Oggi è il 59-esimo anniversario del viaggio di Yuri Gagarin attorno alla Terra. Dato che questa volta la bella data capita di domenica, le dedico la tradizionale rubrica domenicale.
Inizio con una breve raccolta di immagini varie di produzione sovietica. In parte si tratta delle riprese non documentari. Infatti, i video reali dell’imbarco, del decollo, del volo, dell’atterraggio e della accoglienza di Gagarin tornato sulla Terra non sono mai stati realizzati (o semplicemente non pubblicati?). Quindi ricordatevi che in parte si tratta di un vero e proprio film recitato.
Il secondo video è l’intervista ai semplici passanti britannici realizzato dalla BBC dopo la notizia del volo:
Il terzo video testimonia l’accoglienza di Yuri Gagarin a Londra nello stesso 1961:
Il quarto – e l’ultimo – video è quello del funerale di Gagarin il 30 marzo 1968:
Il Giorno dei cosmonauti (il 12 aprile, appunto) è l’unica festa sovietica di qualità positiva che non mi dispiace di avere ereditato dal passato. Così come lo stesso Yuri Gagarin è forse l’unico eroe indiscusso del periodo sovietico.
L’archivio della rubrica «Feste»
Il testo del presente post è uno scherzo del 1° aprile molto divertente.
Ora che non ho più questo debito nei confronti della data e della comunità, posso continuare a vivere serenamente per un anno.
Trovo veramente angosciante l’obbligo imposto di essere felici e contenti nelle date prestabilite. La vita è bella quando è spontanea.
P.S.: quando diventerò il Presidente del mondo, autorizzerò tutti a festeggiare qualsiasi cosa in qualsiasi data solo in base alla disponibilità dell’umore adatto.
Vorrei tanto scoprire il seguente segreto «professionale» degli uomini parsimoniosi: dove nascondono i fiori comprati il 5, il 6 o il 7 marzo?
Sì, so che alcuni lo fanno.
Buon Natale a tutti coloro che lo festeggiano oggi. Speriamo che Egli vi protegga e vi porti tanta fortuna!
Come da tradizione, il primo video domenicale dell’anno è quello del messaggio del presidente russo Vladimir Putin per l’anno nuovo (con i sottotitoli italiani). Non perché voglio sembrare un fan di questo funzionario – non lo sono! –, ma perché il contenuto di un discorso del genere è un importantissimo elemento di analisi politica.
Come negli anni precedenti (si veda, per esempio, il messaggio dell’anno scorso), si tratta di un messaggio privo di alcun contenuto concreto. Un messaggio composto prevalentemente dalle parole che avremmo potuto sentire da un conoscente che incontriamo casualmente per strada una o due volte all’anno.
Solamente due passaggi meriterebbero di essere commentati brevemente. Il primo, detto da Putin, a prima vista sembra una battuta: «i nostri piani personali e i sogni sono inseparabili dalla Russia». Ma in realtà non so se si tratti di una battuta sadica («non sognatevi nemmeno di sbarazzarmi di me, pianifico di restare dove sono»), di una confessione sincera da medesimo contenuto o di una semplice frase di rito. Vabbè, lasciamo perdere.
Il secondo passaggio da evidenziare è l’ennesimo richiamo del culto della Seconda guerra mondiale. Un culto nato alla fine degli anni ’60 per volere di Leonid Brežnev, un po’ affievolito negli anni ’90 e ripreso con la forza sempre crescente a partire dai primi 2000. L’importanza di tale culto per la propaganda interna, come pure la sua popolarità alimentata dall’alto, è un argomento serio che merita un testo a parte. Ora mi limiterei a precisare che in assenza dei miglioramenti significativi nella vita della maggioranza dei russi negli ultimi 15–20 anni (soprattutto fuori dalle città principali) e in presenza della politica isolazionista-vittimista, si continua a sfruttare le conquiste del lontano passato. Il popolarissimo slogan ignorante «1941–1945: possiamo ripeterlo» non è mai stato pronunciato dagli esponenti delle Istituzioni, ma a volte mi sembra che ci manchi poco. Il punto è che il passato viene spacciato per il presente nel tentativo di sostituire il misero con il «glorioso». Quindi non stupitevi per quel passaggio di Putin: rispecchia la quotidianità della politica interna russa.
La vita è breve.
Anzi, peggio ancora: il capodanno sta diventando una festa sempre più frequente.
E quindi dobbiamo fare in tempo a imparare…
Spegnere un brutto film, chiudere un libro noioso.
Lasciare le persone cattive. Sono tante.
Lasciare perdere le imprese disperate.
Lasciare pure le mediocrità. Anche esse sono numerose.
Il tempo vale di più.
Il stare male è un motivo sufficiente.
È meglio dormire, mangiare, bere, chiamare una persona che conta.
È meglio ricordarsi di avere sempre rimandato qualcosa.
Buon 2020.
Andrà tutto bene.
Oggi potrebbe essere l’occasione giusta per dare spazio a una edizione straordinaria del post video-musicale.
A dicembre del 1984 il duetto Wham! – composto da George Michael e Andrew Ridgeley – pubblicò la canzone «Last Christmas». Pure quelle persone che non sono mai state dei grandi fan del gruppo (come me, per esempio) reagiscono prontamente al titolo della canzone: «I gave you my heart».
Ebbene, 35 anni dopo la Sony Music Entertainment ha pubblicato la versione restaurata (oppure è meglio dire rinnovata?) del relativo video: ora è possibile vederlo in qualità 4K. Considerato il risultato, si potrebbe addirittura pensare che la Sony avesse ingaggiato degli attori e dei bravi stilisti per girare di nuovo il video:
Se qualcuno si fosse dimenticato di come era prima quel video: Continuare la lettura di questo post »
Buon Natale a tutti coloro che ci credono.
Tanti regali a tutti coloro che non credono ma approfittano comunque delle utili tradizioni.
Ma, comunque sia la vostra categoria di appartenenza, siate moderati durante queste giornate intense.
Alla fine di dicembre dell’anno scorso avevo provato a elencare i principi fondamentali che potrebbero aiutare a scegliere i regali da fare agli altri. Ma a tutti, più o meno di frequente, capita di dover rispondere anche alla domanda «cosa ti regalo per [inserite voi il nome di una qualsiasi festa]?»
Per affrontare una domanda del genere potremmo farci aiutare da almeno due principi utilissimi. Entrambi funzionano solo in presenza della vostra «lista dei desideri» contenente più di una voce.
Il principio № 1. Provate a individuare, tra i vostri desideri, quella cosa che non vi sareste mai decisi di comprare con i soldi propri. Non è necessario che sia una cosa super costosa in termini assoluti. L’importante è che l’idea del suo acquisto faccia venire una paralisi alla mano addetta al portafoglio.
Il principio № 2. Provate a pensare alla persona che vuole farvi un regalo. La psicologia ci insegna che regalando un oggetto costoso le persone sono convinte di fare un regalo di alte qualità, bellezza e, spesso, utilità. Quindi oltre a fare un bel gesto nei vostri confronti, si danno pure una bella soddisfazione a loro stessi. Mentre voi chiedete e ottenete una cosa desiderata. Insomma, è un vantaggio reciproco.
Naturalmente, è possibile tentare di combinare tra loro i due principi. E, sempre naturalmente, bisogna tenere conto delle capacità finanziarie di chi si propone di farvi un regalo.
Qualcuno mi regala il 51% dell’Alphabet Inc.?