Ormai sapete già che ieri sera è morto Mikhail Gorbachev. Aveva 91 anni e da oltre tre anni aveva dei problemi seri di salute, quindi, purtroppo, la sua morte non è una sorpresa. È «solo» un fatto infinitamente triste.
Mikhail Gorbachev è stato un personaggio incredibile, quasi unico nella storia. Era nato, aveva studiato e si era professionalmente e politicamente formato in un sistema inizialmente totalitario, poi semplicemente ipocrita e stagnante. Un sistema che attraverso l’ideologia statale dichiarava di essere orientato al progresso sociale, ma sulla pratica avente per l’obiettivo solo il mantenimento del potere di un gruppo limitato di persone. Un sistema che ai comuni cittadini sembrava disperatamente eterno. Non importa, almeno in questa sede, se l’ideologia comunista possa essere «realizzata» in pratica. L’importante è che Mikhail Gorbachev era arrivato a diventare il capo del suddetto sistema antiumano, si era guardato attorno e aveva deciso di tentare a riformarlo. Aveva preso delle decisioni spesso giustamente criticabili e degli errori, ma lo Stato aveva iniziato a cambiare, lentamente, in meglio. La gente aveva iniziato a percepire un certo clima di libertà e di vero progresso…
Nell’agosto del 1991 un gruppo di alti funzionari sovietici – anziani e molto attaccati al vecchio sistema statale che garantiva a loro il potere eterno e il benessere esclusivo – avevano tentato un colpo di Stato: avevano istituito una entità nota in Italia con il nome di «Comitato statale per lo stato di emergenza in Unione Sovietica», avevano bloccato Gorbachev nella sua dacia a Foros (in Crimea) e tentato di bloccare il governatore della regione di Mosca Eltsin fuori città. Proprio in quel momento molti moscoviti hanno immaginato il ritorno all’URSS del modello pre-Gorbachev, si sono terrificati dalla sola idea e hanno apertamente manifestato la propria risposta: «col cazzo».
Proprio dopo il fallimento del colpo di Stato del 1991 l’URSS aveva iniziato a cadere a pezzi. Gorbachev – figlio del sistema di cui sopra – non aveva fatto alcun tentativo di aggrapparsi al potere e si era dimesso, lasciando la strada alle persone più giovani, più attive, istruite e moderne. Lo ha fatto volontariamente, all’età di soli 60 anni, dopo soli 6 anni passati al potere in uno enorme Stato non democratico. Mi sapete indicare un altro personaggio del genere nella storia del XX secolo? Potreste anche provare ad andare a vivere in una autocisterna e andare in giro con lo schermo del telefono illuminato al massimo: tanto non ci riuscite comunque.
Io, intanto, posso comunicarvi che nella storia ultramillenaria della Russia ci sono stati solo due leader – sempre in conflitto tra loro – che nelle epoche del proprio massimo potere non avevano sfruttato la possibilità di arrestare o uccidere qualsiasi persona (anche l’un l’altro) anche per la sola critica verbale del proprio operato: Gorbachev e Eltsin. Purtroppo, ora sono morti entrambi.
Uno di loro due, Mikhail Gorbachev, se ne è andato assieme, quasi in contemporanea, con una delle sue conquiste più importanti, ma mai apprezzate – forse anche non notate – dalla gente un po’ di tutto il mondo: lo scioglimento pacifico dell’URSS. Infatti, la guerra che stiamo osservando da oltre sei mesi è una delle convulsioni finali di un impero che avremmo potuto vedere già trent’anni fa. Ma, a differenza di molti altri scioglimenti che conosciamo bene, quello dell’URSS almeno ai tempi di Gorbachev non si era trasformato in una guerra.
R.I.P. Mikhail Gorbachev
Mikhail Gorbachev
(31 agosto 2022)
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