Ancora carri armati per l’Ucraina

(9 agosto 2023)

Non escludo che le prime puntate della notizia vi siano capitate già tempo fa, ma io l’ho scoperta solo ieri sera.
Alcuni anni fa l’esercito belga aveva smesso di utilizzare 50 carri armati Leopard 1 e li aveva accantonati in un deposito nella città di Tournay. Lo Stato belga non aveva l’intenzione di consegnare quei carri armati all’Ucraina perché la loro (ri)messa in servizio si era rivelata troppo costosa. I 50 carri erano stati venduti alla azienda OIP Systems a 15 mila euro l’uno (appena 750.000 euro per 50 carri armati? niente male!) e poi rivenduti a uno Stato anonimo che li sta riparando e attrezzando con le armi più moderne. I primi esemplari già pronti stanno per partire verso l’Ucraina via Germania e Italia…
N.B.: prendete la lista dei principali produttori delle armi al mondo e provate a immaginare chi di loro possa inviare i carri via Germania e Italia; ricordatevi che per ora solo la Germania, il Danimarca e i Paesi Bassi hanno annunciato che consegneranno all’Ucraina i carri armati Leopard 1 acquistati dall’industria.
Ma la cosa più curiosa è che Business AM scrive che il Belgio avrebbe venduto i carri armati a un prezzo così basso perché l’esercito belga non aveva abbastanza hangar per ospitare le attrezzature dismesse (quindi i carri armati sono stati venduti a prezzi di dumping). Direi che è un ottimo modo di aiutare a costo zero l’Ucraina che combatte. E quando scrivo «a costo zero», non intendo assolutamente di fare una critica, anzi: con un po’ di fantasia – anche quando è mascherata da qualche giustificazione strana, probabilmente indirizzata ai contribuenti nazionali – tutti gli Stati possono dare il loro utile aiuto. Basta che ne trovino la voglia.

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