L’archivio della rubrica «Internet»

2020 Game

Solo ieri sera ho per caso scoperto un bel gioco online: «2020 game».
Non è difficile come potrebbe sembrare dal nome e non è nemmeno lunghissimo. Ma, allo stesso tempo, è abbastanza divertente. Stilisticamente assomiglia tanto a «Super Mario», per giocare bisogna utilizzare le frecce della tastiera:

Chissà se le immagini finali del gioco rispecchino veramente il nostro futuro…


Forse non è Trump

Se anche a voi è capitato di leggere, nei giorni scorsi, che Donald Trump abbia iniziato a usare il Telegram (al posto dei social networks sui quali è stato bannato), aspettate di crederci. Infatti, l’account dal nome «Donald J. Trump» ha almeno due stranezze.
In primo luogo, accanto al nome manca la spunta bianca sulla «rotella» blu. Questo significa che l’account non è stato certificato come appartenente alla reale persona famosa.

In secondo luogo, l’ultima pubblicazione su quell’account contiene il ben noto annuncio sulla intenzione di non presentarsi alla inaugurazione di Joe Biden (pubblicato 8 gennaio 2021).

Ecco, a questo punto ammetto che l’autenticità e la contraffazione dell’account mi sembrano ugualmente strane. È strano che Trump abbia abbandonato il tentativo di comunicare con i propri sostenitori anche (o almeno) in quel modo. È altrettanto strana l’ipotesi che abbia abbandonato uno strumento [ancora] disponibile.
E poi sarebbe stato curioso vedere se anche Pavel Durov possa essere contagiato dalla nuova moda di censurare coloro che non vengono ritenuti «giusti».
P.S.: Trump non mi piace, ma la situazione in cui 80 milioni di elettori vedono come nemici pubblici altri 75 milioni è un po’ brutta…
P.P.S.: chissà se ora Trump si registra pure sul tanto criticato TikTok? ahahaha


Uno degli indici di Biden

Il Twitter informa che gli account presidenziali ufficiali saranno «consegnati» al nuovo presidente Biden con follower azzerati. Non so se tutti se ne accorgono, ma si tratta di una scelta potenzialmente pro-repubblicana. Infatti, né Joe Biden né la sua squadra (o, almeno, la sua parte già annunciata) sembrano delle persone particolarmente adatte per (ri)acquistare la popolarità in Internet. Non per le loro qualità politiche, ma, purtroppo, a causa dei fattori di età e formazione.
Allo stesso tempo, la velocità di crescita della quantità dei lettori (anche quando si parte dallo zero) è un bel indice di popolarità di un qualsiasi politico. Quindi le persone particolarmente interessate alla politica statunitense possono iniziare — a gennaio — a osservare il facilmente reperibile numero dei follower.

P.S.: Barack Obama, nel 2016, aveva esplicitamente chiesto di far mantenere i vecchi follower al suo successore. Donald Trump preferisce usare il twitter personale e, forse, anche per questo non è particolarmente interessato alla questione.


Mi sembra di esserci già stato

Per fortuna o purtroppo, all’interno di ogni grossa azienda possono coesistere delle tendenze positive e negative. All’inizio di dicembre avevo scritto di un peggioramento del Gmail. Ora, invece, è arrivato il momento di scrivere di un miglioramento del Google Maps.
Ebbene, qualche giorno fa mi sono accorto di una innovazione comoda e interessante: la possibilità di visualizzare i punti principali della strada dal punto A al punto B. Se, infatti, chiedete al Google Maps di tracciare un percorso (non importa se da fare in auto, a piedi o in bicicletta), lungo la linea colorata della vostra futura strada potrete vedere dei punti bianchi rotondi: sono le tappe principali del percorso. Avvicinando il cursore a qualsiasi punto (sì, la cosa funziona particolarmente bene con il computer) potrete vedere la foto di quella tappa così come avreste osservato il luogo dal vostro mezzo di trasporto. Questo sarà utile per non chiedervi, durante il viaggio, se si stia facendo la strada giusta (e non consumare troppe risorse per il navigatore).

Giusto per la cronaca aggiungo che sulle mappe di Yandex (il grande concorrente di Google nel segmento russo dell’internet) la stessa funzione è molto più evoluta perché permette di visualizzare la foto di qualsiasi punto scelto del percorso, quindi non solo di quelli prestabiliti dal sito. Trascinando il cursore lungo il percorso, si ottiene quasi una specie di filmato di quello che si vedrà durante il viaggio.

