Leggo che solo in Finlandia 1109 cittadini russi hanno chiesto asilo per paura di essere arruolati nell’esercito russo ed essere mandati alla guerra in Ucraina. Il Servizio Immigrazione finlandese ha dichiarato al media Yle che le autorità non possono concedere loro lo status di rifugiato senza una posizione dell’UE sulla questione.
Purtroppo, tale notizia è un nuovo motivo per ricordare quanto sia stupida la politica europea di oggi nei confronti dei comuni cittadini russi. In sostanza, viene ripetuto lo stesso errore che era già stato commesso ai tempi del Terzo Reich, quando i comuni tedeschi in disaccordo con la politica del proprio regime erano spesso di fatto costretti rimanere in (o tornare in) Germania a causa dell’impossibilità di stabilizzarsi — con le condizioni di vita normali — in altri Stati europei. I russi di oggi, come i tedeschi di 80+ anni fa, sono spesso costretti a tornare «da Putin» solo per avere una casa, una assistenza medica, una possibilità di lavorare etc. etc. Ma tornando contribuiscono, anche involontariamente, al prolungamento della sopravvivenza della economia di guerra russa. Mentre i politici europei, ottenendo la vittoria facile contro un nemico immaginario, contribuiscono alla continuazione della guerra. E dimostrano di non conoscere la propria storia.
Posso capire una politica del genere da parte della Ucraina: in essa c’è una forte componente emotiva e la paura delle infiltrazioni pericolose. La politica europea in materia, invece, è per nulla razionale: possono essere inventati diversi strumenti per il controllo della «qualità», del grado di rapporto con lo Stato russo e della posizione sulla guerra delle persone in ingresso.
Ma non so proprio in quale modo diplomatico (in tutti i sensi del termine) spiegarlo ai vertici europei…
I rifugiati russi
(19 maggio 2023)
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