L’archivio della rubrica «Internet»

L’agonia di un relitto

A mezzanotte, tra il 9 e il 10 dicembre 2014, la carrozza è diventata una zucca il sito eBay-annunci è finalmente diventato KIJIJI. Ma il sito rimane, comunque, sotto il controllo di eBay Inc.

Capisco che il cambio del nome mira a evitare la confusione e non «sporcare» più il nome dell’eBay vero (quello delle aste). Non capisco, invece, a cosa serve un sito di annunci in un mondo che conosce già l’eBay. Perché su quest’ultimo si trova di tutto e si riesce a vendere qualsiasi cosa: appunto perché si incontrano i venditori ed i compratori di tutto il mondo.

A me, personalmente, è capitato non solo di comprare dall’estero, ma pure fare delle vendite incredibili. Così, per esempio, verso la metà di giugno 2014 avevo venduto un Siemens C25. E all’inizio di settembre dello stesso anno avevo venduto un mobile, spedendolo poi per posta con un «pacco ordinario».

Insomma, non capisco a cosa serve una qualsiasi forma di una «bacheca di annunci», che sono legati (per il loro peso reale o immaginato) ad una concreta zona geografica.


Il Facebook nel 2015

A tutti coloro che si preoccupano degli cambiamenti annunciati da Facebook per il 1 gennaio 2015, posso dire solo una cosa: non cambierà un cazzo.

Sì, è una verità semplice (per la gente paranoica forse non tanto semplice da accettare), che chiunque può scoprire confrontando il regolamento attualmente in vigore e quello avremo dal 1 gennaio. In pratica, quelli di Facebook hanno preso il regolamento esistente e lo hanno riscritto in un linguaggio più umano e meno pseudo-giuridico. Ma la sostanza non cambia. Infatti, dobbiamo sempre ricordare due cose semplicissime:

1.I nostri dati personali sono tutelati dalle relative leggi in vigore. In caso della loro cessione ai terzi senza il nostro consenso possiamo fare una telefonata al nostro avvocato. E quelli di Facebook lo sanno;

2. La nostra proprietà intellettuale è tutelata dalle relative leggi in vigore. Tante di queste leggi sono talmente semplici, che un «creatore» potrebbe anche fare a meno di scrivere la frase «tutti i diritti riservati»: i diritti nascono al momento della creazione dell’opera. E quelli di Facebook lo sanno.