Quando una forza suprema vuole fare impazzire una persona, la fa pensare alla ecologia: è una nuova legge che ho dedotto da alcune notizie lette.
Per esempio: la ministra delle finanze indiana Nirmala Sitharaman ha «inventato» un modo molto particolare di ridurre le emissioni del CO2 del 35% in tutta l’India entro il 2030 e di rispettare dunque almeno una parte degli impegni presi nell’ambito dell’Accordo di Parigi sul clima. In particolare, ha inventato un modo di stimolare la produzione e l’uso delle automobili elettriche…
A questo punto conviene ricordarsi del contesto nazionale nel quale deve essere «inquadrato» il progetto della ministra. In primo luogo, bisogna ricordare che le città indiane sono molto compatte e non hanno quindi abbastanza spazi per le stazioni di ricarica delle auto elettriche (attualmente in India ci sono quasi 975 auto elettriche e solo poco più di mille stazioni). In secondo luogo, bisogna ricordare che le batterie delle auto elettriche costano tanto (non solo in India, ma in tutto il mondo): questo dettaglio determina non solo il prezzo delle auto, ma rende anche molto simili i costi per la sostituzione di una batteria rotta/invecchiata e l’acquisto di una auto elettrica nuova.
E ora torniamo all’idea della ministra: ha proposto di creare un sistema di sostituzione delle batterie scariche con quelle cariche come se fossero delle pile di un telecomando. E, soprattutto, offrire un supporto statale per l’affermazione di tale sistema: complessivamente per una somma di 6 miliardi di dollari americani. In questo modo verrebbero eliminati entrambi i problemi di cui sopra. L’obiettivo prefissato dal governo indiano è quello di arrivare alla soglia del 30% delle auto elettriche private vendute nuove entro il 2030.
Ebbene, dal punto di vista ecologico – ma non quello tecnico – il sistema proposto mi sembra di una utilità molto dubbia (per non dire che sembra una grossa m…chiata). Infatti, per combattere le emissioni del CO2 delle auto si propone di produrre il doppio (come minimo) delle batterie: quindi aumentare tutte le conseguenze ecologiche legate alla fabbricazione e al futuro smaltimento (inevitabile) delle batterie invecchiate. Questa si chiama «la genialità alternativa».
Oppure è solo l’ennesima manifestazione del trucco infantile «nascondiamo il problema da un’altra parte e facciamo finta che non esista più»?
In ogni caso, avrebbero fatto meglio a ridurre i dazi di importazione delle auto elettriche: attualmente in India sono pari al 100% del prezzo dell’auto importata.
L’archivio della rubrica «Nel mondo»
All’inizio del secolo (ahahaha, suona bene) la polizia irlandese aveva intensamente cercato, per alcuni anni, uno dei trasgressori peggiori del Codice della strada locale: un automobilista polacco che avrebbe violato le regole per oltre cinquanta volte. A tutti i poliziotti irlandesi era stato comunicato il nome del ricercato: Prawo Jazdy…
Questa storia curiosa dimostra quanto è utile conoscere le lingue appartenenti alle famiglie linguistiche (o, spesso, zone geografiche) diverse. Perché cercare un Prawo Jazdy in Irlanda è un po’ come cercare un Driving License in Italia. Stupendosi, in entrambi i casi, per il fatto di non riuscire a trovare il tipo misterioso.
Quindi studiate di più e meglio per lavorare con più efficacia e per evitare le figure di emme internazionali.
Io, da russo che non ha mai studiato il polacco, interpreto subito l’espressione «Prawo Jazdy» letteralmente come «Diritto a viaggiare». Ed è una espressione concettualmente simile a quella che si usa in Russia per indicare quel documento che attesta il diritto di una persona a guidare un mezzo motorizzato.
