L’archivio della rubrica «Nel mondo»

Manifestare la propria sostanza

È incredibile la prontezza con la quale certe persone manifestano la propria stupidità:

L’abbigliamento in questione è in vendita sul sito personale di Donald John Trump jr.
I più «reattivi» di quei personaggi svolgono però anche una utile funzione sociale: aiutano ad applicare delle etichette ben visibili (per esempio come quella riportata sopra) ai loro «colleghi» di «intelletto». Quindi nelle prossime settimane o mesi sapremo fare qualche diagnosi in più.
Per bilanciare in qualche modo il contenuto un po’ deprimente del presente post, aggiungo infine anche il link al testo pubblicato dal gaffer Serge Svetnoy: a eccezione di un inutile passaggio populista/sinistroso collocato verso la fine, è un buon testo. Non se l’autore si sia reso conto di avere in parte accusato lo stesso Alec Baldwin, ma capita.


The Economist ha pubblicato dei grafici dettagliati e interessanti sull’eccesso di mortalità verificatosi durante tutto questo periodo della pandemia del Covid-19. Si tratta certamente dei dati importanti, ma non so se qualcuno sarà mai in grado di stabilire quanti morti siano realmente attribuibili al coronavirus e quanti invece alla pandemia del panico e della paura creata da quasi tutti i governi. Quella pandemia che — sconvolgendo il corso abituale della vita — ha portato alla gente non solo tutti i tipi di depressione, fobie e attacchi di panico, ma, in molti casi, anche a un marcato indebolimento dell’immunità. Gli effetti di questa pandemia di panico e paura si sentiranno ancora per anni, ben oltre la fine ufficiale di tutto questo caos covidico.
Però nel frattempo possiamo osservare pure un dato chiarissimo e per nulla sorprendente. Un secco dato statistico che non può essere scambiato per una opinione. Provate ad andare sul sito sopraindicato e leggere la classifica degli Stati fatta in base all’eccesso di mortalità: in quale posizione si trova quell’unico Stato europeo che si è rifiutato di creare problemi ai propri cittadini? I critici ci avevano detto che quei cittadini sarebbero morti tutti…

Un piccolo spoiler per tutti coloro che non hanno voglia di consultare i dati scientifici: la Svezia si trova al 47-esimo posto. Quarantasettesimo. Non so se il vostro bagaglio delle domande circa la gestione della pandemia da parte del proprio Governo sia ora variato.
E poi una piccola precisazione: il dato ufficiale della Russia non è reale, ma fortemente corretto al ribasso.


Il riesame del “Sputnik V”

Dal registro della WHO risulta che sia ripartita la procedura di certificazione del vaccino russo contro il Covid-19 «Sputnik V» (lo trovate al numero 12, la seconda pagina del PDF).
Anche se il vaccino russo dovesse essere finalmente riconosciuto a livello internazionale, non cambierebbe molto per la salute pubblica planetaria. Infatti, negli Stati occidentali nessun cittadino mentalmente sano ha avuto dei problemi con l’accesso ai vaccini già esistenti, mentre la Russia non produce e non produrrà le dosi per l’esportazione (anzi, dai pochi dati statistici disponibili sembrerebbe che è incapace di produrre nemmeno le dosi necessarie per la propria popolazione).
Ci saranno invece dei cambiamenti positivi per la ripresa della economia globale: le persone già vaccinate con lo «Sputnik V» — che non solo i residenti in Russia — potranno ricominciare a circolare nel mondo, quindi anche portare i soldi. Bisogna temerli? Ormai no: le statistiche dicono che il vaccino russo non è peggiore di quelli applicati in Europa. Bisogna solo sperare di non beccare uno di quei no-vax russi che si sono comprati il certificato di vaccinazione senza farsi alcuna puntura, ahahaha
Ma, purtroppo, non è detto che sopravvivano fino al momento della riapertura dei confini…


