L’archivio della rubrica «Nel mondo»

L’importanza di comunicare bene

Quando Thierry Breton, il Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, afferma che l’UE non avrebbe bisogno del vaccino russo «Sputnik V», dobbiamo ricordare una cosa fondamentale. Non è stata rifiutata l’importazione di un farmaco (a quanto pare, di qualità accettabile, e comunque importante per la salute pubblica). È stata invece sottolineata l’opportunità di destinare le risorse produttive ai vaccini di qualità più certa e, a volte, meno costosi.
Lo «Sputnik», infatti, è caratterizzato da un problema che in un certo senso rende inutile la discussione su tutti gli altri suoi aspetti: la Russia non ha mai avuto i mezzi per una sua produzione in serie. Di conseguenza, cerca di vendere in giro per il mondo la tecnologia, ma non il prodotto finale.
Quindi, niente «panico»: chi vuole allarmarsi, si allarme per lo stato della produzione in generale.


I dilemmi della vita reale

Più o meno tutti conoscono il cosiddetto «dilemma del carrello» e spesso lo citano anche quando non ce ne sarebbe bisogno.
Quasi nessuno è disposto a ragionare un po’ di più e immaginare dei dilemmi molto più vicini al mondo reale. Per esempio, non mi è quasi mai capitato di sentire o leggere dei dilemmi circa i servizi segreti. Ebbene, da un lato, capisco che quegli enti sono necessari a tutti gli Stati e spesso eseguono dei lavori utili per l’intera comunità, lavori di importanza vitale. Dall’altro lato, non capisco le singole persone che ci vanno a lavorare per scelta propria. Perché quelle persone non possono non immaginare tutta la varietà — usiamo pure questa espressione neutrale — delle missioni a cui dovranno partecipare attivamente nel corso di tutta la vita professionale. Questo può essere chiamato un paradosso o un dilemma…
Considerando quanto scritto prima, sono ancora più sorpreso per la scelta della azienda israeliana Cellebrite che ha deciso di non vendere più alla Russia e alla Belorussia le proprie soluzioni per lo hackeraggio dei dispositivi mobili (smartphone etc). La decisione è dovuta alla comprensione del fatto che nei due Stati citati i prodotti della azienda vengono utilizzati per le persecuzioni politiche degli oppositori.
Se la decisione della Cellebrite dovesse realmente essere attuata nella vita reale, non posso fare altro che constatare: a volte capitano dei miracoli e alcuni dilemmi parziali vengono risolti.


Mmm, sì

Non posso dire che Joe Biden mi sia diventato meno antipatico di prima, ma non posso non riconoscere che la capacità di dare delle risposte precise e sintetiche alle domande concrete è molto rara di questi tempi (e quasi assente tra i politici).


[il video dura poco più di un minuto, l’audio è fondamentale]
Aggiungo solo che condivido pienamente quella risposta affermativa.


Le notizie del razzismo

Alla fine, certe «notizie» ci raggiungono anche quando ce ne opponiamo con tutte le forze disponibili…
E allora non possiamo fare a meno di commentarle. Ma, almeno, proviamo a farlo in un modo più neutrale possibile.
Sulla immagine sottostante vedete un quadrato odiato dalle figure-parenti perché è nero. Per la sua fortuna, però, è ben protetto da una entità grigia e, inoltre, può vantarsi di avere recitato con un grande successo la parte di un cerchio.

P.S.: vi piace l’etica contemporanea che impone di non vedere (o di non notare) delle cose ovvie?


Alla ricerca delle radici

Prima di tutto, vi racconto due storie brevi.
La prima:

Un docente universitario: «Studente XYZ, perché non mi ha ancora inviato la sua presentazione per l’esame?»
Lo studente XYZ: «Si è roto il mio computer, non ho fatto in tempo a…».
(tratto da numerose storie quotidiane)

La seconda (immaginiamo pure che sia successa qualche anno dopo la prima):

Un cittadino qualsiasi: «Premier XYZ, perché la vaccinazione di massa non sta iniziando da due mesi?»
Il premier XYZ: «Si è rotto il vaccino…».
(nella vita reale questo dialogo non ha fatto in tempo a capitare, ma la scusa riportata è «veritiera» quanto quella precedente)

Cosa possiamo imparare da (o ricordare grazie a) queste due storie? Possiamo imparare che sono la vita e la preziosissima esperienza sul campo a portarci la capacità di anticipare molte domande scomode. Ma, purtroppo, dobbiamo anche ricordare che di solito già in partenza è evidente l’incapacità innata di molte persone a prevedere le domande scomode seguenti: quelle provocate dalle risposte anticipate sbagliate.
A tutti coloro che vogliono fare (o farsi) delle domande giuste, interpretare le risposte altrui o prendere delle decisioni in basse alle osservazioni di varia provenienza, io ricorderei uno dei principi basilari di logica.
«Dopo» non significa «in conseguenza a».
Tizio si è rotto un braccio dopo avere mangiato un gelato? La vendita dei gelati («pericolosi per le ossa») non va sospesa.
Caio ha preso il raffreddore dopo avere letto un romanzo di Kurt Vonnegut? La vendita dei libri («pericolosi per le vie respiratorie») non va sospesa.
Sempronio si è accorto di avere cinque capelli bianchi in più dopo avere passato dieci minuti su facebook? Di questi tempi in molti potrebbero ragionevolmente dubitare, ma non è un motivo per sospendere facebook.
Il fatto è che in un arco temporale mai visto prima sono stati creati più vaccini nuovi (ora non mi rimetto a parlare delle tradizionali procedure lunghe). La loro somministrazione nella maggioranza degli Stati lascia desiderare, ma si tratta comunque di numeri assoluti molto alti. Da punto di vista statistico, il numero delle morti avvenute dopo la vaccinazione (nessuno è in grado di sostenere che si tratti di una conseguenza) dovrebbe essere invisibile anche a una persona dotata di un microscopio elettronico. E così torniamo alla storia numero due…


Una casa per isolarsi

C’è chi dice che la pandemia del Covid-19 avrebbe indotto molte persone a rivalutare il concetto della casa. Se questa osservazione vale anche per voi, iniziate a valutare questa casetta a Marbela (in Spagna). All’annuncio sono allegate alcune foto interessanti.

