L’archivio della rubrica «Cultura»

195 anni di Fëdor Dostoevskij

Oggi è il 195-esimo anniversario della nascita di Fëdor Dostoevskij. Nonostante lo status mondiale del Grande Classico riconosciuto al festeggiato, non ho l’intenzione di fingere un grande amore verso il patrimonio letterario che egli ci lasciò. Allo stesso tempo, non ho l’intenzione di apparire un critico letterario. Sono un lettore, e questa è la cosa fondamentale perché gli scrittori scrivono per i lettori e non per i critici (o scienziati della letteratura, cioè un’altra categoria di parassiti librari).
Quindi mi limito a consigliarvi, proprio oggi, l’unico romanzo di Fëdor Dostoevskij che merita realmente di essere letto: «L’idiota». Si tratta di una opera anomala dell’autore in quanto è l’unica che a) tratta una pluralità di caratteri diversi, b) racconta della vita dei personaggi che anche oggi ci circondano nella vita quotidiana.
Insomma, fortemente consigliato.


Pre-selezione tecnologica

L’assessore milanese Pierfrancesco Maran ha deciso di ricordarci, via Facebook, che per i diciottenni da oggi si apre la possibilità di incassare 500 euro spendibili in cultura.

E’ una iniziativa bella… Allo stesso tempo è un po’ strana perché parte dal presupposto che tutti i diciottenni abbiano uno smartphone (altrimenti come fanno a scaricare l’app?).

Chi decide di promuovere la cultura, prima deve farsi un po’ di cultura.


L’ultima a essere sepolta

La speranza è l’ultima a essere sepolta morire, vero?

Il 15 novembre 1843 è stata brevettata l’invenzione dell’americano Christian Henry Eisenbrandt (Baltimore, Stato di Maryland): una bara apribile da dentro per i casi di «dubbi sulla morte avvenuta». Immaginate una processione funebre, il cui regolare svolgimento viene improvvisamente interrotto dalla apertura della bara e l’uscita del defunto…

Per dei ovvi motivi di natura logica e giuridica il festeggiamento di Halloween non è mai stato brevettato. Il primo festeggiamento pubblico registrato risale però al 1895 (in Scozia): 52 anni dopo la registrazione del brevetto di cui sopra. Di conseguenza, auguro a tutti di non sottovalutare le invenzioni assurde. Ragionandoci bene su alcune di esse, è possibile creare degli eventi popolari (e, dunque, redditizi). Basta solo un po’ di fantasia.

Buon Halloween a tutti!

P.S.: la tafofobia è più diffusa di quanto potessimo pensare, ne soffrirono anche molti personaggi famosi distintesi per alti meriti intellettuali (per esempio Alfred Nobel, Wilkie Collins, Nikolaj Gogol e Arthur Schopenhauer). Al giorno d’oggi, però, è fisicamente impossibile essere sepolti e/o cremati vivi perché lo stato di morte viene accertato con l’autopsia. Quindi al massimo morite per quest’ultima, ahahahaha!


Bob Dylan

Ci ho pensato fino a ora e ho finalmente trovato il coraggio di ammettere due cose:

1) ascolto poco Bob Dylan

perché

2) il mio livello di inglese spesso non è sufficiente per comprendere tutte le sfumature dei suoi testi.

Non so quale delle due cose sia la più grave. Ma so che la più grave in assoluto è quella di ascoltarlo senza capirci neanche la metà di quello che tenta di comunicare (oppure tenerlo come rumore di sottofondo). Io, quando posso, mi faccio aiutare dai miei amici americani e inglesi.

E poi niente, finalmente il Nobel per la letteratura è stato assegnato in un modo originale e a una persona meritevole. Si tratta di un evento raro, rarissimo.


Il corsivo

Mi capita spesso di sentire o leggere (da parte degli occidentali) delle lamentele sulla scarsa comprensibilità del corsivo russo.

Cari occidentali, vi capisco benissimo… Potreste aiutarmi a leggere il corsivo gotico? Dai, è il vostro alfabeto «nativo»!


35% ucraino

Stamattina la Verchovna Rada («Consiglio Supremo», l’unica camera del Parlamento ucraino) ha approvato una legge sulla lingua delle canzoni trasmesse alla radio e TV. Su 343 deputati presenti, 268 hanno votato a favore di un testo in base al quale le canzoni in lingua ucraina devono avere almeno il 35% del tempo dedicato da parte delle emittenti alla musica. La quota deve essere rispettata sia nell’arco della intera giornata che nelle fasce orarie dalle 7:00 alle 14:00 e dalle 15:00 alle 22:00.

A prima vista l’approvazione di una legge del genere è una pura e semplice stronzata di stampo nazionalista. Una persona normale non cambia i gusti musicali per adeguarsi a una legge dello Stato: piuttosto cambia il modo di trovare e ascoltare la musica. (Lo stesso vale, per esempio, per il cinema. Di conseguenza, non è corretto condannare la cosiddetta pirateria la quale è, in una certa misura, uno strumento di difesa contro la stupidità del legislatore e l’incapacità degli autori.)

L’aspetto della nuova legge poco evidente agli occidentali è però un altro. Una percentuale prossima al 100% degli ucraini parla il russo. Il grado di conoscenza varia in base alla età e alla regione di provenienza, ma quasi tutti gli ucraini sono in grado di leggere, scrivere, parlare e comprendere la lingua russa (non parlo del 100% degli ucraini solo per l’abitudine di evitare delle generalizzazioni gratuite). Inoltre, una ampia maggioranza degli ucraini utilizza la lingua russa nella vita quotidiana. Quindi una parte considerevole delle canzoni trasmesse dalle radio ucraine proviene dalla Russia.