Contro i non-peccati

Tutti i giornali e le agenzie hanno scritto che [solo] in Francia nel periodo dal 1950 a oggi circa 216 mila bambini hanno subito delle violenze sessuali operate dai sacerdoti della Chiesa cattolica. Lo si può leggere anche nel rapporto della Commissione che ha indagato sui fatti. Jean-Marc Sauvé, il capo della suddetta Commissione, sostiene che la quantità delle vittime potrebbe raggiungere la quota di 330 mila qualora venissero prese in considerazione anche le violenze esercitate dai laici collaboratori della Chiesa (per esempio, gli insegnanti delle scuole cattoliche). In sostanza, si tratta di quasi dieci vittime al giorno per 70 anni consecutivi.
In merito a tali dati possiamo fare due considerazioni. In primo luogo, dobbiamo ricordarci un fatto abbastanza «curioso»: nel cristianesimo la pedofilia non è considerata un peccato. Ma allo stesso tempo possiamo riconoscere che tale fatto ha una solida logica interna: senza la pedofilia non sarebbe nato il principale personaggio fiabesco del cristianesimo stesso.
In secondo luogo, circa tre mila preti-pedofili in uno solo Stato è una entità troppo ampia per poter parlare delle «eccezioni». Sembra invece che la pedofilia sia una delle caratteristiche regolari della Chiesa. Dubito che la situazione possa essere risolta (almeno in modo radicale) nemmeno con l’abrogazione dell’inutile e innaturale celibato. Certe preferenze non si possono «curare» e, purtroppo, vengono in qualche modo praticate nonostante tutti gli impedimenti. Tra i rarissimi esempi positivi, si veda la scelta del più giovane vescovo spagnolo: ha risolto il problema del celibato nel modo più logico possibile (mentre tanti suoi ormai ex colleghi sono ancora dei clandestini).
In generale, penso che l’accesso alla religione debba essere regolato come quello all’alcol e al tabacco: solo per i maggiorenni e solo con l’avviso ben leggibile circa i danni per la salute (soprattutto quella mentale). Mentre la pubblicità/propaganda dei prodotti magici di tutte le Chiese dovrebbe essere vietata. Ormai non ci vogliono delle notizie più o meno fresche per dirlo.


Morto Viktor Brjuchanov

A volte capita di leggere delle notizie, di fronte alle quali viene da chiedersi senza alcuna cattiveria: ma quello era ancora vivo? Così è successo, almeno per me, anche ieri, quando ho letto della morte di Viktor Brjuchanov: un ingegnere di termoenergetica in base al diploma di laurea, un semplice amministratore in base alle sue dichiarazioni e il primo – nell’ordine cronologico – direttore della centrale elettronucleare di Černóbyl in base al libretto di lavoro. In particolare, ha ricoperto l’incarico del direttore dall’aprile del 1970 al luglio del 1986. Anzi, dopo la scarcerazione anticipata (avvenuta nel 1991) aveva lavorato ancora per un certo periodo di tempo alla stessa centrale in qualità del capo dell’ufficio tecnico, ma questo è già un dettaglio meno importante.
Il fatto è che fino all’altro ieri non avrei proprio immaginato che fosse ancora in vita. E invece è morto ieri, nel periodo forse conclusivo di una nuova apocalissi mondiale. Potrei provare a cercare un segnale della fine di un ciclo in quella notizia, ma evito…

È già stato giudicato dalla storia.


Un artista geniale

Dalla Danimarca è giunta una bellissima notizia sul mondo dell’arte. Secondo me merita di essere raccontata almeno in breve.
L’artista danese Jens Haaning si è fatto prestare dei soldi dal Kunsten Museum of Modern Art (situato ad Aalborg, nel nord della Danimarca) per realizzare la replica di una sua opera concettuale: quella che mostrava i redditi di un austriaco e di un danese attraverso l’esposizione dei soldi reali su due bacheche. Il museo ha accontentato la richiesta di Haaning e gli ha dato 534.000 corone danesi (quasi 72 mila euro). Al momento della ricezione fisica della nuova opera promessa dell’artista si è però scoperto che le bacheche sono completamente vuote, mentre l’opera si chiama «Prendi i soldi e scappa». Nel corso di una intervista al canale televisivo DR Haaning ha detto che la suddetta opera artistica consiste nel fatto che egli – Haamimg – ha preso i soldi e non intende restituirli.
Il museo Kunsten, da parte sua, pretende la restituzione dei soldi e sta considerando l’opzione di denunciare Haaning alla polizia. E io non so se quello della amministrazione museale sia un comportamento saggio. Il mio dubbio deriva da due considerazioni.

