «commerciale» al mondo. Basterebbe solo elaborare un po’ di idee e poi legalizzarle…
Nel frattempo, spero che manchi ancora poco tempo per riuscire a investire relativamente poco nel settore turistico (attualmente in crisi per dei motivi ovvi). Quindi affrettatevi.


Un risultato da osservare

Il San Marino si è autodichiarato il primo Sato al mondo liberato del coronavirus grazie a una campagna vaccinale. Pur constatando di avere alcuni dubbi sul vaccino «Sputnik V», non posso non riconoscere che forse è stata trovata la prima ragione valida della esistenza dei micro-Stati: una maggiore efficacia nella gestione di alcune emergenze.
Chissà se questo esempio riesca a diventare, un giorno, una delle argomentazioni a favore del vero federalismo. Anche in Italia (è da un po’ che non se ne parla più, ahahaha).


Le stranezze dei “ciclisti”

Uno dei misteri più grandi questo mondo è costituito dalle motivazioni delle persone che comprano le biciclette e poi le trasportano, nei loro viaggi quotidiani, sui mezzi pubblici urbani (quindi anche a brevissime distanze). Non posso dire che mi diano fastidio: tanto, lo fanno solo fuori dagli orari di punta, quando sulla metropolitana ci sono poche persone (anche prima della pandemia). E non ho mai smesso di pensare che la bicicletta sia il mezzo peggiore per spostarsi in città. Ma non capisco che senso abbia questo uso improprio dei mezzi di trasporto: sia quelli personali che pubblici.
Spero di avere una illuminazione prima o poi…

Però esistono anche altre situazioni abbastanza curiose legate all’uso delle biciclette. Quasi tutte le mattine feriali, percorrendo il corso Vittorio Emanuele II da piazza Duomo a piazza San Babila, raggiungo e supero una signora di mezza età (o poco più?) che cammina conducendo a lato la propria biciletta da città. Non l’ho mai vista in sella, mi sembra che utilizzi la bicicletta solo per appendere la borsa sul manubrio. E ogni volta ho ancora più tentazione di chiederle perché insista a portarsi inutilmente dietro un oggetto ingombrante. Ma per ora resisto.
Ho anche la foto, ma non so se mi conviene pubblicarla…


Il vaccino sfortunato

Non tutti, per fortuna, hanno avuto il modo di accorgersene, ma le tristi avventure del vaccino di AstraZeneca continuano. Infatti, ieri è stato comunicato che a partire da giugno l’azienda russa R-Pharm produrrà, su licenza, il suddetto vaccino per il mercato estero. Per ora si sa solo che il vaccino si chiamerà «R-Covi», sicuramente verrà esportato negli Stati del Golfo Persico e verrà prodotto in alcune centinaia di migliaia di dosi al mese.
Tale notizia va letta nel contesto di una situazione stranissima del vaccino russo «Sputnik V»: in Russia non si è ancora riuscito ad avviare la sua produzione di massa nel senso vero e la qualità delle ultime partite prodotte sembra essere scesa rispetto alle prime (per non parlare dei grandi dubbi circa i test effettuati).
Sarà realmente curioso vedere se, nonostante le differenze nei nomi, si verificherà una «sincronizzazione» delle due reputazioni…


Affrontare i pazzi armati

Qualcuno dei presenti avrebbe potuto leggere della sparatoria «in stile americano» avvenuta ieri in una scuola a Kazan, in Russia. Non ha molto senso commentare le azioni di un pazzo. Il commento della situazione mentale di un pazzo concreto che, secondo le sue stesse parole, ha sentito di essere un dio e di odiare tutte le creature viventi potrebbe essere troppo lungo. Altrettanto lungo e difficile sarebbe il commento sulla libertà di circolazione delle armi tra la popolazione civile. Quindi uso il suddetto fatto di cronaca solo per condividere con (o ricordare ai) lettori un documento interessante.
Il Dipartimento della sicurezza interna degli USA, assieme ad alcuni esperti, ha elaborato già anni fa una guida – in realtà abbastanza semplice e logica – sul come affrontare gli aggressori armati nei luoghi pubblici. Ovviamente dobbiamo sperare che la conoscenza di tale documento non serva a nessuno, ma nel mondo globalizzato alcune cose potrebbero accadere in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Senza alimentare il panico, nemmeno nella propria testa, ricordiamo dunque questa guida ai vari responsabili della sicurezza.
Gli americani non potevano non scriverla bene…