Sicuramente tutti i miei lettori minimamente connessi con il mondo reale sanno che a partire da oggi la validità del cosiddetto «Green Pass» è ridotta a 6 mesi. La tutela della salute propria (è uno di quei casi in cui conviene essere egoisti) e degli altri è importante quanto la libertà di spostamento, quindi pure io sono andato – nel tardo pomeriggio di domenica – a ottenere la mia terza dose (il booster). Non ho ancora visto una posizione univoca degli scienziati circa il periodo reale di funzionamento delle prime dosi (a volte mi sembra che a promuovere la vaccinazione frequente siano prevalentemente i produttori dei vaccini stessi), ma la terza dose male non fa (anzi!), quindi sono andato tranquillo. La terza dose del Pfizer – con il quale ci conosciamo già – ha già prodotto lo stesso effetto percepibile di prima: un leggero dolore alla spalla. Ma non è di questo che volevo scrivere.
Mi ha sorpreso tantissimo il vuoto quasi totale al «mio» centro vaccinale (abbastanza grande): una volta compilato il solito questionario, mi sono trovato in una fila con 2 (due!) persone davanti. Considerati la vicina scadenza burocratica, il giorno libero (domenica) per molti lavoratori e una certa paura collettiva del virus, sono rimasto molto sorpreso… Ma si sono già vaccinati tutti? Oppure la maggioranza di coloro che volevano farlo si sono contagiati prima? Boh.
Però dalle conversazioni dei medici e infermieri sentite per caso, ho capito che verso la fine della giornata a loro erano avanzate un po’ di dosi di Pfizer e di Moderna. Di conseguenza, chi non è riuscito a prenotare la vaccinazione per una data vicina, può provare a presentarsi anche senza al centro più vicino verso fine giornata. Potrebbe andarvi bene!
Vaccinatevi, vaccinatevi, vaccinatevi che mi sono rotto tutto di questa pandemia.
Nella città inglese di Brighton and Hove è stata approvata una legge locale che impone, per la costruzione di nuovi edifici di oltre cinque metri di altezza, l’utilizzo dei mattoni speciali per la nidificazione delle api solitarie.
Più o meno tutti sanno che le api che vivono in grandi alveari: queste sono le cosiddette api sociali. Ma poi esistono anche delle api solitarie: in realtà sono la maggioranza, quasi 250 delle 270 specie che vivono nel Regno Unito. Pure le api solitarie sono considerate importanti impollinatori di piante e la loro scomparsa potrebbe causare dei gravi danni all’ecosistema locale. E, tra l’altro, si sostiene che le api solitarie spesso si stabiliscono nelle crepe delle vecchie murature. Ma i nuovi edifici moderni vengono costruiti senza delle cavità utili per gli insetti, quindi le api solitarie soffrono. I mattoni per le api imposti dalla nuova legge sono uguali ai mattoni normali, ma hanno dei buchi: le api potranno arrampicarsi e viveri dentro.
Il consigliere comunale Robert Nemeth, l’ideatore della suddetta legge, spera che i nuovi mattoni contribuiscano alla conservazione della biodiversità. Ma io immagino già quanto gli saranno grati gli elettori umani residenti nei nuovi palazzi, ahahaha…
Il Ministero degli Esteri britannico sostiene che la Russia starebbe sviluppando un piano per portare al potere in Ucraina dei leader pro-Russia. E lo fa pubblicando una lista di quattro nomi…
Non elenco e non commento quei nomi non solo perché non direbbero alcunché a un italiano medio, ma anche perché, indipendentemente dalle dichiarazioni degli alti funzionari russi, si tratta dei nomi un po’ strani. Sono nomi delle persone che a prima vista sembrano scelte quasi a caso perché negli ultimi anni non si sono distinti – almeno sul campo pubblico – per alcun legame serio e/o indubbiamente «positivo» con la Russia.
L’ipotesi del tentativo di instaurare, in qualche modo, un governo pro-russo in Ucraina sembra logica e può essere analizzata, ma in essa possono essere inseriti tanti altri nomi non meno probabili: come se fossero delle lettere latine indicanti una infinità delle possibili variabili.
