L’archivio della rubrica «Nel mondo»

Nuovi frutti del populismo

Le 25 richieste dei «gilet gialli» francesi è un eccellente prodotto della ignoranza economica, giuridica, politica e scientifica. Non so come si possa discuterne seriamente.

Ma penso che nelle ultime settimane più o meno tutti si siano già accorti che i membri di quel «movimento» non sono proprio dei grandi intellettuali.


La demografia globalizzata

Le ricerche demografiche dimostrano che fino al 1800 più di un terzo dei bambini nel mondo non raggiungeva l’età dei cinque anni. E in molti Paesi non raggiungeva tale età la metà dei bambini. Mediamente, allo stato del 1800 ogni donna aveva tra 5 e 7 figli, 2 o 3 dei quali morivano presto. Ed era una normalità (almeno dal punto di vista statistico).

Per il 1950 la situazione era cambiata radicalmente, ma solo nei Paesi sviluppati. La mortalità infantile si era ridotta di dieci volte, fino al 5%. La quantità dei figli era scesa Continuare la lettura di questo post »


Le tazze dei presidenti

Le persone attente hanno avvistato in alcune librerie vicino al Cremlino di Mosca dei set come quello della foto (ovviamente in vendita):

Avete pensato che siano degli adesivi per l’adattamento dei piccoli crocefissi ai trend moderni? Ebbene, avete sbagliato. Sono le bustine di tè.
Non so bene a chi sia venuta in mente l’idea di immergere gli organi presidenziali più sensibili nell’acqua bollente. Nemmeno i politici più antipatici andrebbero torturati in tal modo. I presidenti sgraditi vanno messi nella tazza in questo modo:


Le mie scoperte tessili

In realtà si tratta di una scoperta abbastanza banale, ma per me è comunque una conoscenza nuova.
Ho scoperto che esiste un sistema abbastanza preciso per riconoscere lo Stato di provenienza di un arabo in base al suo modo di vestirsi.

Lo stesso vale per una araba:


Klondike eterno

La settimana scorsa ben 27 eurodeputati hanno chiesto a Jeff Bezos di ritirare dal commercio su Amazon gli oggetti riportanti la simbologia sovietica. Sostengono che tale simbologia offenda le decine di milioni delle vittime del regime sovietico.
Io, essendo in forza di una fortunata combinazione dei fattori solo una vittima indiretta del suddetto regime (la cui mancata esistenza avrebbe garantito una vita migliore a molti miei parenti/antenati e un punto di partenza migliore a me stesso), posso constatare di essere offeso solamente dalla stupidità della gente. Di quella gente che è disposta a studiare la merda sotto il microscopio per trovare delle differenze tra il comunismo e il nazionalsocialismo e affermare la presunta buona qualità del primo rispetto al secondo. Ma il tempo passa, la quantità delle vittime dirette dei due regimi si reduce di giorno in giorno, mentre le vittime indirette hanno già avuto abbastanza tempo e occasioni per costruire una vita normale per sé e per i propri parenti meno fortunati. Quindi possiamo vedere la situazione in un modo tranquillo, senza manifestare delle emozioni forti.
Uno dei paradossi più grandi del nostro pianeta consiste nel fatto che il progresso tecnico-scientifico e quello ideologico si evolvono in modi differenti. Le idee tecniche e scientifiche obsolete vengono definitivamente cancellate da ogni ambito della nostra vita quotidiana. Le ideologie obsolete, obiettivamente superate da tutti i punti di vista, continuano invece a circolare e appassionare delle quantità notevoli delle persone in tutto il mondo. L’idiozia di uno smartphone con il disco (o semplicemente di un cellulare con i tasti come una vecchia Nokia 3310) è oggi evidente a tutti. O quasi a tutti. Non a tutti è evidente l’idiozia delle cose intangibili, per esempio del comunismo: è richiesta la capacità di informarsi, apprendere, operare con dei concetti astratti.
Ma tale paradosso presenta anche dei vantaggi. Per esempio, la presenza sul libero mercato delle simbologie di entrambi regimi potrebbe aiutarci a marcare in un modo inequivocabile delle grosse quantità degli ignoranti in giro per il mondo.
E visto che gli ignoranti è l’unica risorsa naturale materiale infinita, perché non guadagnarci sopra? Non dobbiamo nemmeno reimpostare i macchinari: gli ignoranti non sanno inventare la simbologia propria e usano quella dei bisnonni.