Negli ultimi due anni e mezzo lo Stato russo ha fatto, da parte sua, tutto il possibile per far allontanare i comuni cittadini ucraini da ogni cosa che in qualche modo rappresenti la Russia. Lo Stato ucraino, naturalmente, non poteva seguire l’esempio.


La mia lotta

Quello di oggi è un post serio come pochi. Allora… Sabato 11 giugno, mentre cazzeggiavo su Facebook, mi sono imbattuto in questa foto:

Oggi approfitto della occasione per ricordarvi una cosa piuttosto banale. Ma prima leggete questa barzelletta ebraica:

«Rebbe, io sono ateo», disse un ragazzino.
«Se Egli fosse come te lo immagini tu, pure io sarei ateo», rispose Rebbe.

Ecco, ora posso provare a esprimere il mio pensiero in una maniera meno allegorica. Ricordatevi che solo un ignorante è contrario a un concetto senza conoscerlo. Non si può essere atei senza conoscere i testi religiosi (il sottoscritto è ateo). Non si può essere contrari al terrorismo religioso o politico senza conoscere i suoi fondamenta teorici o, almeno, i metodi (il sottoscritto è contrario al terrorismo). Non si può essere contrari al nazismo senza conoscere i suoi metodi, fini e fondamenta teorici (il sottoscritto è contro il nazismo).

Non si può, perché chi è contrario senza conoscere segue ciecamente la moda e non la propria ragione. Quindi è uno scemo.

Se l’edicola che ha esposto l’annuncio si è prefissata l’obiettivo di lottare contro i libri e moltiplicare il gregge degli ignoranti (imitando in questo senso il regime di Hitler), è necessario boicottare l’edicola. Non il libro.

Detto ciò, vi comunico che «Mein Kampf» di Adolf Hitler è un libro pallosissimo. Un italiano su cento riuscirà a leggerne più della metà.


Na zdorowie!

In Europa, non solo in Italia, la gente è convinta che i russi dicano «Na zdorovie!» prima di bere. Si tratta di una delle più grandi stronzate che mi sia mai capitato di sentire sulle abitudini dei russi. Gli europei insistono nel chiedermi la conferma di questa leggenda, gli attori sono costretti a pronunciare quella frase nei film occidentali…

Ma non è vero! In Russia non si usa pronunciare «Na zdorovie!» nelle occasioni delle bevute. Spesso si dice «Vashe zdrovie!» (alla vostra/Vostra salute!) o «Tvoio zdorovie!» (alla tua salute!), mentre tutte le altre forme non hanno alcun senso e quindi non si usano.

Avrei dovuto scriverlo molto prima, ma aspettare il momento migliore è, a volte, una scelta sensata. Solo ora, infatti, ho scoperto l’origine del tanto diffuso pseudo-sapere culturale. Ho scoperto che «na zdorowie!» prima di bere si dice in Polonia!

Ahahaha, sono sempre i polacchi a rovinare il nostro rapporto con l’alcol!

In russo l’espressione «Na zdorovie!» può essere utilizzata solo come un sinonimo della parola prego in risposta a un ringraziamento per l’offerta di qualcosa (di solito del cibo).


La collezione delle mappe

L’imprenditore edile statunitense David Rumsey non si interessa più di tanto, a differenza di alcuni colleghi, delle elezioni presidenziali. Per fortuna ha un altro grande interesse: a partire dagli anni ’80 colleziona le vecchie mappeю Al giorno d’oggi la sua è una delle più grandi collezioni al mondo: essa è composta da più di 150 mila unità. Alla fine degli anni ’90, poi, Rumsey si è improvvisamente reso conto che la sua collezione potrebbe risultare interessante anche alle altre persone. Ha dunque avviato la digitalizzazione delle mappe in proprio possesso al fine di renderle di dominio pubblico. Per ora sono state scannerizzate più di 67 mila sue mappe (meno della metà del totale).

Nel 2009, infine, David Rumsey ha deciso di regalre la propria collezione alla Università di Stanford. L’università in questione, non essendo diretta da defficienti, ha provveduto alla creazione del David Rumsey Map Center per la conservazione e lo studio del tesoro ricevuto. In contemporanea con l’apertura del suddetto centro di ricerca, il 19 aprile 2016 alla Cecil H. Library è stata inagurata una mostra di alcune delle mappe donate da Rumsey (aperta fino al 28 agosto).

Non so quanti dei miei lettori avranno tempo, nei prossimi quattro mesi, di farsi un viaggio da quelle parti. Quindi vi invito semplicemente a visitare il sito ufficiale di David Rumsey Map Collection.

Attenzione: il sito crea dipendenza. Se non siete immuni allo studio, non iniziate.


Humor inglese online

Il bellissimo e utilissimo sito Sci-Hub (che ovviamente nessuno di noi si permette di utilizzare), si è poco fa trasferito dal dominio «.io» al dominio «.ac». Per pura curiosità sono andato a vedere di chi fosse quest’ultimo dominio.

Ora devo riconoscere che ai gestori di Sci-Hub non manca l’umorismo: pur essendo assegnato all’Isola dell’Ascensione, il dominio «.ac» viene spesso utilizzato come acronimo della parola «academic». Una buona parte degli accademici di tutto il mondo dovrà sentirsi particolarmente beffata.