In questo preciso momento mi sembra comunque più utile e interessante seguire il conflitto politico-militare tra la Russia e NATO riguardante, in parte, il futuro dell’Ucraina.
La storia è di quasi sei anni fa, ma io l’ho scoperta solo pochi giorni fa: tre turisti hanno voluto ringraziare per l’ospitalità una famiglia islandese e hanno quindi inviato una lettera da Reykjavik. Non si ricordavano l’indirizzo postale della fattoria di quella famiglia, ma si ricordavano bene la sua collocazione geografica. Quindi sulla busta al posto dell’indirizzo hanno disegnato la mappa:
Mi incuriosiscono tanto le persone che non sono capaci di cercare delle informazioni elementari su internet (nemmeno un indirizzo approssimativo!), ma, probabilmente, questi tre turisti volevano solo fare uno scherzo simpatico. Sicuramente ci sono riusciti. Mentre il postino è riuscito a consegnare la lettera ai destinatari.
Aggiungo anche la foto della casa dei destinatari della lettera:
Spero che non abbiano iniziato a ricevere troppe buste con la replica di quella mappa (a meno che non siano interessati a qualche forma di collezionismo). Mentre voi, volendo, potete andare su Google Maps, scegliere qualche altra abitazione isolata – non necessariamente quella del presente post – per provare a inviare una lettera cartacea in un modo analogo. I pretesti possibili sono tantissimi: per esempio, fare gli auguri per qualche festa largamente celebrata.
Perché tutti parlano della energia solare e nessuno parla della energia nevosa? Boh…
E, soprattutto, perché l’entusiasmo popolare è ancora tanto alto da oscurare i limiti di quella solare in certe zone geografiche?
Ah, no: l’entusiasmo non è solo popolare. Ai dirigenti dell’UE era bastata una sola estate con tanto sole e vento per dimenticare che la quantità del vento e delle giornate soleggiate varia di anno in anno (ma pure nei periodi più brevi), decidere dunque di poter non rinnovare le scorte del gas (inducendo quindi gli ex fornitori a dedicarsi ad altri mercati), e, di conseguenza, trovarsi – a grandissima sorpresa – nella situazione di dover affrontare il prezzo di oltre mille euro per mille metri cubi del gas…
Oltre alle ricerche sospette sul livello della povertà nel mondo, nello stesso mondo si pubblicano anche delle ricerche alle quali si vuole tanto credere. Per esempio: nella ricerca della Bennett Institute for Public Policy (della Cambridge University) si sostiene che i partiti (e i politici) populisti di tutto il mondo hanno perso nel grado del sostegno durante la pandemia del Covid-19.
Gli autori della ricerca hanno raccolto e studiato le opinioni politiche di più di mezzo milione di persone di 109 Stati dall’inizio del 2020 (non tantissimi, ma nemmeno pochi). E hanno scoperto che il sostegno ai partiti populisti in tutto il mondo è sceso in media di 10 punti percentuali nel periodo indicato. Invece l’approvazione delle azioni dei governi centristi nel contrasto della pandemia alla fine del 2020 era in media di 16 punti percentuali superiore all’approvazione delle azioni nello stesso campo intraprese dei governi populisti. Inoltre, in tutto il mondo è aumentata la fiducia nelle istituzioni tecnocratiche e negli esperti che prendono le decisioni politiche. Già nell’estate del 2020, per esempio, il numero di persone convinte che gli esperti dovessero essere autorizzati a prendere le decisioni in base al loro parere professionale era già aumentato di 14 punti percentuali in Europa e di 8 punti negli Stati Uniti.
