Il grande difetto italiano

(2 settembre 2015)

Ritengo che l’EXPO2015 di Milano dedicato al cibo sia l’occasione più che buona per parlare di un gravissimo problema italiano. Si tratta di un problema che crea dei grandi disaggi alle persone che visitano l’Italia per dei motivi lavorativi e turistici, influendo quindi negativamente sull’immagine dell’Italia stessa. Eppure, non c’è alcun motivo razionale di mantenere in vita il problema in questione.

Porco Gargantua! Perché i ristoranti italiani sono aperti solo nelle ore di pranzo e di cena tradizionalmente italiani?! Perché nelle altre ore sono chiuse le cucine e, spesso, addirittura le sale? Vi informo che si tratta di una cosa che, derisa da tutto il mondo, si manifesta solo in Italia.

Eppure ogni anno l’Italia è visitata da milioni di persone abituate a mangiare nelle ore inconsuete per un italiano. Per esempio, gli inglesi pranzano tardi e gli spagnoli non si mettono a cena prima delle 21. E poi, un turista che sta in piedi dalla mattina alla sera non può affamarsi prima del previsto? Un lavoratore venuto da una città lontana migliaia di chilometri non può fermarsi un po’ di più al lavoro?

Sembra che i ristoratori italiani abbiano paura di avere i propri locali pieni tutto il giorno e, di conseguenza, guadagnare troppo. Però sono i primi a lamentarsi della «crisi» che danneggia le loro attività.

Capisco la loro volontà di risparmiare sugli stipendi dei cuochi e dei camerieri facendoli lavorare poche ore al giorno. Dovrebbero capire, però, che quegli stipendi potrebbero diventare dei vantaggiosi investimenti.

N.B.: naturalmente, non sto parlando di quei pochi locali creati apposta per i ricchi turisti dove è possibile ordinare una pizza anche di mattina.

Rubriche: Italia

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