L’archivio della rubrica «Elettronica»

Le mie scoperte: usb reversibile

Il difetto principale dei connettori USB è la necessità di inserirli con il lato orizzontale corretto. Addirittura, mi è capitato di sentire la battuta sul fatto che un usb si inserisce con successo solo al terzo tentativo.

Ebbene, qualche giorno fa ho scoperto che esistono gli USB reversibili: possono essere inseriti senza controllare il lato dei contatti. In sostanza, i cavi con quel tipo di attacco hanno il piano dei contatti che si sposta nella direzione giusta al momento del contatto con la porta dove si tenta di inserire il cavo.

Dieri che è una invenzione bella e utile. Allo stesso tempo, però, non sono sicuro che abbia senso applicarla anche alle «chiavette»: i contatti mobili potrebbero essere più fragili di quelli tradizionali fissi (nessuno vuole perdere i dati, vero?).


Houston, abbiamo una cimice

Si ritiene che la parola bug nel senso di «errore» sia comparsa nel 1964 quando la sottotenente Grace Murray Hopper trovò, lavorando al computer Harward Mark II, un insetto bruciato tra due contatti in corto circuito. La Hopper incollò l’insetto con lo scotch nel diario tecnico e aggiunse una nota: «Il primo caso reale del ritrovamento di una cimice».

In realtà, però, la parola bug nel senso di «errore tecnico sconosciuto» veniva utilizzata già molto prima della comparsa dei computer da parte degli addetti delle compagnie telegrafiche e telefoniche relativamente ai problemi con le attrezzature elettriche e radiofoniche. Nel 1878 Thomas Edison scrisse:

It has been just so in all of my inventions. The first step is an intuition, and comes with a burst, then difficulties arise – this thing gives out and [it is] then that «Bugs» – as such little faults and difficulties are called – show themselves and months of intense watching, study and labor are requisite before commercial success or failure is certainly reached.

In un’altra lettera di Edison troviamo le seguenti parole:

You were partly correct, I did find a ‘bug’ in my apparatus, but it was not in the telephone proper. It was of the genus ‘callbellum.’ The insect appears to find conditions for its existence in all call apparatus of telephones.


Durante la Seconda guerra mondiale, poi, con la parola bug venivano chiamati i problemi con la elettronica dei radar.


L’aggiornamento epocale

È successo! La Microsoft ha ufficialmente dichiarato che su Windows 10 con l’aggiornamento 1809 sarà possibile estrarre i dispositivi di memoria esterni senza il ricorso alla «rimozione sicura». (In sostanza, si potrà semplicemente tirare fuori le chiavette con la mano senza fare alcuna altra operazione.) Tale possibilità sarà offerta dalla opzione «estrazione veloce» che esclude l’uso del cache nella fase della scrittura dei dati. L’uso di tale opzione, ovviamente, rallenterà la velocità di scrittura sui dispositivi esterni, ma allo stesso tempo escluderà la possibilità di perdere dei dati ancora non trasferiti dal cache al dispositivo qualora quest’ultimo venisse estratto. Naturalmente, si sconsiglia tuttora di estrarre il dispositivo mentre la scrittura è ancora in corso.
La domanda del giorno, però, è la seguente: perché ci hanno messo vent’anni a inventare questa cosa?

P.S.: conosco due grosse categorie di persone: quelli che non usano mai la «rimozione sicura» e quelli che la usano sempre. Il 90% degli appartenenti a ciascuna categoria non sa a cosa serve la suddetta rimozione sicura (ma hanno la possibilità di scoprirlo grazie a questo post). Ebbene, per evitare lo sbattimento della «rimozione sicura» basterebbe aspettare 10–20 secondi dopo la fine della scrittura sulla chiavetta. Dopo tale periodo si può staccare la chiavetta con la mano (anche senza l’attivazione della nuova opzione di Windows 10 e quindi senza far rallentare le chiavette).


La sveglia aumentata

Alcuni giorni fa ho letto di una nuova interessante app gratuita disponibile per iOS e Android. Si chiama Odd Alarm ed è una sveglia che utilizza dei rumori realistici al posto delle solite melodie tipiche alle sveglie da telefono. Infatti, il cervello umano può abituarsi alle melodie, ma difficilmente si abitua ai rumori fastidiosi.

