Alcuni partecipanti del festival «Stenograffia» (dedicato allo street-art), durante la tappa di Ekaterinburg, hanno dipinto una Moskvich-408 e un box leggero per l’auto.
Ma non so se tutti capiranno la battuta…
Alcuni partecipanti del festival «Stenograffia» (dedicato allo street-art), durante la tappa di Ekaterinburg, hanno dipinto una Moskvich-408 e un box leggero per l’auto.
Ma non so se tutti capiranno la battuta…
Pare che la storia dell’interessante progetto cinese TEB (Transit Elevated Bus) sia già finita.
Pensandoci bene, posso constatare che anche nel caso di successo sarebbe l’invenzione in questione sarebbe stata applicabile solo nelle città di recente costruzione (quindi prevalentemente quelle asiatiche)… Ma mi dispiace comunque per il dissolversi di questo sogno futuristico del XXI secolo.
Avevo espresso alcuni dubbi sulle caratteristiche di quel mezzo di trasporto già in occasione del suo primo viaggio.
Dal 17 al 24 giugno si è svolto l’annuale festival internazionale della creatività «Leoni di Cannes» (quello dedicato alla pubblicità). Tra i premiati ci sono state anche alcune agenzie pubblicitarie russe.
Nella sezione «Promo&Activation», per esempio, al terzo posto si è classificata l’agenzia «Voskhod» con il suo progetto «Curling con le auto» sviluppato per l’agenzia pubblicitaria «Smartpolis» di Ekaterinburg.
Vediamo subito un esempio:
Le auto utilizzate per realizzare il video sono tutte VAZ 1111 «Oka».
La sera del mercoledì 7 giugno, passando in piazza Duomo a Milano, avevo notato una fila delle vecchie Fiat 500 davanti alla Rinascente.
In un primo momento avevo pensato che si trattasse di un evento legato, in qualche modo, ai 100 anni del negozio. Grazie a una breve ricerca su internet avevo invece scoperto che le auto servivano per girare uno spot televisivo dedicato ai 60 anni della Fiat 500 (anche se la Fiat 500 C «Topolino» della foto precedente è del 1949; il primo «Topolino» fu prodotto nel 1936).
Ma la domanda che mi sono posto non cambia in relazione al motivo per il quale le belle Fiat d’epoca si trovavano in quel luogo e in quel momento. La Fiat è già stata multata per aver fatto circolare delle auto «Euro 0» in piena Area C? A me risulta che non siano previste delle deroghe per le auto storiche (e questa è per me una enorme stronzata). Inoltre, non mi risulta che le multe si applichino solo ai cittadini privati (sarebbe una notevole stronzata).
Di conseguenza, mi sembra di capire che la situazione a Milano sia la seguente:
1) i milanesi sono obbligati a comprarsi una auto nuova ogni volta che vengono aggiornati gli standard ecologici;
2) i milanesi appassionati delle auto storiche sono pochi e viaggiano in auto troppo raramente, quindi il Comune guadagna più multandoli che facendoli pagare i «ticket» della Area C;
3) certe aziende, anche quelle extramilanesi, non vengono multate perché già pagano bene.
Insomma, meno male che la Milano è governata dalla sinistra.
P.S. Lo stesso discorso vale per gli autobus.
Eugene Romanovsky, un esperto di effetti speciali, vuole vendere la sua Suzuki Vitara del 1996. Ha dunque creato un video promozionale:
Non so se, quando e a quale prezzo riuscirà a venderla. Ma il video ha già superato abbondantemente 5 milioni di visualizzazioni. Se va avanti così, potrà comprarsi una auto nuova solo grazie ai video pubblicati su youtube.
«Pronto, parlo con Atreruote Noleggi S.r.l.?»
«Sì, buongiono. Sono Lella, mi dica».
«Avete una limousine bianca grande e con l’aria condizionata?»
«Certamente. Resterà soddisfatto!»
Il condizionatore viene alimentato da un generatore a benzina posizionato sotto (quell’oggetto rosso).
Quando il condizionatore non serve, il generatore viene smontato.
Complimenti all’ingegnere…
Nella sperduta provincia francese, vicino alla città di Mâcon, è stata da poco scoperto da un esploratore russo un luogo particolarissimo: una concessionaria abbandonata della LADA. All’interno dello stabile e attorno a esso sono ancora parcheggiate alcune decine di auto.
Non era un negozio particolarmente grande.
Si vede che la concessionaria è chiusa da anni: le auto parcheggiate fuori hanno le gomme a terra e le macchie della ruggine ben visibili.
Si vede che l’ex proprietario si occupava anche della vendita dell’usato. Questa versione della LADA VAZ-2109, per esempio, veniva prodotta fino al 1991 (si vede dal «muso» corto e con un singolo elemento orizzontale massiccio).
