È palese che la prova del pit stop in assenza di gravità è stata finanziata da Elon Musk: la sua Tesla Roadster avrà già consumato le gomme a fare i giri attorno al Sole!
L’archivio della rubrica «Auto»
Quasi per caso ho saputo dell’esistenza di un sito bello e, per alcuni, pure utile: classic-trader.com
In sostanza, il suddetto sito raccoglie gli annunci di vendita delle auto d’epoca pubblicati in vari Stati europei. Di conseguenza, se state cercando un esemplare raro, ora sapete come minimizzare gli sforzi.
Non è una pubblicità retribuita, ma solo una informativa sulle mie ricerche fortunate.
Una delle stupidità cinematografiche più grandi al mondo è un attore che «guida» senza guardare la strada. Parla con la tipa accanto per cinque minuti e solo una volta, per mezzo secondo (e per sbaglio), da uno sguardo a quello che succede davanti.
Capisco che nei film è tutto relativo, ma così è troppo. A questo punto si potrebbe autorizzare l’attore a staccare le mani dal volante e girarsi verso il/la compagno/a del viaggio come si starebbe al bar. Tanto la macchina viaggia su una piattaforma.
Dopo le bottiglie aperte con i piedi, questa potrebbe diventare una nuova moda sull’instagram, twitter e facebook:
Almeno tra i proprietari delle macchine vecchie…
Non so se tutti se ne sono accorti, ma ieri è avvenuto un fatto epocale nell’automobilismo: è stato prodotto l’ultimo esemplare della Volkswagen [new] Beetle. La parola ultimo significa che non ce ne saranno più.
Naturalmente, non avrebbe molto senso riportare qui un semplice fatto di cronaca industriale, seppure sia di una grande importanza storica. Scrivo il presente post per sottolineare che pure in un ambito di valore intellettuale irrisorio come il marketing si possono fare o delle scelte di stupidità immaginabile, o quelle uniche possibili. Alla prima categoria delle scelte appartiene, per esempio, quella di un noto produttore automobilistico europeo che nel 2003 assegnò il nome di un amatissimo modello storico a una vettura che sa di nulla (tuttora in produzione). Si trattò di un tentativo estremo di accontentare in qualche modo il pubblico rammaricato per la cessione di produzione del modello vecchio. La storia successiva di quel produttore – ma non solo essa – insegna che farsi guidare dal pubblico invece di guidarlo è una strategia da perdenti.
Quindi spero che la Volkswagen faccia l’unica scelta saggia possibile: lasciare il «Maggiolino» nei ricordi positivi di chi ama le automobili belle.
Io, intanto, inserisco la prima generazione del Beetle nella mia lista personale delle auto candidate alla modernizzazione personalizzata. Ma troverà la dura concorrenza delle
– Cadillac Coupe de Ville (la versione del 1974),
– BMW E30 (la versione a due porte degli anni 1982–1994),
– Mercedes-Benz W116 (degli anni 1972–1980),
– Alfa Romeo Spider Duetto (la seconda serie degli anni 1969–1982),
– Jaguar XJ-S (XJS) (degli anni 1975–1996)
o, infine,
– Volvo P1800.
Sì, come potete vedere, ho i gusti automobilistici strani. Ma almeno vi ho avvisati, quindi vedendo, tra qualche anno, una di quelle auto sarete autorizzati a controllare se dentro ci sono io.
È veramente molto strano che i venditori delle automobili (quindi di oggetti moderni) siano nella loro quasi totalità così conservatori nel loro lavoro. Iniziano a vendere i prodotti e i servizi adeguati ai tempi correnti solo quando costretti a farlo. E non tentano di anticipare i tempi per guadagnare un vantaggio vincente.
Paradossalmente, pure alcuni produttori hanno lo stesso grave problema, ma il post di oggi non è dedicato a loro.
Se non avete tempo o voglia di visitare troppe concessionarie, provate a vedere, per esempio, i siti come autoscout24 o automobile.it specializzati negli annunci di vendita delle auto usate. Nessuno di quei siti permette di impostare un filtro per la ricerca delle macchine con il motore fuso / rotto / assente. Eppure è evidente che sarà un servizio sempre più richiesto in futuro. Con le restrizioni sempre più dure nei confronti delle macchine con i motori a combustione interna (pensate, per esempio, ai passaggi di introduzione dell’area B a Milano), avrebbe senso pensare alla opzione di sostituire, sulle macchine belle o rare, il vecchio motore con uno elettrico. Di conseguenza, avrebbe poco senso spendere per l’acquisto di un motore a combustione interna ancora funzionante ma destinato a essere buttato via subito.
Le auto moderne, purtroppo, sono sempre più simili tra loro dal punto di vista estetico. Quindi io comprerei volentieri una bella macchina vecchia per metterci dentro un motore elettrico. Ci sono già le aziende che fanno questo tipo di intervento: se non ne siete al corrente, chiedete pure una conferma al nostro amico Google.
Ma i venditori delle automobili aspettano di adeguarsi. Probabilmente, hanno paura di guadagnare troppo.
Sulla foto vediamo una ZAZ-965 con il motore elettrico progettato e costruito da Dmitrij Lipko (uno studente del Politecnico di Kiev).
Il mio nuovo articolo automobilistico è dedicato alle automobili sovietiche prodotte con il volante a destra per il mercato interno.
http://eugigufo.net/it/autourss/volanteadestra/
Per puro caso ho scoperto il video di quasi un anno fa che mostra la Bugatti Chiron costruita interamente con i pezzi della Lego (tranne il telaio e le ruote). Funziona pure:
Ci è voluto più di un milione di pezzi. Le ruote vere e il telaio di acciaio sono necessari perché la macchina pesa circa 1,5 tonnellate. Il motore è fatto con 2304 motori della Lego (per costruirne uno uguale bisogna comprare dei set della Lego per circa 70 mila dollari). La macchina ha accelerato sino ai 20 km/h, ma può arrivare anche a 30 km/h.
Ora che sapete che è possibile, potete iniziare a progettare la vostra futura macchina da costruire a casa. Sarà per forza originale (quindi invidiata dagli altri) e tecnicamente facile da riparare (non dipenderete più dalle autofficine e carrozzerie).
Le automobili autopilotate vengono testate ormai da anni negli USA e in Europa. Uno degli obiettivi principali dei test è verificare e perfezionare la capacità di quelle auto ad orientarsi sulla strada allo stesso modo dei guidatori umani: vedere gli ostacoli, interpretare la segnaletica etc..
La grande verità consiste nel fatto che è molto più facile adattare le strade alle automobili autopilotate che al contrario. Quando, finalmente, tale concetto diventerà evidente alla maggioranza degli ingegneri, imprenditori e amministratori (di vario rango territoriale), il futuro diventerà molto più vicino.
Sì, l’innovazione non è necessariamente solo un pezzo di elettronica.
Oggi non tutti, soprattutto tra i giovani, sono in grado di immaginare fino a quale punto arrivava la pianificazione nella economia sovietica. Ma io ora sono pronto a fare un esempio interessante.
Il mio nuovo articolo automobilistico (nuovo dopo anni di pausa) è dedicato al sistema unico dei nomi delle automobili introdotto nell’URSS per tutti i produttori. In sostanza, ogni modello nuovo doveva avere un codice numerico facilmente interpretabile dai cittadini.
La spiegazione dettagliata è nell’articolo: http://eugigufo.net/it/autourss/nomimodelli/