Nel corso delle ultime due settimane mi capitato di (ri)ascoltare – per un motivo triste – diverse canzoni occidentali dedicate a Mikhail Gorbachev. In tal modo mi sono ricordato di alcuni esempi notevoli del trash epocale (come, per esempio, la canzone «Tovarish Gorbachev» dei Midnight Moscow pubblicata nel 1987 o la canzone «Clap Your Hands (Michael Gorbachev)» del 1988 di Eva Csepregi). Ma, allo stesso tempo, mi sono ricordato anche di alcuni brani relativamente ascoltabili. Quindi provo a riportare due esempi di questi ultimi nel post musicale di oggi.
Inizierei con il gruppo The Shamen, che ha incluso il brano «In Gorbachev We Trust» nel proprio album omonimo del 1989. Sovrapponendo i ritmi ai filmati dei telegiornali, gli indie-rockers scozzesi hanno suggerito di vedere il leader sovietico come un guru spirituale il cui messaggio porta «giovinezza e libertà», mentre la sua comparsa sulla scena politica come il secondo avvento.
E poi aggiungerei il popolare video musicale/comico «Rock the Wall – Gorby 2» di Ronald Knapp (il vincitore del concorso americano per i sosia di Gorbaciov, che ha recitato con successo il Segretario Generale in programmi televisivi e cerimonie). Faccio notare che il video è stato realizzato nel 1987: due anni prima del crollo del muro di Berlino.
Bene, il post di oggi è stato più storico che musicale, ma abbiamo comunque ripassato un po’ di storia culturale del XX secolo.
La musica del sabato
(17 settembre 2022)
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