In primo luogo, l’amministrazione del museo ha avuto una preziosa occasione di approfondire le proprie conoscenze sul fenomeno dell’azionismo nell’arte contemporanea.
In secondo luogo, negli ultimi decenni si osserva una brutta tendenza di definire come «arte contemporanea» una qualsiasi stronzata inutile esposta in un luogo pubblico.
Nell’ottica di questi due fenomeni artistici di oggi, il museo dovrebbe gioire per essere diventato un coautore di una opera d’arte contemporanea tanto ammirevole (un capolavoro, direi) e perdonare dunque Jens Haaning. L’artista, essendo libero di intraprendere tutte le performance che vuole, ha guadagnato onestamente i soldi prendendo in giro chi fa finta di capire qualcosa del proprio lavoro.
Ci resta solo applaudire e imparare…


Una censura valida

Lo avrete già letto: il Telegram ha bloccato due canali dei «novax» covidici – uno italiano e uno tedesco – che incitavano alla violenza contro il personale medico impegnato nella vaccinazione contro il Covid-19, pubblicando anche i dati personali delle persone (scusate la tautologia) concrete. Il creatore del Telegram Pavel Durov descrive bene quella decisione (in inglese), quindi non mi metto a riassumere le sue parole.
La cosa che posso constatare io è semplice: anche qualora non ci fossero stati degli inviti alla violenza e/o la pubblicazione dei dati personali, avrei pienamente appoggiato questa forma di censura. Perché grazie a quei [censured censured censured censured censured] dei novax si diffondono e continuano a mutare non solo i virus come il Covid-19, ma pure tante di quelle malattie che l’umanità riteneva di avere superato già decenni o secoli fa: la peste, la pertosse, la difterite, il morbillo, la poliomielite etc.
Quindi, cari novax, chiudetevi in casa e godetevi la vostra libertà di schiattare per le malattie obsolete senza violare la libertà di vivere di tutte le altre persone.


Un po’ di populismo alimentare

Ho letto solo ieri che in Sud Corea il presidente ha proposto – finalmente? – di valutare l’opportunità di vietare i hot dog locali (ehm, che battuta…).
Di fronte a questa notizia, mi sono improvvisamente accorto di essere assolutamente indifferente, dal punto di vista estetico, al «donatore» della carne che mangio. La maggioranza degli animali vivi mi è simpatica, ma in in qualità del cibo mi piacciono (non sempre, ma di solito) allo stesso modo. L’unico mio desiderio è quello non vedere nemmeno un pezzo del percorso che fanno dalla «stalla» alla cucina.
Però non posso non constatare che in una realtà politica più simile a quella occidentale (non solo dal punto di vista visuale, come, per esempio, l’abbigliamento formale) in questo periodo i sudcoreani avrebbero iniziato da altri rappresentanti della fauna.


Le elezioni tedesche 2021

Non c’è bisogno di fare chissà quale analisi politica per osservare due grande evidenze confermate dalle elezioni politiche tedesche di domenica.
1. Nessuno dei partiti può dirsi un grande vincitore. Di conseguenza, Angela Merkel rimarrà al suo posto ancora per un po’ di tempo: fino alla formazione di un Governo (con la relativa coalizione). La volta scorsa ci erano voluti circa sei mesi, vediamo quanto tempo ci mettono ora. Ma il fatto importante è: tanta gente in giro per il modo ha troppa fretta di salutare la cancelliera uscente.
2. Il partito di Angela Merkel ha mostrato il peggior risultato dal 1949 e, di fatto, ha perso le elezioni. Ma questo non significa che dobbiamo necessariamente cercare delle spiegazioni più o meno complicate o fantasiose alla sconfitta. Secondo il mio parere autorevole, tutti i Governi con i relativi leader e, in alcuni casi, i Presidenti degli Stati democratici mostreranno dei brutti (sicuramente inferiori al passato) risultati alle loro elezioni più vicine. Il motivo sarà sempre lo stesso: le scelte impopolari nella gestione della pandemia. Le scelte che in qualche modo hanno colpito quasi tutti gli elettori. Le scelte non solo impopolari, ma spesso anche palesemente confuse e stupide. Di conseguenza, possiamo dire che alla Germania è andata anche abbastanza bene: i pazzi verdi e i populisti marroni avrebbero potuto ottenere dei risultati ancora più alti.
Ecco, solo tenendo in mente le suddette due osservazioni possiamo fare tutti le analisi possibili e immaginabili delle elezioni tedesche.


Il limite delle capacità

Non ci vuole tanto a falsificare le elezioni politiche nel proprio Stato: ci sono le «forze dell’ordine» per chi si lamenta in casa e la magica frase «sono i nostri fatti interni» per chi si sorprende all’estero.
È invece molto più difficile regolare le proprie «questioni interne» all’estero: ieri la polizia inglese ha dichiarato di avere individuato il terzo responsabile dell’uso della sostanza Novichok a Salisbury nel 2018.

Da anni ormai non riesco a capire perché i servizi segreti russi vengano (ancora) visti come una specie del «marchio di qualità»: la parte «segreti» del proprio nome l’hanno persa quasi completamente…