Questa settimana in Russia è nata una nuova barzelletta (o, se preferite, una meme): «i russi sono tanto duri da indagare sui propri omicidi».
L’origine della frase potrebbe essere già nota a coloro che si informano, almeno in qualche modo, della politica russa. Infatti, l’organizzazione investigativa FBK dell’oppositore Aleksej Navalny (quindi anche egli stesso), il portale investigativo russo online The Insider, il Bellingcat, la CNN e Der Spiegel hanno condotto le indagini sull’avvelenamento di Navalny di agosto (finalmente posso riprendere seriamente l’argomento) e sono giunti alla conclusione che il politico sia stato seguito, con l’intensità variabile dalla FSB a partire dal 2017. Ma, la cosa più importante, hanno stabilito i nomi di tutti i componenti della squadra degli agenti, i loro ruoli e mansioni, i loro spostamenti e alcune loro azioni, i nomi di quei tre di loro che hanno materialmente eseguito l’avvelenamento.
Ora non tento di riassumervi il risultato delle indagini ma consiglio, a tutti gli interessati, di leggere la fonte diretta. Per tutti coloro che, per qualche motivo, non vogliono uscire di casa sarà un bel passatempo per questo finesettimana.
Devo, invece, aggiungere un mio commento banale ma necessario. In un primo momento qualcuno potrebbe obiettare che, nelle condizioni normali, la pubblicazione di una indagine del genere (con i nomi e le accuse concreti) avrebbe avuto delle conseguenze legali sgradevoli per gli autori e per la vittima avvelenamento. Ma, purtroppo, non ci troviamo in una situazione normale. Prima di tutto, in una situazione normale nessuno sarebbe mai stato avvelenato da una arma chimica vietata, teoricamente distrutta anni fa e, in ogni caso, accessibile solo agli agenti statali. In secondo luogo, una indagine del genere non avrebbe avuto senso se lo Stato (sì, quello russo) avrebbe manifestato l’intenzione di svolgere le indagini ufficiali, credibili e con degli esiti che potremmo definire normali. In terzo luogo, una indagine del genere non avrebbe avuto la necessità di essere svolta in presenza di un sistema giudiziario indipendente e ben funzionante.
Ma, purtroppo, non ci troviamo in una situazione normale.
Navalny accusa
(19 dicembre 2020)
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