Sono portato a pensare che il progresso tecnologico tocchi tutti i mondi più o meno allo stesso modo. Di conseguenza, la differenza sostanziale tra il paradiso e l’inferno nei quali finiranno le persone del XXI secolo, si esprimerà non nei termini della sofferenza fisica.
Volete un esempio concreto? Leggete. All’inferno del XXI secolo non avremo la possibilità di saltare l’annuncio dopo n secondi. Mentre al paradiso saremo totalmente liberi dalla pubblicità.
Tutto qui.
L’archivio della rubrica «Internet»
Vi sarete sicuramente accorti che giovedì 27 settembre Google ha festeggiato i primi 20 anni di vita. L’azienda è stata fondata il 2 settembre 1998 e il dominio è stato registrato ancora prima: il 15 settembre 1997. Per dei motivi che non mi sono del tutto chiari, però, il compleanno è già stato festeggiato in due date diverse da quelle appena indicate: il 7 e il 27 settembre.
Ma il presente post non è dedicato alle ricerche della cronologia scientificamente esatta. Il vero argomento è la portata dei festeggiamenti. Prima di tutto vediamo il doodle del 27 settembre 2018:
E ora vediamo il logo di uno dei suoi maggiori concorrenti (Yandex.ru aperto il 23 settembre 1997), cambiato per l’occasione nella stessa data:
Questo è l’internet che mi piace.
Le amministrazioni comunali interessate all’aumento dei turisti e/o residenti nei propri centri abitati hanno a disposizione uno strumento pubblicitario potentissimo e completamente gratuito. Ma, per un motivo che non riesco a immaginare, in moltissimi casi non lo sfruttano.
Quel strumento si chiama Wikipedia. Ne avete già sentito parlare? È un piccolo sito web dove ogni comune può creare/ampliare la propria pagina per spiegare a tutto il mondo come raggiungere il proprio territorio, perché merita di essere visitato, in base ai quali elementi può essere valutata la qualità della vita etc. Ma un sacco di località italiane ignora questa opportunità: me ne sono accorto già da tempo pianificando i miei viaggi o preparando i testi sui viaggi svolti.
Conviene comprendere che il principio «chi è fuori dall’internet è fuori dall’economia» vale non solo per le aziende.
Mi hanno ricordato che ieri in Russia era una festa professionale informale: il Giorno dei programmatori.
Pur non facendo più parte — da anni — di quella categoria professionale, vorrei comunque aggiungere il mio contributo alle «celebrazioni».
Vorrei augurare a un certo Mark Zuckerberg di assumere, finalmente, qualche programmatore dotato di cervello. Perché sono mesi che sto cercando di superare quel algoritmo del Facebook che mi chiede di mostrare come una mia applicazione esegue delle operazioni che in realtà non esegue. Non avete capito qual è il problema? OK, lo traduco in un linguaggio più semplice. Immaginate che qualcuno vi chiede di dimostrare in prima persona che, per esempio, vi siete suicidati.
Insomma, il giorno della assunzione di un vero programmatore al Facebook sarà il Giorno internazionale dei programmatori.
«Ma non vede che sono vivo?»
«Non importa, secondo le nostre nuove regole deve dimostrare di essersi suicidato».
Uno dei modi migliori di sprecare tempo è salutarsi nelle conversazioni via e-mail e vari messenger. Ha senso di farlo solo nel momento del primo contatto. Questo primo saluto da il via a una conversazione ininterrotta (secondo i criteri/ritmi della vita online) che può durare anche decenni (se siete entrambi fortunati).
Ma, visto che pure i decenni della vostra unica vita sono limitati, potete evitare di sprecare il tempo per i rituali privi di senso.
Una delle malattie mentali più gravi della umanità è dividere il cielo in costellazioni ufficiali. In sostanza, qualcuno ha scelto delle stele a caso, le ha unite con delle linee rette a caso e ha assegnato al risultato dei nomi a caso. Scrivo «a caso» perché non mi è assolutamente chiaro il motivo per il quale esattamente quelle scelte debbano essere accettate da tutti come le uniche possibili (qualora fosse proprio necessario dividere il cielo in costellazioni).
Per fortuna, non sono l’unico ad avere dei dubbi. Il bellissimo progetto «Figures in the Sky» illustra i modi in cui i vari popoli hanno guardato e suddiviso in «costellazioni» il cielo nel corso della storia.
