Vadim Bakatin

(2 Agosto 2022)

Ieri è morto, all’età di 85 anni, l’ultimo direttore della KGB Vadim Bakatin.
Sarebbe bello esercitarsi nelle fantasie su come potessero andate molte cose della storia se un certo Putin non si fosse licenziato nove giorni prima della nomina di Bakatin alla direzione, ma ora è totalmente inutile. Quindi ora posso solo dispiacermi per fatto che l’impegno di Bakatin nella riforma della KGB non abbia evitato la reincarnazione di quest’ultima con il nome del FSB. Evidentemente, certe malformazioni sul corpo della società possono essere solo eliminate, ma non curate.
Eppure, l’idea di Bakatin era quella di non lasciare lo Stato senza un sistema di sicurezza funzionante, ma seguire sette principi nella riforma della KGB:
1. La disintegrazione. Frammentazione del KGB in una serie di agenzie indipendenti che si sarebbero controbilanciate e sarebbero state in concorrenza tra loro.
2. Il decentramento. Concessione della piena indipendenza alle agenzie di sicurezza delle repubbliche dell’URSS, con il lavoro coordinato delle strutture inter-repubblicane.
3. Il rispetto dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà.
4. La deideologizzazione della struttura.
5. L’efficacia. Concentrarsi sull’influenza criminale esterna sugli affari interni, combattere il crimine organizzato come minaccia alla sicurezza nazionale.
6. Più trasparenza possibile. La società civile deve comprendere e sostenere gli obiettivi dei servizi di sicurezza.
7. Non danneggiare la sicurezza del Paese.
Il tentativo non ha funzionato. Ma qualcuno doveva almeno provarci.

Rubriche: Russia

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