L’Amnesty International è conosciuta da anni prevalentemente per due cose: 1) per la difesa dei vari terroristi e personaggi molto dubbi; 2) per la «misteriosa» incapacità di vedere le vere violazioni dei diritti umani. In aggiunta, da qualche tempo sospettavo fortemente che fosse pure sponsorizzata dal regime politico russo attuale: perché difende la fonte della propaganda statale russa Assange, perché si è rifiutata di riconoscere Navalny come un prigioniero politico, perché diffonde un rapporto pieno di omissioni e di falsità sulla guerra in Ucraina che si rivela un regalo grandissimo alla propaganda russa.
Ecco, mi sembra che con l’ultimo dettaglio sia stato oltrepassato l’ultimo confine del tollerabile. Da ora ogni citazione, ogni riferimento alla attività dell’Amnesty International dovrebbe essere considerata, nonostante tutto, come una presa di posizione e non semplicemente come una manifestazione del cattivo gusto (o della incapacità di analizzare le informazioni ricevute). Fortunatamente, per ora sto riuscendo a eliminare dalla mia vita tutte quelle persone che ignorano, giustificano e/o appoggiano l’aggressione putiniana in Ucraina. Ma non smetterò di aspettare l’occasione per scoprire quanto è costato l’acquisto dell’Amnesty International (milioni? decine di milioni?). Non escludo di riuscire a scoprirlo abbastanza presto.
Dimmi chi ascolti…
(8 agosto 2022)
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