L’archivio della rubrica «Internet»

Il diritto di scrivere (stronzate)

Oggi è il 322-esimo compleanno del filosofo francese Voltaire, e io vorrei fargli un piccolo regalo.

Tutti voi conoscete la frase «Non condivido le tue idee ma darei la vita per permetterti di esprimerle». Un sacco di gente è convinta che fosse di Voltaire, mentre sono in pochissimi a dubitare che abbia mai potuto scrivere una stronzata del genere. Io sono sempre stato tra i dubbiosi.

Meglio tardi che mai: qualche tempo fa ho risolto il caso. La famosa «citazione» è stata per la prima volta pubblicata dalla scrittrice inglese Evelyn Beatrice Hall nel 1906. La signora, autrice di una biografia di Voltaire, ha semplicemente parafrasato in un modo piuttosto superficiale (oppure è meglio dire volgare?) alcuni pensieri del filosofo.

Quindi diffondendo questa scoperta proprio il giorni della nascita di Voltaire, gli regaliamo un po’ di verità storica.

P.S.: ancora una volta consiglio a tutti il sito Quote Investigator.


Have you been pwned?

Oggi ho deciso di consigliarvi un sito utile, interessante e, in alcuni casi, spaventoso.

Si tratta di HaveIbeenpwned.com, creato da Troy Hunt, un manager australiano della Microsoft. Il sito in questione permette di controllare se la password della vostra posta elettronica o di un qualsiasi altro tipo di account sia mai stata rubata dai hacker.

[N.B.: se per almeno uno dei vostri account la risposta è «sì», aggiornate il vostro antivirus, controllate la salute del computer e solo dopo questi due passaggi cambiate la password rubata.]

Nel database del sito sono attualmente contenute le informazioni sui fatti di furto di quasi due miliardi di password relative agli account registrati su 152 siti.

Spero tanto di avervi incuriositi.


Una risposta

Riprendiamo a studiare le merci più trash di questo mondo.

Cari pantofolai! Se non sapete cosa rispondere alla domanda «Che m…a vuoi?», ora potete indicare questi oggetti…

Tutti gli interessati possono comprarle si AliExpress: ecco il link.


Contiamo i soldi altrui

Signora e signore, sono una famiglia povere, senza lavoro, senza la casa…

Ah, no, non si dice più così sulla metropolitana. Ora si dice «sono un piccolo imprenditore edile che ha perso tutto»…

E ora passiamo a un argomento serio. Penso che il 99,999% dei miei lettori conosca la Wikipedia e la consulti abbastanza frequentemente. Posso quindi evitare l’introduzione inutile e dire che gli amministratori della famosa enciclopedia sono dei pervertiti.

Vi sarete accorti anche voi che in questi giorni quei strani soggetti hanno deciso, per l’ennesima volta, di chiederci l’elemosina attraverso un banner gigantesco. Eccolo:

Secondo i dati diffusi dalla stessa Wikipedia, però, nell’agosto del 2016 l’intero progetto è stato visitato 15,69 miliardi di volte. Non è un record «personale», è solo il dato più recente tra quelli disponibili.

E ora proviamo a eseguire una semplice operazione aritmetica: proviamo a convertire le visite in soldi. Immaginiamo la soluzione pubblicitaria più semplice: Google Adsense. Essendo vincolato dai termini contrattuali, non posso dirvi quanto rende la pubblicità di Google sul mio sito. Però posso sintetizzare che per guadagnare 1 euro ci vogliono circa mille visite (perché, purtroppo, non tutti cliccano sui banner). Dividiamo 15,69 miliardi per 1000 e otteniamo la somma di 15.690.000 euro.

Nell’agosto del 2016 la Wikipedia avrebbe potuto guadagnare 15.690.000 euro con un semplicissimo banner!

Con un fottutissimo banner avrebbe potuto guadagnare più di 15 milioni di euro.

Insomma, la Wikipedia avrebbe potuto essere uno dei siti più redditizi del mondo, raccogliendo i fondi non solo per la copertura dei costi correnti, ma pure per lo sviluppo dei nuovi progetti. Per qualche strano motivo, però, gli amministratori della Wikipedia preferiscono a chiedere l’elemosina.

Non so sia un trucco per evitare le tasse e, allo stesso tempo, riempire le tasche… Come diceva un noto politico italiano, «a pensare male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca».


Un gadget utile

Cari ciclisti! Se non le avete, ora potete comprarle…

Per tutti gli interessati aggiungo il relativo link.


Un patto con la giustizia

Il 26 ottobre 2012 il Governo russo aveva emanato un decreto (il № 1101), in base al quale l’ente Roskomnadzor (cioè il Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa) acquisisce la competenza di bloccare, sul territorio della Federazione russa, l’accesso ai singoli siti-web anche prima che un giudice si pronunci su ogni caso specifico.

In generale, i motivi del blocco possono essere di vari tipi: la diffusione delle immagini pedopornografiche, terrorismo, commercio o informazioni sulla preparazione delle droghe etc… In alcuni casi (ma per fortuna ancora pochi) nel Registro dei siti-web da bloccare sono stati inseriti anche dei siti in qualche modo legati alla opposizione politica interna. Ma non era di questo che volevo scrivere.