L’Interpol è salvo

Avrete già letto che il sudcoreano Kim Jong Yang è stato eletto Presidente dell’Interpol.
Non posso garantire che nel futuro più o meno lontano la mia posizione non cambi (siamo tutti peccatori), ma attualmente l’Interpol mi interessa relativamente poco. O, almeno, non più di moltissime altre organizzazioni internazionali.
Allo stesso tempo, però, non posso negare il fatto che l’Interpol abbia una certa importanza nel mondo contemporaneo. Proprio per questo dichiaro di essere infinitamente felice per la sconfitta di uno dei concorrenti principali del nuovo presidente: il russo Aleksandr Prokopchuk.
Sarei stato contento di vedere un russo riconosciuto per le sue capacità professionali con la elezione a capo di una qualsiasi organizzazione di qualità. La sua cittadinanza non avrebbe dovuto far preoccupare pure gli occidentali: fino a poco fa a capo dello stesso Interpol vi è stato un cinese (Meng Hongwei), cioè il rappresentante di un altro Stato non particolarmente attento al rispetto dei diritti comunemente riconosciuti in Occidente.
Allo stesso tempo sarei contento di vedere l’Interpol riconoscere le qualità professionali di Aleksandr Prokopchuk con l’inserimento dei suoi dati sulla lista globale dei ricercati. Lo vorrei perché Prokopchuk è un tipoco professionista delle forze dell’ordine russe contemporanee: utilizza la propria posizione nella gerarchia dell’Interpol per attribuire lo status del ricercato agli oppositori, giornalisti e imprenditori russi sgraditi a un funzionario del Cremlino ben noto anche ai miei lettori.


Una presenza anomala

Come ben sanno i miei lettori, ieri a Parigi si sono tenute le celebrazioni per il centenario della fine della Prima guerra mondiale. Alcuni dei lettori avrebbero potuto anche stupirsi per la presenza del presidente russo Vladimir Putin tra gli ospiti ufficiali: non solo per la sua reputazione internazionale attuale, ma pure per dei motivi storici. Infatti, per la Russia la Prima guerra mondiale finì alcuni mesi prima, il 3 marzo 1918, e non in migliore dei modi (nei confronti degli ex alleati): con la firma del Trattato di Brest-Litovsk. Certo, non si tratta del passaggio dalla parte dei vincitori nel momento più opportuno (conosciamo degli esempi storici), ma è comunque una fuga poco gloriosa.
Ma intendo offendere l’orgoglio storico degli altri almeno con il presente post. Il mio vero obiettivo è quello di trovare una spiegazione alla presenza di Putin alla cerimonia di ieri. In realtà la spiegazione è semplicissima: da diverso tempo possiamo osservare l’intenzione del presidente francese Macron di svolgere il ruolo dell’ «adetto ai spurghi» mondiale. Tale intenzione si manifesta, tra l’altro, nei numerosi tentativi di attribuirsi il compito da mediatore tra la Russia (la parola spurghi si riferiva alla sua classe dirigente) e il resto dell’Occidente. Evidentemente, qualcuno era riuscito a spiegare almeno a Macron una delle caratteristiche psicologiche principali di Putin: il grande sogno di essere riconosciuto e accolto come un pari dagli altri leader mondiali.
Purtroppo, però, i consiglieri di Macron (o egli stesso?) sono arrivati in un leggero ritardo. Devo constatare che dalla metà del 2017 si osserva un importante cambiamento nella visione putiniana del proprio ruolo nel mondo: sembra che tenda sempre più alla totale solitudine in un mondo degli ingrati incapaci di apprezzarlo. Una delle conseguenze più naturali è l’aggravarsi della contrapposizione al mondo intero.


Lo sciovinismo culturale

La percentuale delle persone convinte che il livello della loro cultura nazionale è più alto rispetto agli altri Stati:

Il top-5:
Grecia (89%)
Georgia (85%)
Armenia (84%)
Russia (69%)
Bulgaria (68%)

La fonte:https://bigthink.com/strange-maps/pew-cultural-superiority-europe?rebelltitem=1#rebelltitem1


La circolazione dei cervelli

Cominciamo con un po’ di infografica sulle plus- e minusvalenze:

Gli Stati colorati di nero sono quelli con il livello della fuga dei cervelli maggiore.
Gli Stati colorati di rosso sono quelli con il livello della fuga dei cervelli poco significante.
Gli Stati colorati di blu sono quelli con il livello dell’arrivo dei cervelli poco significante.
Gli Stati colorati di verde sono quelli con il livello dell’arrivo dei cervelli maggiore.
Vorrei far notare ai lettori un concetto importante ma ignorato da tanti. La cosiddetta «fuga dei cervelli» è un brutto indicatore sulle condizioni della loro patria, ma quei cervelli rimangono comunque nella comunità planetaria dei cervelli umani. Un indicatore molto più brutto è la scarsità (se non l’assenza) dei cervelli che siano abbastanza competitivi per fuggire da qualche parte.


Scoperte irrelevanti

Il fisico Alessandro Strumia è stato sospeso dalla CERN per le «dichiarazioni sessiste». In sostanza, nel corso di una conferenza ha mostrato le statistiche che mostrano quanto siano i risultati scientifici delle donne inferiori a quelli degli uomini.
Penso che tutti gli scienziati seri del mondo debbano indignarsi per quanto è successo. Anziché essere sospeso per l’inadeguatezza professionale (cioè per aver esposto una scoperta scientificamente irrelevante, una banalità comunemente nota e noiosa), è stato definito un sessista. I dirigenti della CERN dovrebbero trattenersi dall’inseguire quella stupida moda…
Insomma, hanno sbagliato entrambi.