Resta da capire se e quando si potrà sfruttare appieno queste bellissime funzioni, ahahaha


Che triste certezza

È spesso bello scoprire che pure in questo 2020 il mondo circostante è pronto a offrirci alcune certezze. Per esempio, la certezza del fatto che tutti i servizi – come tutte le opere umane – prima o poi peggiorano. Ecco, avrei iniziato con l’espressione «è sempre bello scoprire…», ma, purtroppo, questa volta è toccata al sistema di webmail che ritenevo il migliore tra gli esistenti in Internet al giorno d’oggi: il GMail.
Infatti, ieri ho avuto la sfortuna di scoprire una «innovazione» che potrei definire cretina. Tentando di inviare un semplice programmino a un collega – uno script per la visualizzazione dei file caricati sul server comune – ho scoperto che non è più possibile inviare gli allegati (nemmeno se «zippati») contenenti una larga categoria di file:

Per tutti coloro che vogliono vedere il testo originale del regolamento in questione, allego pure il link: https://support.google.com/mail/answer/6590?hl=it#null
Ovviamente, il divieto è stato pensato per proteggerci dai virus. Così come la videosorveglianza nei bagni è fatta per la nostra sicurezza fisica…
Ma un post del genere non può e non deve rimanere una semplice lamentela. Dovrei proporre qualche soluzione a tutti coloro che, come me, vorrebbero continuare a condividere con i propri colleghi e amici qualcosa di più professionale e complesso delle foto private. Ritengo però molto probabile che la maggioranza dei miei lettori abbia già acquisito l’abitudine (come lo hanno fatto i miei colleghi e amici) di passare i file attraverso i vari messenger. Rimane poi valida la vecchia e buona soluzione degli ormai famosi cloud e depositi online. Infine, alcune persone (io compreso) hanno la possibilità di caricare tutti i file che vogliono sul proprio server e inviare il relativo link a tutti i contatti interessati. Oppure utilizzare la propria casella postale associata a quel server.
E del Gmail cosa possiamo dire? Possiamo constatare che i suoi sviluppatori gli hanno amputato una delle ragioni per le quali continuava a essere utilizzato: non serve più per la consegna di un ampio insieme di file. Auguri ai grandi geni della sicurezza.


Gli acquirenti anonimi

Il Black Friday è ormai passato, ma il periodo degli acquisti pre-natalizi no. Io, nella speranza che la maggioranza dei miei lettori comprenda la convenienza (soprattutto quella economica) degli acquisti fatti online, mi permetterei di dare un consiglio prezioso.
Come ben sapete, ogni bene o servizio che cercate in internet continua a perseguitarvi per giorni, settimane o mei attraverso i banner pubblicitari e le mail dei vostri negozi digitali preferiti…
Parentesi aperta. Por… caz…! Se ho comprato l’oggetto x, perché continuate a propormelo?! Proponetemi ora qualcosa di diverso. Oppure qualcosa di legato al suo migliore utilizzo. Parentesi chiusa.
Insomma, la pubblicità legata ai vostri acquisti (o semplici ricerche) produce almeno due effetti negativi. In primo luogo, vi  rompe  rovina l’umore. In secondo luogo, fornisce delle informazioni «compromettenti» alle persone che, eventualmente, utilizzano lo stesso computer o, in alcuni casi, la stessa rete. Quindi siate intelligenti e previdenti: quando cercate i regali (o, in ogni caso, le cose da comprare), utilizzate la finestra anonima del browser. In tal modo sul computer non vengono salvati i dati sulla navigazione e ricerca effettuati. Di conseguenza, avrete qualche speranza in più di continuare a vivere serenamente.
Nel browser Firefox alla finestra anonima si accede dal menu nascoso sotto le tre linee orizzontali (in alto a sinistra):

Nel browser Chrome è altrettanto semplice: alla finestra anonima si accede dal menu nascosto sotto i tre punti (in alto a sinistra):

Sicuramente molti di voi lo sapevano già, ma ricordare le cose utili non è mai un peccato.