Sono disponibili 20 rumori diversi (solo i primi 3 dei quali sono gratuiti) indubbiamente efficienti, ma quelli migliori stranamente mancano del tutto. Dove sono il trapano, l’aspirapolvere, il tagliaerba e il flauto della bocciata cronica che la mattina della domenica ci fanno ricordare la puttana anonima e tutti i suoi figli la Madonna?

A proposito della Madonna: si potrebbe aggiungere pure le campane delle chiese italiane.
Ma l’app rimane comunque un prodotto interessante e utile.


Gli sconti sbgliati

Non tutti sanno che gli annunci sui vari sconti vanno sempre letti attentamente: le condizioni di vendita potrebbero essere diversi da quelli annunciati dalla scritta grande (quella attira l’attenzione). Per esempio, potrebbe nascondersi un errore a nostro favore.

Sì, capita anche ai negozi grandi.
No, non sono sicuro che non sia una mossa di marketing.


& i più scemi di tutti

Cosa sarà più facile: costringere i produttori dei notebook a mettere le porte usb a una distanza più grande oppure costringere i produttori delle periferiche esterne a fare i «corpi» meno larghi?
Una di queste due cose va per forza fatta. Altrimenti continueranno a crearsi dei seri conflitti di lavoro.


Il controllo delle pile

Tutti i telecomandi hanno un trasmettitore a infrarossi. Su molti modelli dei telecomandi tale trasmettitore è coperto dalla plastica nera e, di conseguenza, la sua «lampadina» non si vede nemmeno.
Se il vostro telecomando non funziona come dovrebbe e volete capire se sia la colpa delle pile scariche o di un guasto, fate una cosa semplice. Prendete il vostro smartphone, aprite la fotocamera, puntate il telecomando verso l’obiettivo e schiacciate qualsiasi tasto. Se, a questo punto, sullo schermo dello smartphone si vede la luce (per esempio, bianca o azzurra) di una lampadina, sappiate che le pile del telecomando hanno ancora la carica. Se invece la luce della lampadina non si vede, le pile sono scariche.

La spiegazione del fenomeno è semplice. Gli smartphone vedono le onde infrarosse, mentre i nostri occhi no.


Le rubriche incomplete

Nel corso della vita tutti noi (o quasi tutti) ci accorgiamo della mancanza di un campo importantissimo nelle nostre rubriche dei contatti. È un campo tristissimo, ma la sua necessità pratica è solo una questione di tempo, una cosa inevitabile.
Probabilmente, alcuni di voi lo hanno già capito: manca il campo «data della morte». Purtroppo, a me manca sempre più spesso sulle agende cartacee e sul telefono. Di conseguenza, ho iniziato a cercare un rimedio…

Per «fortuna», però, ho scoperto una soluzione esiste. Continuare la lettura di questo post »


Il duro processo logico

Dopo lunghi ragionamenti, studi, discussioni e ricerche alla Apple hanno probabilmente iniziato a sospettare che il calo delle vendite degli iPhone possa essere dovuto ai prezzi alti. I 1189 euro per uno smartphone, anche se dicono che è di una qualità realmente alta, sono un po’ tanti.
Alla Apple, però, non possono ammettere sin da subito di avere esagerato con il prezzo (i prezzi esagerati fanno parte della loro politica da oltre un decennio). Quindi hanno deciso di abbassare i prezzi solo «in alcuni Stati». E, finché il concetto di alcuni Stati non è diventato abbastanza ampio, riflettete sul principio secondo il quale sceglierete la prossima meta di un viaggio all’estero, ahahaha


Le sveglie funzionali

Tanti anni fa, quando ero più giovane, meno stupido, ma pigro come oggi, avevo inventato un trucco per costringere me stesso a obbedire al suono della sveglia. In sostanza, prendevo tre o quattro sveglie, le puntavo tutte alla stessa ora e le mettevo negli angoli diversi della stanza. La mattina seguente, essendo costretto a correre per tutta la stanza a spegnere le sveglie, mi svegliavo per forza.
Poco più di due anni fa al mio magico sistema si è aggiunto il mio primo smartphone: esso permette di impostare una infinità di sveglie in sequenza. Finendo presto vicino al letto, fa però sorgere il dubbio: perché dovrei svegliarmi presto?
Sarebbe dunque utile aggiungere alla sveglia dello smartphone la funzionalità del registratore vocale. Infatti, di mattina sarebbe efficiente sentire la propria voce gridare «Gufo! Svegliati che oggi ti devi vedere con un cliente!» Molto più efficiente di qualsiasi suono elettronico semplicemente fastidioso.