È strano constatarlo (oppure non è strano? per ora non trovo una parola più adatta), ma per ora la situazione è la seguente: non hanno avuto paura di uccidere Alexey Navalny, ma hanno ancora paura di ammetterlo e stanno facendo delle mosse del tutto illogiche finalizzate all’oscuramento della uccisione.
Per esempio: avrebbero potuto diffondere subito le registrazioni video degli aiuti medici (le carceri sono videosorvegliate al 100%), ma non lo hanno fatto nemmeno oscurando quelle parti della inquadratura che potrebbe «compromettere il regime di sicurezza del carcere».
Oppure: stanno ancora nascondendo il corpo di Navalny, mentre a noi arrivano le notizie dei movimenti strani nella zona del carcere. Se Navalny fosse morto per il semplice fatto della salute compromessa delle condizioni carcerarie realmente pesanti, non ci sarebbe stato alcun motivo di nascondere il suo corpo: l’autopsia eseguita da qualsiasi medico di qualsiasi Stato avrebbe mostrato le cause di morte definibili naturali.
Ma noi vediamo quegli spostamenti strani.
Per esempio: solitamente a Salekhard (una delle città vicine al carcere) arrivano solo due voli da Mosca al giorno, ma un tassista locale ha riferito ai giornalisti che due voli sono atterrati all’aeroporto di Salekhard fuori programma la sera del 17 febbraio. «Aerei di piccole dimensioni. Il primo jet è atterrato intorno alle 18, accolto da veicoli del Comitato Investigativo. Il secondo è arrivato un’ora e mezza dopo».
Allo stesso tempo, i giornalisti sono riusciti a ottenere (non si può dire come) le immagini dalle telecamere posizionate lungo la strada tra Labytnangi (il villaggio di Kharp, dove si trova il carcere, è a circa 35 chilometri a nord-ovest di questa città) e Salekhard. Come spiegano i giornalisti, in inverno queste due città, che si trovano sulle sponde opposte del fiume Ob, sono collegate da una traversata di ghiaccio e, se si esclude un elicottero, questa è l’unica via d’uscita dal carcere. Intorno alla mezzanotte tra il 16 e il 17 febbraio, un corteo di auto si è presentato alla traversata: era composto da due auto della polizia stradale – una in testa e una in coda – una berlina grigia con targa civile e un minibus UAZ-452 con due strisce verdi (in questo modo vengono segnati i veicoli del Servizio penitenziario federale). Il convoglio viaggiava molto più lentamente degli altri veicoli alla traversata e, dopo aver attraversato il fiume, si è diretto verso Salekhard.
Per ora si dice che il corpo si trovi in una camera mortuaria di Salekhard, ma non si capisce proprio quali manipolazioni intendono fare. Ma a questo punto possiamo sospettare il perché.
Il residuo della paura
(19 febbraio 2024)
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