Solo ieri sera e quasi per caso ho scoperto che il 14 agosto il Ministro della «Difesa» russo Sergey Shoigu ha raggiunto un nuovo livello della vita alternativa in cui vive. Anzi: vivono, dato che certe decisioni non le prende certo lui.
Il fatto è che Sergei Shoigu e Tin Kung San (il suo omologo del Myanmar) hanno inaugurato — presso il «Viale degli Alleati» nel territorio del complesso museale e templare del Ministero della «Difesa» russo — il monumento ai Combattenti del Myanmar, dedicato alla partecipazione del Myanmar alla Seconda Guerra Mondiale. Durante la cerimonia Shoigu ha dichiarato: «Più di 70 anni fa, i patrioti combattenti hanno difeso l’integrità territoriale della Birmania e il suo patrimonio culturale nella lotta contro il regime di occupazione del Giappone». E poi ha aggiunto che preservare la verità storica sul contributo dei due Paesi alla sconfitta del nazismo è un dovere sacro.
Ma anche le persone poco esperte nella storia dell’Asia hanno la possibilità di scoprire — facilmente — che il Myanmar (ai tempi ancora Birmania) aveva partecipato alla Seconda guerra mondiale dalla parte di Hitler. Aveva combattuto contro la Gran Bretagna. E solo alla fine del marzo 1945 aveva dichiarato guerra al Giappone, mentre i giapponesi si stavano già ritirando sotto l’assalto delle truppe britanniche. Mentre tutta la «guerra d’indipendenza» si era limitata nel fatto che il Giappone stesso aveva dato l’indipendenza alla Birmania.
Shoigu può dire qualsiasi cosa, ma noi vediamo che ha indovinato perfettamente l’alleato dello Stato russo contemporaneo.
L’alleato
(18 agosto 2023)
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