E fate in fretta che c’è una fila dei potenziali acquirenti…


Una iniziativa tempestiva

In questi giorni il mondo sta mostrando uno strano interesse globale per le interviste da stampa scandalistica. Ma noi proviamo a salvarci prestando l’attenzione agli eventi molto più curiosi e, allo stesso tempo, molto più vicini alla nostra vita reale.
Come avrete notato, il 7 marzo in Svizzera si è tenuto il referendum circa il divieto di indossare gli indumenti che coprano l’intero volto della persona. Il 51,2% dei votanti si è espresso a favore. Ora il divieto – che non si riferisce solo all’abbigliamento imposto dalle religioni – deve essere inserito nella Costituzione, i Cantoni avranno due anni di tempo per attuare la nuova norma.
Il suddetto divieto è sensato? Sì, lo è da diversi punti di vista: anche se non so come verrà applicato – in un ipotetico futuro – ai vari artisti di strada, ai promoter vestiti da personaggi strani e ai partecipanti delle manifestazioni in stile carnevalesco. Ma la curiosità più grande è: si doveva scegliere proprio questo momento storico per promuovere un divieto del genere? Proprio nel periodo in cui diverse «autorità» ci dicono che le mascherine di vario genere vadano indossate anche quando ci si trova soli, da qualche mese, in un bunker ermetico?
Boh, a me sembra uno strano scherzo… Oppure una svista ridicola.
In ogni caso, vorrei proprio vedere se ora per una immaginaria svista del legislatore svizzero le fottute fastidiose mascherine diventino fuorilegge. Sarà un evento infinitamente divertente.


Ecceso di mortalità

Capisco che molte (o moltissime?) persone non ne possono più di leggere del Covid-19. Certi giorni pure io mi unisco a loro: in qualche modo la tranquillità interiore va anche tutelata.
Ma ogni volta mi «richiamo all’ordine» e ricomincio a aggiornarmi dalle poche fonti valide.
Una di queste fonti è la pagina creata da Dmitry Kobak e Ariel Karlinsky su GitHub. Quella pagina che in «tempo reale» monitora e ci mostra l’eccesso di mortalità per il Covid-19 in giro per il mondo. Attraverso lo studio dei numeri e dei relativi grafici divisi Stato per Stato e della classifica mondiale tutti i visitatori possono informarsi e provare a trovare un po’ di ottimismo un po’ strano e forse un po’ egoistico (perché ci sono molte zone del mondo messe peggio di quelle dove ci troviamo noi).

Comunque sia il vostro rapporto con le informazioni del genere, quello appena indicato è uno strumento interessante.


I viaggi casuali

Qantas, la più grande compagnia aerea australiana, da oggi vende i biglietti per i voli nazionali con la destinazione sconosciuta. I passeggeri non conosceranno il punto di destinazione fino al momento dell’atterraggio (vabbè, fino a poco prima, viso che sui monitor interni in tempo reale verrà visualizzata la rotta). Le partenze sono previste per il 27 marzo (da Brisbane), 18 aprile (da Sydney) e 1 maggio (da Melbourne). Tutti i viaggi sono da un giorno (si parte la mattina presto e si torna la sera tardi) e costano 737 dollari australiani (circa 475 euro). L’obbiettivo di tutta l’impresa è quello di stimolare il turismo interno: in realtà, di questi tempi ci vorrebbe qualcos’altro, ma ognuno si diverte come può…
In Europa, intanto, si potrebbe andare ancora oltre. Si potrebbe vendere dei viaggi con la data sconosciuta. Visto che nessuno sa se, quando e entro quali limiti ci sarà restituito il diritto alla libera circolazione, qualche azienda di trasporti o agenzia di viaggi (esistono ancora?) potrebbe vendere dei biglietti (o tour) per il futuro indefinito. In questo modo, il cliente viene convocato appena è possibile effettuare il viaggio e riceve l’ordine: «Tu parti domani mattina. Punto. Destinazione: Uganda. Accetta o perdi i soldi. Punto. Ciao».
È strano che nessuno ci abbia ancora pensato…


Liberare qualcuno

Pare che i capi di Stato e di Governo europei si sono già messi d’accordo (con una velocità che mancava da decenni, ahahaha) sulla opportunità di accogliere la proposta greca: introdurre prima dell’estate il «passaporto vaccinale» digitale che permetta agli europei vaccinati contro il Covid-19 di circolare liberamente in UE.
In merito a questa notizia positiva, posso fare due osservazioni.
Prima di tutto, sono contento che ci siano arrivati a concordare uno strumento digitale, quindi più difficilmente falsificabile.
In secondo luogo, spero che ora qualcuno vada oltre il piccolo traguardo già raggiunto e proponga di concedere dei permessi almeno temporanei alle persone con gli anticorpi. Allargare l’insieme delle persone (o, se preferite, lavoratori e consumatori) liberi sarebbe una cosa giusta e conveniente.