Il presente post in parte riguarda il tristemente noto COVID-19. Di conseguenza, le persone che temono di morire per l’overdose informativo sono pregate di allontanarsi dai monitor (non voglio rispondere nemmeno della vostra salute psichica).
Bene, ora posso iniziare.
L’azienda statunitense Xenex da alcuni anni produce i sistemi mobili per la disinfettazione. Ma è nel 2020 che è arrivato il suo momento di gloria: nel mondo è iniziata la famosa pandemia.
I test hanno dimostrato che l’apparecchio della Xenex chiamato LightStrike uccide il coronavirus su tutte le superfici di un ambiente chiuso in appena due minuti. Inoltre, si è rilevato che l’apparecchio disinfetta al 99,99% le maschere N95 (quelle più avanzate delle semplici maschere mediche).
Purtroppo non ci sono fornite tutte le caratteristiche tecniche, ma possiamo apprendere che l’apparecchio emette dei lampi di radiazione nell’intervallo 200–315 nm: 4300 volte più potenti di una semplice lampada a raggi UV.
L’apparecchio è definito un robot perché prima di iniziare la disinfettazione scannerizza la stanza per verificare l’assenza degli umani. Solo dopo essersi assicurato della loro assenza inizia sterminare ogni entità viva nell’ambiente.
Il funzionamento è mostrato in questo video: Continuare la lettura di questo post »
L’archivio della rubrica «Elettronica»
Qual è uno degli acquisti più inutili che fanno gli esseri umani? Giusto: sono le cyclette che costano non sempre tantissimo, ma quasi sempre si trasformano velocemente in appendiabiti un po’ ingombranti. Dopo la fine vera della quarantena ne vedremo ancora più di prima nelle case dei nostri amici, parenti e conoscenti. Probabilmente crescerà anche il mercato dell’usato, ma questo non è l’argomento del post odierno.
In termini dello spazio vitale sprecato, al secondo posto (dopo le cyclette) si piazzano i ventilatori. Certo, occupano meno spazio e sono utilissimi per tre o quattro mesi all’anno, ma per altri otto o nove mesi la loro presenza tra i piedi da un po’ di fastidio.
Ebbene, solo alcuni giorni fa ho scoperto che è stata trovata una soluzione almeno a questo problema. Sono stati inventati i ventilatori pieghevoli!
Ora la Xiaomi produce i ventilatori che hanno una asta telescopica (quindi possono essere messi sia sul tavolo che sul pavimento) e funzionano con le batterie. In più, il ventilatore può essere piegato fino a una posizione orizzontale compatta per i periodi di inutilizzo. Il ventilatore pesa 1,5 kg, le sue misure sarebbero queste: Continuare la lettura di questo post »
Ho appena scoperto che il 17 febbraio negli Stati Uniti è morto l’informatico Larry Tesler, il santo protettore di tutti gli studenti mediocri. Alla fine degli anni ’70, lavorando alla Xerox, Tesler aveva infatti inventato i comandi «copia» e «incolla».
La morte è un evento normale nel nostro mondo. L’accesso dei fanatici del «copia e incolla» al mondo lavorativo, purtroppo, lo è anche.
Questa è la versione sintetica del racconto sul triste destino di tutte le invenzioni inizialmente belle.
L’ingegnere bulgaro Dimitar Tilev per circa un anno ha lavorato sulla realizzazione di una Oldsmobile Dynamic 88 Wagon del 1963 (in scala 1:10) radiocomandata. L’obiettivo del lavoro è stato quello di creare una auto realistica non solo nell’aspetto estetico, ma anche nel comportamento «sulla strada».
La carrozzeria è stata realizzata con una stampante 3D. All’interno della macchina si trovano, in particolare, quattro servomotori (uno per ogni ruota), un accelerometro e un circuito Arduino (che analizza le informazioni ricevute dall’accelerometro e fa derapare l’auto).
Il video illustra quanto può essere realistica una auto di appena 3,5 kg.
Prima di aggiungere anche il video un po’ più lungo, vi do due link per l’approfondimento:
– il sito del progetto,
– la pagina FB del progetto. Continuare la lettura di questo post »
Il venerdì scorso avevo scritto del programma cinese volto a introdurre l’uso obbligatorio totale del hardware e del software nazionali per tutti i lavori svolti per conto dello Stato.
