Bagaglio consegnato

(29 Ottobre 2015)

La storia del corpo di una ebrea russa, arrivato da Mosca a Tel Aviv nella stiva di un aereo di linea è abbastanza curiosa. In sostanza, lei voleva essere sepolta a Gerusalemme, mentre i parenti volevano realizzare la sua ultima volontà alle spese dello Stato destinatario.

Posso immaginare perché all’aeroporto di partenza nessuno si accorto del contenuto della scatola (probabilmente, aveva la vista oscurata dalle S o dalle C sbarrate). Faccio però fatica a comprendere quali difficoltà ci siano nel associare il bagaglio a un passeggero concreto (su ogni unità di bagaglio viene incollato un tagliando che fa riferimento al biglietto del proprietario).

Ma la questione più interessante è: perché i parenti non hanno messo nella scatola almeno un foglietto con il nome da scrivere sulla tomba?

Possiamo concludere, quindi, che pure un deficiente può realizzare, almeno una volta nella vita, una impresa difficile impossibile.

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