A volte anche in Russia l’avvicinarsi delle elezioni produce qualche effetto positivo. Per esempio, in vista delle elezioni locali del 9 settembre 2018 sul sito del sindaco di Mosca Sobyanin è stato pubblicato il panorama della città ad alta risoluzione.
È possibile girarla in tutte le direzioni e ingrandire i punti di vostro interesse (tenendo premuto il tasto destro del mouse e girando la rotella). Per esempio, questo edificio alto giallo-bianco con il tetto grigio e degli alberi in cortile è una scuola che ospitò nelle proprie aule alcuni scolari particolari: tra gli altri, i figli di Iosif Stalin negli anni ’30 e ’40 e l’autore del presente post per tutti gli anni ’90 (ma quando ero un piccolo scolaro, il colore dell’edificio era verde chiaro).
Invece questa è la mia futura residenza (ma c’è un po’ di disordine, quindi non la faccio vedere da vicino).
Volendo potete provare anche voi a «fare un giro» per la città.
La BBC ha reso pubblica la propria biblioteca degli effetti sonori: 16.000 file.
Tutte le registrazioni possono essere ascoltate e scaricate gratuitamente per gli usi personali e didattici. Molti suoni sono abbastanza curiosi, come, per esempio, le conversazioni da bar italiane, il cammino dei militari nel fango durante la Prima Guerra mondiale o l’eco del radar dalla Luna.
Ma sono sicuro che troverete molti esempi interessanti anche per voi.
Molto probabilmente è capitato anche a voi di visitare qualche sito che emette dei suoni imprevisti/indesiderati nell’ambiente. La situazione diventa particolarmente divertente quando si tratta di un ambiente notturno: la mattina dopo i vostri familiari o vicini potrebbero manifestare tutta la loro gratitudine.
Come possiamo tutelarci? Lo possiamo fare installando delle giuste estensioni per il browser. Per il mio amatissimo FireFox posso consigliare l’estensione MuteTab che in un click spegne l’audio in tutti i tab (e sempre con un click lo riaccende).
Il Smart Tab Mute, invece, spegne l’audio nei tab che sono nel regime di sottofondo.
Il Mute sites by default, poi, è in grado di vietare a tutti i siti di riprodurre suoni e autorizzare a farlo solo i siti indicati dall’utente.
Per il browser Chrome – inspiegabilmente preferito da un sacco di gente – potrei consigliare l’estensione Silent Site Sound Blocker. Anche esso è capace di impostare il regime di silenzio o di sonorità per ogni sito indicato dall’utente o per tutti i siti in generale.
Il vantaggio dell’utilizzo delle estensioni consiste nel non dover spegnere l’audio del computer solo per la paura dei siti urlanti (creati dai delinquenti senza cervello).
La Commissione europea ha multato Google per altri 4,34 miliardi di euro. Questa volta il pretesto sarebbe la «imposizione illegale» degli strumenti di ricerca della Google sui dispositivi con l’Android.
Potremmo ipotizzare due spiegazioni a tale idiozia. Per esempio, potremmo ipotizzare che la Commissione abbia deciso di non abbandonare la tecnica tipica del socialismo: derubare chi guadagna (Google) per finanziare la tranquilla nullafacenza di chi non è capace di farlo (i membri della Commissione).
Oppure potemmo ipotizzare che in forza alla età avanzata, analfabetismo digitale (spesso è la conseguenza dell’età) e/o limitate capacità cognitive, i membri della Commissione non sanno che su Android può essere installato qualsiasi strumento di ricerca alternativo a quello esistente per default. Inoltre, può essere installato sia dal produttore del telefono che dal suo utente privato. In forza ad almeno una delle ragioni elencate poco prima i Commissari non comprendono nemmeno la logica «nel sistema operativo di mia produzione includo lo strumento di ricerca di mia produzione».
Entrambe le ipotesi, naturalmente, vanno prima di tutto applicate alla commissaria per la concorrenza Margrethe Vestager. E spero che nessuno le racconti della esistenza degli iPhone!
A questo punto il CEO del Google Sundar Pichai dichiarò che l’Android potrebbe smettere di essere un sistema operativo gratuito. Di conseguenza, come potete facilmente immaginare, aumenteranno i prezzi finali di tutti gli smartphone con l’Android. Ringraziate pure la commissaria Margrethe Vestager. E ripensate ancora a quale delle due ipotesi scegliere.