Da oltre un anno anche in Russia si discute di un provvedimento del genere, ma non si è ancora arrivati a un obbligo totale e sistematico, nemmeno sulla carta. Il 21 dicembre 2019 è stato firmato l’ultimo, dal punto di vista cronologico, provvedimento in materia: l’ordinanza del Governo firmata dall’ex premier Dmitry Medvedev. L’atto introduce un divieto di durata biennale per l’acquisto dei sistemi di archiviazione di dati di produzione straniera destinati a coprire le necessità statali e municipali.
Dal punto di vista teorico, sono sempre stato contrario alle misure del genere per almeno due motivi:
1) il protezionismo non ha mai aiutato, da nessuna parte del mondo, a sviluppare dei prodotti o servizi di qualità elevata;
2) i monopolisti nazionali – figli del protezionismo – alzeranno in modo ingiustificato i prezzi, dando anche spazio alle situazioni di corruzione.
La realtà russa, però, è come al solito ancora più interessante. Oggi vi propongo due esempi concreti interessanti.
Iniziamo dalla azienda moscovita Mayak che produce delle «soluzioni per i network». Vediamo la scatola nella quale viene imballato e venduto il loro switch HW-AMUR-CE-68…
… e proviamo a staccare l’etichetta: Continuare la lettura di questo post »
A novembre mi era già capitato di scrivere dello strano smartphone con lo schermo sulla base dell’e-ink. Uno dei suoi grandi difetti (ma non il più grave) era la monocromia perché la tipologia suddetta dello schermo è progettata per i libri elettronici.
Ma ecco che l’8 gennaio 2020 l’azienda cinese Hisense ha presentato alla fiera CES di Las Vegas il prototipo funzionante dello smartphone con lo schermo e-ink a colori.
Il vantaggio degli schermi e-ink, in generale, è un bassissimo livello di consumo della energia: ne richiedono pochissima per cambiare l’immagine e ne consumano zero quando l’immagine è statica. Grazie a queste caratteristiche lo schermo è sempre «acceso».
L’azienda produttrice sostiene che il loro schermo sia più veloce di quelli esistenti finora sul mercato. Ma io, da parte mia, dubito comunque che con la tecnologia e-ink sia possibile raggiungere una velocità sufficiente per il normale funzionamento di uno smartphone.
Il modello con l’e-ink a colori dovrebbe arrivare sul mercato alla fine della primavera. Ma penso che i difetti già elencati nel mio post di dicembre (vedi il link all’inizio) valgano anche per questa creatura della Hisense: lentezza infernale e autonomia non eccezionale.
Dimentico sempre di comunicare una cosa importantissima ai miei cari lettori.
Gli audiolibri non c’entrano alcunché con i libri. Gli audiolibri sono un prodotto finalizzato all’intrattenimento del tutto a sé stante.
È abbastanza facile capire la differenza tra un audiolibro e un libro leggibile con gli occhi. Prendete, per esempio, una qualsiasi novella di… che ne so… Luigi Pirandello e leggetela. Poi scaricate la stessa novella in formato audio e ascoltatela. (Il testo e l’audio si dovrebbero trovare gratis e legalmente su internet.) Vi renderete conto che si tratta di due prodotti completamente differenti.
La lettura con gli occhi è un processo unico nel suo genere; è destinato alla elaborazione dei dati in input. Non escludo l’ipotesi che nei prossimi decenni esso possa venire definitivamente spinto ai margini della attività umana quotidiana da parte del progresso, ma ciò non significa che sia di basso valore.
L’ascolto dei medesimi contenuti è un processo di consumazione della analisi altrui.
La lettura contribuisce allo sviluppo del cervello, mentre l’ascolto non tantissimo.
In una fattoria vicino a Ramenskoe (una cittadina della provincia di Mosca) è stata testata con successo una innovazione interessante e divertente. Gli ingegneri e i veterinari hanno fatto provare gli occhiali di realtà virtuale alle mucche:
L’obiettivo della innovazione è quello di far sentire le mucche «più felici e rilassate» – mostrando a loro un campo verde estivo tutto l’anno – al fine di aumentare la produzione del latte. I risultati del test avrebbero mostrato «il miglioramento dell’umore della intera mandria».