Beh, i risultati di questa ricerca potranno essere verificati in giro di pochi anni. Dobbiamo solo «fare lo sforzo» di arrivarci per vedere tutto con i propri occhi, ahahaha
A volte mi capita di leggere delle ricerche statistiche-economiche un po’ strane… Per esempio: la Oxfam (Oxford Committee for Famine Relief, una confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicherebbero alla riduzione della povertà globale) sostiene che da marzo del 2020 – quindi dall’inizio della pandemia del Covid-19 – la ricchezza delle 10 persone più ricche è aumentata di 1,3 miliardi al giorno per tutto il periodo della pandemia. Allo stesso tempo, sempre secondo la Oxfam, i redditi del 99% delle persone sono scesi e più di 160 milioni di persone sarebbero finite sotto la soglia della povertà.
Boh… Capisco che durante la pandemia qualcuno si è arricchito: lo si può spiegare abbastanza facilmente. Sempre facilmente si può capire che molte persone hanno perso almeno una parte dei loro redditi: per esempio, tutti coloro che lavoravano nel settore dei servizi alla persona (quindi chiuso o fortemente limitato per molto tempo a causa delle restrizioni medico-sanitarie); hanno poi perso il lavoro molte persone meno istruite, quelle che svolgevano i lavori manuali non praticabili da remoto.
Ma l’affermazione sul calo dei redditi del 99% delle persone mi sembra una grossa esagerazione. Infatti, in tutto il mondo c’è una notevole quantità delle persone che, pur lavorando da casa, continua a percepire lo stipendio di prima, ma spende meno rispetto al periodo pre-pandemia. Così, ogni mio lettore può provare a calcolare quante spese sosteneva prima solo per andare fisicamente al lavoro: per i mezzi di trasporto (pubblici o privati) o per i vestiti seri e di qualità. E poi, sicuramente, ora si spende meno per i viaggi di vacanza. Insomma, prima della pandemia nel corso di ogni anno solare si accumulava una somma sensibile.
Quindi mi sa che i lottatori professionali contro la povertà hanno tentato ancora una volta di manipolare l’opinione pubblica.
Il Senato degli Stati Uniti ha pubblicato una proposta di legge, redatta da 26 senatori, sulle sanzioni da imporre alla Russia se le truppe russe dovessero invadere l’Ucraina o se il conflitto tra la Russia e l’Ucraina dovesse intensificarsi ulteriormente. Tra le misure proposte ci sono il divieto di entrare negli Stati Uniti e il congelamento dei beni statunitensi del presidente russo, del primo ministro, del ministro degli esteri e del ministro della difesa, così come dei comandanti di vari tipi di truppe e di altri individui che la Casa Bianca dovesse ritiene coinvolti in «aggressioni contro l’Ucraina». Si tratta di un documento lungo e, dicono, visto positivamente dalla Casa Bianca. Ma nonostante tutto questo, attualmente non mi sembra un documento da prendere troppo sul serio.
Prima di tutto, non è da prendere sul serio perché l’intervento diretto (apertamente dichiarato) delle truppe russe in Ucraina continua a sembrarmi poco probabile. In secondo luogo, non è detto che un documento del genere venga approvato (o, almeno, approvato nella sua redazione attuale). In terzo luogo, spero tanto che prima o poi qualcuno riesca a spiegare ai politici federali americani che il presidente russo menzionato nel documento si comporta costantemente come un bullo infantile: quando si sente sotto pressione, continua a «fare il cattivo» con una intensità maggiore di prima. Quest’ultimo punto, in particolare, complica tanto il lavoro dei politici e diplomatici costretti ad affrontare i comportamenti dei governanti russi e richiede una buona fantasia nell’inventare le sanzioni: ovviamente, qualora ci fosse l’interesse di introdurre sanzioni (o compiere qualsiasi altro tipo di azione) funzionanti e realmente mirate al raggiungimento di un obiettivo concreto e voluto. E, effettivamente, dobbiamo ammettere che nessuno ha mai sostenuto che la politica e la diplomazia siano dei mestieri facili. Non consistono certo nella sola frase imperativa «fai il bravo».