Propongo una indagine

I sociologi che dispongono i mezzi necessari per raccogliere le opinioni delle larghe masse potrebbero organizzarsi per svolgere una interessante ricerca a livello nazionale o, addirittura, mondiale… Anzi, sarebbe interessantissimo confrontare i risultati Stato per Stato e poi cercare delle correlazioni con il modo di affrontare la pandemia del Covid-19 adottato in ogni singolo Stato.
L’indagine che intendo ha solamente una domanda:
«Voi, gli umani viventi nel 2021, quale anno intendete con l’espressione l’anno scorso? Intendete il 2020 o il 2019?»
La domanda mi è venuta in mente già un paio di mesi fa, quanto mi ero improvvisamente accorto di pensare al 2019 proprio nei termini dell’"anno scorso". Non considero il 2020 del tutto perso e/o inutile: sono riuscito a produrre qualcosa di interessante e vivere diversi mesi secondo un ritmo molto simile a quello abituale. Ma, allo stesso tempo, le varie restrizioni imposteci hanno reso il 2020 un po’ povero di avvenimenti memorabili (rispetto agli anni precedenti). Quindi spesso, ricordando qualche evento, penso automaticamente che sia successo l’"anno scorso".
So di non essere l’unico a osservare tale fenomeno nella propria testa. Di conseguenza, sarei curioso di scoprire la sua portata.


Le aziende più influenti

Probabilmente avete già letto o sentito che il «Time» ha pubblicato, per la prima volta nella storia, una lista di cento aziende più influenti del mondo. Dopo avere letto la lista (in realtà ci vuole meno tempo di quanto potreste immaginare), potreste fare uno dei seguenti giochi:
– calcolare la percentuale delle aziende che conoscete;
– provare a capire perché mancano alcuni sviluppatori dei vaccini anti-Covid;
– proporre qualche azienda che possa meritare un posto nella suddetta lista.


Morto l’autore del PDF

Nel mare delle notizie importanti e/o interessanti che ci circondano in questo periodo, ne abbiamo quasi perso una che in qualche modo riguarda la nostra vita quotidiana da molti anni. Tre giorni fa, il 16 aprile, è morto Charles Geschke: uno dei fondatori della Adobe e il creatore dei formati PDF e TIFF.
Il primo formato menzionato è noto a (e spesso è una salvezza per) tutti coloro che lavorano almeno occasionalmente con i documenti digitali. Il secondo formato è ancora oggi apprezzato (anche se, probabilmente, un po’ meno di prima) dai fotografi e grafici per una buona gestione dei colori.
Di conseguenza, mi sembrava particolarmente brutto non ricordare uno dei personaggi più importanti del mondo tecnologico terrestre.

P.S.: probabilmente sono uno dei pochissimi a non temere di ammettere il proprio affezionamento al Dreamweaver. Lo utilizzo serenamente – nelle varie sue versioni – da circa vent’anni e sono molto contento che la Adobe abbia continuato a svilupparlo dopo l’acquisizione della Macromedia del 2005.


Google contro il Covid

Una delle scelte più strane in merito alla campagna vaccinale anti-Covid è quella recente della Google: l’azienda ha promesso, tra le altre cose, di vaccinare 250 mila persone nei Paesi con il reddito medio-basso. Anche se dovesse riuscire a vaccinare la suddetta quantità di persone in ogni Stato scelto, probabilmente non si tratta di numeri particolarmente rilevanti… Ma, comunque, è sempre meglio di niente, quindi complimenti a Google.
Ah, e poi la stessa azienda promette la pubblicità gratuita – per un valore massimo di 250 milioni di dollari – delle informazioni veritiere sui vaccini. Chi non vive negli Stati con il reddito medio-basso potrebbe provare a usufruire almeno di questa parte della spesa!