Il controllo ortografico nel browser

Oggi riprendo la missione dell’alfabetizzazione digitale dei miei lettori… Questa volta si tratta quasi letteralmente di alfabetizzazione ahahaha
Ebbene, la settimana scorsa ho saputo del plugin LanguageTool che controlla il testo da voi digitato su qualsiasi sito aperto nel vostro browser e vi segnale gli eventuali errori. Il plugin «conosce» molte lingue e funziona nei browser FireFox, Chrome, Opera ed Edge. Sarà particolarmente utile a coloro che scrivono tanti «status» o commenti sui vari social e siti semplici.
Questa è la pagina che mostra il funzionamento del plugin.
E questa, invece, è la pagina dalla quale il plugin può essere scaricato.

Il plugin è gratuito e funziona benissimo. Anche per questo ritengo che la sua versione a pagamento sia totalmente inutile: l’integrazione con MS Word e Google Docs non serve a causa dei correttori già previsti per default.
Prima che lo strumento appena consigliato venga rovinato dalla avidità dei propri creatori, io lo consiglio serenamente a tutti.


La Polaroid sparita

Questo post è solo una piccola triste constatazione del fatto, dettata dalla abitudine di non lasciare la descrizione delle notizie a metà.
Come da voci circolate sin da subito, la possibilità di utilizzare la vecchia icona dall’Instagram  è diventata una zucca  è finita dopo un mese esatto, con l’aggiornamento di qualche giorno fa. La nuova icona piatta è tornata:

Nella vita succedono delle cose infinitamente più gravi, ma io sono comunque un po’ dispiaciuto anche per questo evento «tecnologico».


Il VPN più semplice

È da un po’ di tempo che non contribuisco alla alfabetizzazione digitale dei miei lettori. Ma, per fortuna, in questi giorni mi è stato ricordato un argomento importante.
Più o meno tutte le persone capaci di utilizzare il computer e di navigare sull’internet sanno che nella natura non esistono i siti web bloccati. Per esempio: più o meno tutti gli Stati del mondo prima o poi decidono di prendere l’esempio dalla Cina e di ostacolare l’accesso a qualche sito di torrent (per motivi legali), a qualche social network (per motivi politici) o a qualche altro sito (esercitatevi voi nell’inventare una motivazione). Ma noi, semplici consumatori dell’informazione, abbiamo la facoltà  di sbatterci  di disinteressarci delle macchinazioni statali e di navigare dove ci pare grazie all’uso di VPN.
Non mi assumo il compito di raccontarvi cosa sia il VPN (spero che lo sappiate) e passo subito al consiglio pratico.
Il VPN più semplice per da utilizzare per la normale navigazione quotidiana su tutti i siti che vogliamo è rappresentato, secondo la mia esperienza personale, dal plugin HOXX. È gratuito e molto più comodo rispetto ad altre soluzioni analoghe. Inizialmente era stato creato per il Firefox, ma ora esistono le versioni per tutti i browser più popolari.

Dopo avere scaricato il plugin (si può farlo anche dal sito ufficiale) e averlo installato, cliccate sulla sua icona Continuare la lettura di questo post »


Un dominio professionale

Leggendo le notizie sugli avvenimenti politici delle ultime settimane in Kirghizistan (non so quanto possano interessare alla maggioranza dei miei lettori) ho fatto una scoperta curiosa: il dominio di primo livello nazionale di Kirghizistan è .kg
Come potete facilmente immaginare, molti professionisti, imprenditori e sportivi sarebbero felici di venire a conoscenza del fatto che vi ho appena comunicato. Perché un sito registrato nella zona .kg già da solo funzionerebbe da pubblicità potenzialmente simpatica. Per esempio:
– ciao.kg – per una clinica specializzata in dimagrimento;
– tuttoal.kg – per qualche discount che vende tutti i prodotti a pressi stabiliti in base al peso;
– 109.kg – per qualche associazione o club di sollevamento pesi;
– trasportiamo.kg – per qualche azienda di traslochi o logistica…
Insomma, le persone con una buona fantasia potrebbero sfruttare bene questa opportunità. Sfruttarla bene e con la massima serenità: infatti, il dominio e lo spazio web possono essere acquistati dalle aziende diverse, quindi è possibile tenere i dati su un server europeo (o comunque occidentale) pur usando un dominio kirghiso per interagire con i visitatori.
E ora cerchiamo di capire come e a chi vendere l’idea ahahaha