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(22 settembre 2015)

Mi ero iscritto su Facebook nell’autunno del 2008 e all’epoca esso mi sembrava una agenda multi-funzionale da utilizzare per la raccolta dei miei contatti occidentali (soprattutto quelli italiani). Negli sette anni seguenti è cambiato ben poco nel mio rapporto con il suddetto sito, il principale cambiamento visibile sta nella pubblicizzazione massiccia del mio blog e del mio sito in generale. Tuttora continuo a considerare il proprio profilo come uno spazio privato, aperto al 100% solo per i pochi eletti. E, a quanto ne so io, non sono l’unico a comportarmi in questo modo. Anzi, conosco tantissime persone molto più riservate di me.

Mi mancano comunque le parole per descrivere quanto mi diano fastidio le persone sconosciute che mi mandano le richieste di amicizia senza nemmeno presentarsi. Ma pure coloro che mi «aggiungono» senza avermi mai parlato o solo salutato nella vita reale, piena di incontri più o meno regolari. Non posso mica scrivere a tutti i richiedenti qualcosa del tipo «scusa, potresti dirmi come fai a conoscermi dato che il tuo nome e la tua foto non mi dicono un cazzo?» Di conseguenza, declino tutte le richieste provenienti dagli sconosciuti. Gli amici e i conoscenti veri me li ricordo quasi tutti e so che sono educati.

Insomma, pur non essendo un personaggio pubblico famoso, ho aggiunto il buttone «Segui» al mio profilo su Facebook. Ora gli sconosciuti non hanno più scuse: se vogliono leggere regolarmente quello che scrivo, sanno dove cliccare.

Vi faccio notare, infine, che è totalmente inutile aggiungermi tra gli amici su Facebook solo per andarmi un messaggio privato. Per le comunicazioni private esiste l’email, il mio indirizzo è pubblico da anni.

P.S.: ricordatevi che i messaggi privati di Facebook inviati agli non-amici spesso finiscono in una cartella semi-nascosta, quindi rischiano di rimanere non letti per mesi o addirittura anni.

Rubriche: Internet

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