Uno dei dettagli curiosi consiste nella particolarità che ho già menzionato: un qualsiasi giudice (per esempio un giudice di Blagoveščensk) può con la propria sentenza di bloccare un qualsiasi sito sull’intero territorio russo. E una buona parte dei giudici russi, da ormai quasi 16 anni, non si distingue per la propria imparzialità.

Per fortuna, la gente se ne sbatte [immaginate cosa] di tutti i blocchi perché sa usare i VPN.

E gli amministratori dei siti bloccati molto spesso hanno un buon senso di humor:

UPD: Roskomnadzor ha deciso di fare una figura di merda di una portata internazionale:


Pianificare i viaggi

Qualche mese fa vi avevo consigliato un utile sito per pianificare i viaggi. Non perdete tempo a cercare quel post perché ho scoperto un sito molto più efficiente da consigliarvi.

Il sito rome2rio.com è una roba fantastica. Se inserite un qualsiasi indirizzo di partenza e un qualsiasi indirizzo di destinazione (di tutto il mondo) e cliccate su «cerca», in pochissimi millesimi di secondo ottenete il percorso ottimale da fare: il sito vi costruisce una sequenza di mezzi di trasporto da prendere e indica il tempo e i soldi necessari per il viaggio.

Faccio subito un esempio. Supponiamo di dover partire dalla Facoltà di Scienze politiche della Università Statale di Milano (via Conservatorio, 7) e di dover arrivare alla Camera di commercio italiana a Hong Kong (168 Queen’s Road Central, Hong Kong). Inseriamo quindi i due indirizzi nella form della prima pagina del sito e clicchiamo su «cerca». Poi scegliamo la prima delle soluzioni proposte:

Il prezzo del biglietto della metropolitana è stato calcolato in modo sbagliato (in realtà costa 1,50 euro), ma il resto è corretto. Ora proviamo a vedere i dettagli più precisi del viaggio: sulla linea verticale a sinistra clicchiamo su una qualsiasi fase del nostro futuro viaggio. Ed ecco vediamo un po’ più informazioni e, addirittura, delle foto che ci aiuteranno a orientarsi nello spazio reale (in basso a sinistra).

Direi che per un aggregator è un ottimo risultato. Nemmeno Google mi fornisce tante informazioni utile in così poco tempo e con una sola ricerca.

Quindi segnatevi questo indirizzo: rome2rio.com


C’è sempre una prima volta

Nel segmento occidentale dell’internet ci sono due colossi che dai primi anni 2000 praticano una sana forma di concorrenza. Uno dei due si chiama Google: suppongo che lo conoscano tutti coloro che stanno leggendo questo mio post.

Il secondo colosso è l’analogo russo che si chiama Yandex.ru (fondato nel 2000) ed è un fenomeno unico nel mondo: in pratica, è l’unico «motore di ricerca» di carattere nazionale che è riuscito a reggere la concorrenza del Google (pensate a quanti siti italiani di quel tipo sono spariti o caduti nel dimenticatoio negli ultimi 15 anni?). Avendo degli ottimi algoritmi di ricerca, Yandex è uno strumento per la ricerca delle informazioni in lingua russa e, a differenza di Google, della pirateria digitale.

Google e Yandex, nonostante le grosse differenze in termini del design di facciata, offrono ai visitatori dei servizi praticamente identici: posta elettronica, hosting delle foto, mappe (per quelle russe Yandex funziona meglio), pubblicità contestuale per i webmasters etc. E’ sempre stato interessante osservare, attraverso un confronto quotidiano, chi dei due lancia per primo un servizio e chi, invece, lo copia. L’unico difetto del Yandex, fino a qualche anno fa, consisteva nei periodici (ma rari) lavori di manutenzione sul servizio di posta elettronica. Poi hanno imparato a farli senza disturbare gli utenti.

Perché scrivo tutto questo? Perché oggi pomeriggio, per la prima volta in 11 anni, non sono riuscito ad accedere al mio account su gmail: si bloccava a metà caricamento. Boh…


Igor Shpilenok

Poco tempo fa uno dei più noti e migliori fotografi della natura russa Igor Shpilenok ha aperto la versione inglese del proprio blog: shpilenok-eng.livejournal.com/

E io lo consiglio ai miei lettori.

Il blog inglese si aggiunge al sito (shpilenok.ru) esistente già da qualche anno. Tra i due, però, è il blog a essere aggiornato con più frequenza.


100500 Mario

Fino a pochi anni fa ci dispiacevamo per il triste futuro dei nostri figli e/o nipoti su internet: a loro, in quanto «arrivati troppo tardi», non sarebbero avanzati dei nickname decenti disponibili.

Ora, ma in realtà da diversi anni, il Facebook sta facendo abituare le persone a utilizzare i nomi veri su internet. In un certo senso è una tendenza positiva, ma essa comporta un altro problema: quale di quei 100500 Mario Rossi che Facebook mi propone nei risultati di ricerca è quello che mi serve? Dalle foto di profilo, in almeno la metà dei casi, non si riesce a capire molto…