PR da sistemare

(21 ottobre 2015)

Non posso dire di essere particolarmente interessato alla figura del Papa, alle sue azioni, alla sua biografia e ai suoi fatti privati. Però…

Capisco i vari dittatori che cercano di nascondere fino all’ultimo [respiro] i propri problemi di salute. Secondo la loro logica, infatti, le sole notizie sulla loro salute sarebbero dei segni di debolezza che i potenziali nemici interni sognano di sfruttare immediatamente. In base a quella logica ogni forma (e livello) di forza è direttamente proporzionale alla stima che i collaboratori, i dipendenti e le masse governate provano nei confronti del dittatore. E in parte è vero. Per esempio, la fiducia, quasi fede, che la maggioranza dei sovietici provava verso la figura di Stalin aveva subito un notevole calo quando i giornali aveano iniziato a pubblicare i bollettini medici del Segretario Generale.

Papa Francesco, come tanti suoi predecessori, non mi sembra un dittatore. Perché allora il suo staff continua negare il cancro? Se in realtà non ce l’ha, stanno sprecando una ottima occasione di parlare di una «miracolosa guarigione» dovuta a una vita giusta dal punto di vista cattolico. Se ce l’ha, avrebbero potuto presentarci un uomo che non molla il proprio gregge nonostante tutte le sofferenze.

Insomma, la propaganda vaticana non è più quella di una volta.

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