E io spero che queste immagini abbiano migliorato il vostro umore nel mezzo della giornata piovosa.
P.S.: dovrei impegnarmi nel portare questa innovazione in Italia. Sarei curioso di vedere anche la reazione degli umani.
Per puro caso ho saputo dell’invenzione di una ennesima, enorme idiozia tecnologica: uno smartphone con l’unico schermo funzionante sulla base di inchiostro elettronico (l’e-ink, quello utilizzato per i libri elettronici).
Non so se a tutti i miei lettori sia capitato di utilizzare — almeno una volta nella vita — il browser di un Kindle (o di qualche altro libro elettronico) per navigare sull’internet. A tutti coloro che non lo hanno ancora fatto (oppure non si ricordano più) comunico: lo schermo e-ink è di una lentezza assurda. Può andare bene per la lettura dei libri perché il tempo di caricamento di una nuova pagina corrisponde, più o meno, al tempo in cui un essere umano gira una pagina di un libro cartaceo. Per l’utilizzo dell’internet, delle app e dei giochi non però assolutamente adatto. Non nomino nemmeno i video.
È vero che uno schermo del genere consuma notevolmente meno energia. Allo stesso tempo, però, dobbiamo ricordare che le solite app continuano a consumare l’energia sempre allo stesso modo di prima, indipendentemente dalla tipologia dello schermo adottato nel telefono. È dunque normale nel caso concreto è annunciata l’autonomia massima di appena 10 (dieci) giorni.
Quindi la mia domanda è: chi saranno i quasi mille seicento geni a comprare per più di 200 euri uno smartphone super lento con una batteria da max 10 giorni e lo schermo monocromo? Se ne conoscete almeno uno, presentatemelo: voglio capire le sue motivazioni.
P.S.: c’è pure il video pubblicitario (anche se in cinese):
La Reuters scrive che gli hacker sarebbero riusciti a ottenere l’accesso ai telefoni degli alti funzionari di venti Stati grazie alla vulnerabilità del WhatsApp. Lasciando da parte, almeno per questa volta, i dettagli tecnici dell’"evento«, trovo importante ricordare due principi fondamentali riguardanti l’uso del telefono.
Il primo principio è ben noto a tutti i cittadini degli Stati caratterizzati da una scarsa tradizione giuridica: il telefono è un mezzo di connessione ma non di comunicazione. Il significato del principio è semplicissimo: non è detto che i partecipanti a una ordinaria conversazione telefonica siano solo due. Nell’ex URSS, per esempio, tantissime persone formalmente non indagate sono finite arrestate, giudicate e condannate sulla base di quanto detto via telefono a una persona anche meritatamente fidata. Nel mondo contemporaneo, invece, l’applicazione del principio si estende a tutto il globo. Non voglio spingervi a essere vittime di una paranoia: il 99% dei miei lettori sono delle persone semplici, prive di ogni valore per le spie telefoniche. I politici e i funzionari statali, invece, devono sapere distinguere bene tra gli argomenti da trattare via telefono e quelli da trattare durante un incontro personale. Proprio per questo, per esempio, ad alcuni Capi di Stato è addirittura vietato l’uso degli smartphone.
Il secondo principio è strettamente legato al primo. Negli ultimi anni ho conosciuto diverse persone che si ponevano delle domande circa l’utilità della diplomazia tradizionale nel mondo contemporaneo. «A cosa servono gli ambasciatori nell’era dell’internet?», si chiedevano loro. Ebbene, una delle funzioni dei diplomatici presenti sul territorio estero è proprio quella di ridurre — tramite il proprio operato fisico — i rischi legati alla vulnerabilità delle tecnologie moderne.
In conclusione del post odierno, invito tutti ad aggiornare regolarmente le app del proprio telefono, non scaricare i file e le app sconosciuti, usare gli antivirus e, volendo, iniziare ogni conversazione telefonica con la frase «Spie, andate ad amarvi».