L’archivio della rubrica «Elettronica»

L’occhio del web

I ricercatori della Università del Saarland hanno creato una webcam che ha l’aspetto e, soprattutto, le funzionalità di un pezzo della testa umana. Quindi la webcam sa muovere l’occhio e il sopracciglio, ammiccare e chiudere la palpebra. Sembra un po’ terrificante:

Un dispositivo del genere dovrebbe essere scomodo anche per la controparte delle conversazioni: vedrebbe diventare lo schermo parzialmente nero in occasione di ogni movimento della suddetta webcam. Ma, per fortuna, gli inventori non hanno l’intenzione di promuovere la produzione di massa.


L’AirTag

Dopo tanto tempo, la Apple ha finalmente presentato, in occasione dell’evento di ieri, un prodotto realmente nuovo per il proprio ecosistema: l’AirTag. Era atteso già da anni. In sostanza, si tratta di una «compressa» metallica che può essere interrogata dai telefoni, tablet e computer della Apple circa la sua posizione. Se si trova vicino, emette un suono; se si trova lontano, comunica la propria posizione geografica utilizzando come «ponte di connessione» il dispositivo della Apple più vicino. Nascosto in un qualsiasi vostro oggetto personale, l’AirTag permetterà di localizzarlo in caso dello smarrimento o, se siete (s)forunati, del furto (dipende dal fatto se il ladro ci pensi e ci riesca a cercare e buttare via l’AirTag).
Ma in realtà so benissimo che tutti gli interessati sono capaci di leggere la descrizione del prodotto direttamente sul sito del produttore: è breve e facilmente comprensibile. Quindi passo alla mia grande domanda sull’argomento…
L’AirTag è ora proposto a 35 euro (oppure 119 euro per una confezione da 4 pezzi). Con la custodia opzionale costa ancora di più. Di conseguenza, è evidente che sia più sensato utilizzalo solo per mettere al sicuro gli oggetti di un particolare valore economico. Le prime cose che vengono in mente sono ovviamente i portafogli (rifare tutti i documenti è un casino) e le borse con gli oggetti personali importanti. Ma io mi sono chiesto se l’AirTag possa essere utile anche quando nascosto nei mezzi di trasporto personali: auto, moto, biciclette costose etc. Se dovesse funzionare anche in quel modo, meriterebbe di essere comprato a bancali.

Bisogna studiare con attenzione le prime reazioni degli utilizzatori affidabili.
P.S.: sarà particolarmente curioso riuscire a rintracciare le proprie cose rubate grazie al supporto tecnologico dell’iPhone del ladro stesso.
P.P.S.: ogni innovazione diventa rivoluzionaria quando è utilizzata bene e con una certa dose di fantasia.


Lou Ottens

Non so se anche voi sia mai capitato di leggere della morte di una persona [una volta] famosa/nota e, con una certa sorpresa, pensare «ma era ancora vivo?»… Non intendo alcuna forma di macabra «gioia», ma solo una sorpresa per avere risentito un nome che la mente aveva ormai automaticamente collocato in un passato lontano, lo aveva attribuito alla storia.
Non tanto spesso, ma a me capita. L’ultima (dal punto di vista cronologico) occasione è la morte dell’ingegnere olandese Lou Ottens.

Sono sicuro che vi sia capitato di leggere o sentire il nome di Lou Ottens almeno una volta nella vita: il signore è l’inventore dalla audiocassetta, quindi di un supporto fisico che negli ultimi decenni del XX secolo ha avuto un ruolo fondamentale nella diffusione della musica nel mondo. Direi che in questo senso l’invenzione di Lou Ottens ha avuto la stessa potenza dell’internet dei giorni nostri. Ma non sono solo gli amanti della musica che possono (o devono) ringraziare Ottens. Infatti, mi è capitato di conoscere alcuni ingegneri che negli anni ’80 avevano costruito i propri primi computer artigianali utilizzando un televisore e un lettore delle audiocassette (sulle cassette veniva memorizzato il codice dei programmi).
Insomma, Lou Ottens è stato un personaggio importantissimo per la vita quotidiana della umanità, anche se qualcuno lo aveva involontariamente «seppellito» molto prima del dovuto. Ho troppe dita per contare le persone della stessa portata.


Le cifre in rilievo

Le cifre e altri caratteri in rilevo sulle carte bancarie inizialmente avevano un senso pratico particolare. In sostanza, al momento del pagamento la carta veniva appoggiata sul piano di una particolare pressa, sopra la carta venivano appoggiate alcune copie di un modulo prestampate alterate con la carta di carbone, dopo di che veniva azionata la pressa. In questo modo venivano ottenute più copie dello stesso modulo di uno scontrino o fattura. Una copia rimaneva al possessore della carta, una al fornitore del bene o del servizio e una veniva spedita alla banca.
So che in alcuni posti (anche in alcune cittadine degli USA!) questo modo molto antiquato di giustificare i pagamenti con una carta bancaria è stato utilizzato fino alla fine degli anni ’90. E non penso che oggi qualche banca si dimostri disponibile ad accettare una stampa di questo tipo.

Ma la vera domanda è un’altra. Perché ora, nel XXI secolo, si continua a produrre le carte bancarie con i caratteri in rilevo? Tutte le informazioni necessarie sono ormai contenute sulla striscia magnetica e sul chip: possono essere trasmesse in via elettronica e, in caso di necessità, anche stampate in un modo a noi abituale.
Anzi, una soluzione ancora più moderna sarebbe quella di abolire le carte bancarie. Tanto, si può fare tutto con il telefono.