Ufficialmente le LADA venivano importate in Francia dall’inizio degli anni ’80 fino al 2008.
Nel cortile posteriore si vedono alcune LADA con dei pezzi mancanti (in alcuni casi molti pezzi). Saranno quelle auto guaste/incidentate dalle quali venivano recuperati i pezzi di ricambio.
Non si sa di preciso quando abbia chiuso questo negozio. Ma sulle foto del 2013 disponibili su Google Street View lo vediamo ancora operativo: in primo piano si vedono le LADA Niva nuove, dietro ad esse le LADA-2110. Considerata la buona fama delle Niva, è difficile immaginare che siano rimaste non svendute, quindi nel 2013 il negozio funzionava per forza.
In Italia esiste un posto del genere? Gli ex venditori delle auto russe (che non rientrano più nei parametri ecologici europei) che fine hanno fatto?
Nel 1985 il neo-eletto Segretario Generale del partito Comunista dell’Unione Sovietica annunciò l’inizio della perestroika. Nell’autunno del 1986 iniziò la progressiva liberalizzazione della economia. Nella primavera del 1988 le cooperative (l’unica forma di imprenditorialità autorizzata) ottennero il diritto di entrare in tutti i settori dell’economia. Cominciarono a comparire i primi ricchi legali. Assieme a questi ultimi cominciarono a comparire nelle città sovetiche anche le prime automobili straniere (capitavano anche prima, ma con la stessa frequenza delle auto targate «Danimarca» sulle strade italiane).
Proprio in corrispondenza di questa tappa della perestroika io sono entrato in quella età nella quale i ragazzini distinguono tutte le marche e tutti i modelli automobilistici. In sostanza, il mercato automobilistico russo dell’epoca si è formato e cresciuto assieme a me. Prima o poi ne scriverò in dettaglio, mentre per ora mi limito a dire che tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 in Russia arrivavano dall’estero tantissime automobili usate (forse addirittura più di quelle nuove).
Uno dei primi modelli stranieri che io ed i miei coetanei abbiamo imparato a riconoscere è stata la BMW della serie E30. Tale notorietà le era garantita da una larga diffusione e il design particolare (quasi extraterrestre per noi figli dell’URSS).
Tanti miei coetanei dicevano che «da grandi» avrebbero comprato una Mercedes, mentre io Continuare la lettura di questo post »
Un bel pomeriggio d’inverno all’inizio degli anni ’90 stavo giocando a palle di neve con alcuni compagni di classe. All’apice della battaglia della neve, preso dalla agitazione generale, non mi accorsi di avere fatto una bella palla di neve con in grosso pezzo di ghiaccio come nucleo…
Questa storia ha una triste fine, ma non per me o i miei compagni. Il mio ordigno diabolico, infatti, colpì non una persona ma la portiera di una Hyundai. La portiera fece crrraac e rimase con un notevole foro aperto proprio nel mezzo. Eppure io, in qualità di lanciatore, non sono dotato di una forza extra-naturale.
«E allora come cazius hai fatto a bucare una auto con un pezzo di ghiaccio?!», potreste chiedere voi.
«Semplice», avrei risposto io. «Uno studio tecnico-scientifico eseguito da un team di esperti undicenni (tornati coraggiosamente sul luogo dell’incidente il giorno dopo) rilevò che la carrozzeria della macchina fu fatta di uno strano composto somigliante alla plastica».
E ora il perché di questo ricordo adolescenziale: anche voi trovate che la vernice opaca fa sembrare le auto fatte di plastica?
Ebbene, mi sa che non siete soli.
Angry Grandpa, un pensionato lettone di 73 anni, voleva tanto pulire la sua Audi 80 dalla ruggine. Purtroppo, però, ha soli 2 mila euro di pensione all’anno. Ma con l’aiuto finanziario dei figli (convinti che il padre spendesse tanto in medicine) era riuscito a risparmiare abbastanza soldi per comprare 12.000 litri di Coca-Cola e 40 kg di soda (spesa totale 8000 euro).
Ha quindi scavato un buco, lo ha isolato con una pellicola, ha versato dentro tutta la Coca-Cola e tutta la soda. Non è seguita alcuna reazione chimica visibile, ma il vecchietto ha comunque deciso di eseguire l’esperimento.
Con una bella accelerazione è entrato nella «piscina» e ha distrutto l’amata macchina.
Non so se l’obiettivo sperato della operazione sia stato raggiunto. Ma spero che il signore prenda qualche premio per il proprio coraggio: almeno per comprarsi un’altra auto d’epoca da lavare con la Sprite.