Per puro caso, subito dopo la fine della manutenzione ordinaria dei meccanismi del «Nord stream 1» la Gazprom si accorta del guasto (o della necessità di manutenzione periodica? boh… ho letto entrambe le versioni) di un’altra turbina della Siemens. E, di conseguenza, ha ridotto la capacità del gasdotto diretto in Europa fino al 20% della capacità regolare.
Questo fatto, sicuramente casuale e totalmente indipendente dalla situazione internazionale corrente, può essere visto da due punti di vista: quello politico e quello economico (anche se la differenza tra i due è, in realtà, molto sottile). Dal punto di vista politico, Vladimir Putin si dimostra ancora una volta più un tattico che uno stratega. Effettivamente, con il gioco della fornitura ridotta del gas riesce a creare dei problemi seri all’Europa. E noi sappiamo benissimo che si tratta di un ricatto: l’industria europea inizia ad avere dei problemi già ora e l’inverno è sempre più vicino. Allo stesso tempo, sappiamo che fino a ora Putin ha vinto con tutti i suoi ricatti molto prima di portarli al termine. Ma se l’Europa non dovesse cedere (infatti, non intende farlo) al ricatto in questa fase e si dimostrasse determinata nel volere trovare delle fonti alternative del gas? Ci vorrà del tempo e si dovrà attraversare un periodo difficile, ma è una impresa tecnicamente possibile…
Ecco, a questo punto passiamo all’aspetto più economico che politico. Perché per il volere di Putin la Gazprom si sta trasformando velocemente già ora in un fornitore del gas inaffidabile. Questo fatto costituisce, per l’Europa, una motivazione ulteriore per cercare dei fornitori alternativi. Di conseguenza, anche se la guerra in Ucraina dovesse finire stasera, l’Europa sarà comunque interessata a porre fine alla dipendenza dal gas russo. Mentre la Gazprom perderà, alla fine, circa 2/3 delle proprie entrate (derivanti dalle forniture all’Europa) e dovrà rispondere in tribunale per i vecchi contratti non rispettati.
Evidentemente, Putin non ci pensa proprio alle conseguenze così lontane dei propri ricatti. Non sappiamo neanche se arriverà a vederle con i propri occhi… Ma noi faremo in tempo a vederle.
P.S.: so benissimo che pure in Europa ci sono delle persone alle quali piacciono i ricatti putiniani. Vorrebbero cedere a quello attuale per riceverne qualcuno altro in futuro.
P.P.S. per tutti coloro che indicano la Cina (e forse l’India) come la soluzione di tutti i problemi della Russia: i gasdotti russi che vanno verso l’Oriente sono già pieni, mentre per costruire quelli aggiuntivi ci vogliono tempo, soldi e tecnologie bloccate dalle sanzioni. Inoltre, la Cina fisicamente non ha bisogno di tutto il gas russo (e non vorrà certo rivenderlo per essere colpita a sua volta dalle sanzioni). E poi, sul mercato vale sempre una regola banale e vecchia come il mondo: se il venditore ha un noto bisogno di vendere velocemente, gli acquirenti iniziano a pretendere degli sconti più o meno consistenti.
Il ricatto del gas
(26 Luglio 2022)
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