L’Occhio della Provvidenza

Non so se tutti hanno già appreso questa notizia tecnologica di dicembre: «A New Satellite Can Peer Inside Buildings, Day or Night». Io ho alcuni dubbi in merito a questa «innovazione», ma la gente paranoica può iniziare comunque a cercare o costruire qualche catacomba «sicuro» per viverci.
In sostanza, l’azienda statunitense Capella Space sarebbe in grado di ottenere dal proprio satellite delle immagini super dettagliate della superficie terrestre. Attualmente un pixel delle loro immagini corrisponde a un quadrato di 50×50 cm, ma in breve si aspetta di arrivare alla risoluzione di almeno 25×25 cm. Il satellite è in grado di riprendere lo stesso oggetto per una durata di tempo dai 20 ai 60 secondi.
Ma l’aspetto più interessante è il modo dichiarato di ottenere le immagini. Infatti, non vengono utilizzate delle semplici fotocamere. L’immagine si verrebbe ottenuta dal radar, il quale invia nel punto desiderato un potente radiosegnale e poi elabora i dati ottenuti. Trattandosi, appunto, di un radiosegnale, è possibile ottenere le immagini anche di notte o nelle condizioni di nuvolosità. Inoltre, come si sostiene, il radiosegnale sarebbe oltrepassare le mura (e i tetti) degli edifici, quindi si potrebbe vedere cosa succede dentro…
Insomma, a me sembra più una opera fantascienza, ma, comunque, una opera interessante.


In ogni caso, gli obiettivi della azienda sono puramente commerciali. Le immagini di maggiore definizione possono essere vendute solamente alle agenzie governative americane, ma quelle di qualità un po’ inferiore possono essere vendute anche ai clienti privati.


La prevedibilità

Ahahaha, ho vinto la scommessa con me stesso!
La Samsung imita [ancora una volta] la Apple: il nuovo modello Galaxy S21 Ultra non avrà il caricatore nella confezione. Evviva il coraggio di fare per primo / l’avidità ecologica / il riconoscimento del fatto che la gente ha troppi caricatori in casa! (sottolineare la versione preferita)

Comunque, non è l’unico (e nemmeno il principale) motivo per il quale provo pietà e compassione verso gli utenti dell’Android e del Samsung…


Una funzione da inventare

Su questo pianeta ci sono pochissime persone autorizzate a telefonarmi (soprattutto senza preavviso). Le telefonate provenienti da tutte le altre persone (a meno che queste ultime non mi conoscano ancora troppo poco) sono automaticamente classificate come spam vocale. L’organizzazione mentale e lavorativa mi rendono molto più comoda e facile la comunicazione tramite i messaggi di testo.
Una volta in x anni, però, anche le persone non autorizzate hanno qualcosa di importante da comunicarmi necessariamente a voce. Le vere necessità accadono proprio con quella frequenza, ma accadono.
Di conseguenza, negli smartphone mi manca una funzione importantissima: la possibilità di inviare o ricevere una richiesta di conversazione audio/video. Una funzione che me permetterebbe di accettare, indicare la fascia oraria ottimale e/o, eventualmente, rifiutare.


Il cane salvato

Scrivono che la Hyundai Motor stia acquistando la Boston Dynamics.
Cosa ci potrebbe essere di negativo in questo evento? Per esempio, il fatto che la Hyundai Motor si specializza nella produzione dei robot con le ruote. Quindi in futuro rischiamo di vedere meno video curiosi con dei «cani» metallici etc.
Cosa ci potrebbe essere, invece, di positivo sempre nello stesso evento dell’acquisto? Per esempio, il fatto che ultimamente la Boston Dynamics perdeva milioni di dollari all’anno. Quindi il mancato affare ci avrebbe dato la certezza di non vedere più altri video prima o poi.
Per il resto, non è una notizia capace di influire sulla nostra vita.


Un suggerimento al progresso

Ormai da alcuni anni sul mercato sono disponibili i giubbotti riscaldati: se cercate su Amazon o altri siti di e-commerce, ne trovate diversi modelli. Non quanto bene funzionino, ma il fatto rimane: esistono.

E ora poniamoci una domanda logica: perché non esistono ancora le mascherine [anche mediche] riscaldate? Visto che, nonostante l’entusiasmo collettivo per i primi successi nella ricerca del vaccino anti-Covid, dovremmo tenerci le fastidiose mascherine ancora per un po’, speriamo almeno che qualcuno inventi un modello adatto per l’inverno. Specialmente per le giornate di neve.


Forse sopravvive

L’americano Qualcomm, il più grande produttore dei processori per i dispositivi mobili, ha ottenuto l’autorizzazione del governo statunitense per fornire i chip 4G alla Huawei. Tale notizia va letta nel contesto di altre due, più datate: 1) il divieto per le aziende americane, vigente dal maggio 2019, di fornire le tecnologie ai produttori cinesi; 2) la conseguente decisione dei produttori di elettronica cinesi di utilizzare i processori della Samsung.
In sostanza, almeno ora l’amministrazione del presidente uscente ha capito che nel mondo globalizzato una guerra economica contro un altro Stato può facilmente trasformarsi in un suicidio economico. Così, per esempio, la «punizione» della Cina poteva comportare la fine di una grande azienda americana (la Qualcomm, appunto). Ma Trump, probabilmente, non può ammetterlo. Come non può nemmeno ammettere di avere permesso di evadere un proprio divieto.
Non so se e come la guerra economica con la Cina continuerà anche dopo l’insediamento del prossimo presidente. Ma sono sicuro al 99% che seguiranno altre autorizzazioni speciali per le aziende americane. Almeno dal punto di vista tattico sarà una scelta giusta. Allo stesso tempo dubito che qualsiasi presidente futuro sia capace a prendere le decisioni strategiche finalizzate alla creazione di un sistema produttivo nazionale che possa fare la concorrenza a quello cinese. (E nell’Unione Europea non si può nemmeno sognarlo.)