A volte mi diverto tantissimo a leggere anche le statistiche più semplici. Per esempio: ieri il viceministro dello sport russo Aleksei Morozov ha dichiarato che «oltre cento sportivi russi hanno deciso partecipare alle gare sotto la bandiera di qualche altro Stato». Alcuni giornalisti si sono prontamente ricordati di avere calcolato già a luglio 2023 che quegli sportivi erano almeno 204. E altri giornalisti hanno precisato che dell’ultimo numero riportato 141 sono in realtà i giocatori a scacchi.
Non ho mai capito perché gli scacchi vengano classificati come uno sport, ma ora non importa.
La cosa più importante da sottolineare è: la statistica appena citata si è rivelata una enorme pubblicità-al-contrario dello sport. Infatti, il suo riassunto in parole sarebbe: chi lavora con la testa scappa più facilmente dallo Stato-aggressore, mentre chi lavora con le altre parti del corpo tende a rimanerci.
La quantità e la qualità
(7 settembre 2023)
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