L’avvelenamento di Navalny

(25 agosto 2020)

Ho sempre dubitato della opportunità di scrivere sulle questioni puramente interne russe, ma, relativamente spesso, i mass media e i social network occidentali mi suggeriscono che ci sarebbe un certo interesse verso alcune questioni…
Questa volta il punto di partenza è noto a molti: la mattina del 20 agosto l’oppositore russo Aleksej Navalny, mentre era sul volo di ritorno da Tomsk verso Mosca, si è sentito molto male. L’aereo ha dunque fatto un atterraggio a Omsk per permettere il ricovero di Navalny in reanimazione di un ospedale locale.
Ecco, a questo punto andrebbero precisati alcuni aspetti importanti.
Aleksej Navalny poteva essere stato avvelenato intenzionalmente? Sì, poteva.
Su mandato di chi poteva essere stato avvelenato Aleksej Navalny? Su mandato di qualche noto politico o grosso imprenditore vicino a quel noto politico.
Perché Aleksej Navalny è stato avvelenato proprio ora? Per due motivi strettamente connessi tra loro. Il primo motivo: il 13 settembre in molte zone della Russia (regioni, province e città) si vota alle elezioni amministrative (il viaggio di Navalny in Siberia aveva per l’obiettivo la preparazione del suo network politico proprio a quelle elezioni). Il secondo motivo: un noto politico russo e la sua squadra hanno molta paura dello «scenario bielorusso», quindi delle forti manifestazioni popolari in seguito alle nuove truffe elettorali (è noto che Navalny sa percepire e sfruttare molti sentimenti popolari, quindi anche l’ammirazione verso il coraggio di un popolo geograficamente vicino e culturalmente abbastanza simile).
I timori del noto politico e della sua squadra sono giustificati? Sì, ma solo fino a un certo punto. Infatti, non si sono ancora resi conto del fatto che le proteste bielorusse non hanno per l’obiettivo la difesa di un concreto candidato di opposizione. Quelle proteste nascono dalla insoddisfazione accumulata nei decenni per la permanenza e l’operato della stessa persona al potere. Di conseguenza, quelle proteste non hanno un leader e non ne hanno nemmeno bisogno. L’umore politico della popolazione attiva russa è molto simile, quindi l’eliminazione di Aleksej Navalny peggiora e non migliora il clima di «pace e tranquillità».
Il noto politico e la sua squadra avevano l’intenzione di uccidere Aleksej Navalny? Non penso. Ci sono dei modi molto più efficaci di uccidere una persona indesiderata: vi rimando, per esempio, alla uccisione di Boris Nemtsov (nel caso della quale, ricordo, le «indagini» si sono fermate alla condanna degli esecutori scelti apparentemente quasi a caso). Mentre Aleksej Navalny e le persone vicine a lui andavano spaventate fortemente, molo fortemente. L’eventuale morte di Navalny avrebbe costituito solo un effetto collaterale verso il quale la classe dirigente attuale avrebbe provato una totale indifferenza: la vita delle persone non appartenenti alla cerchia non vale.
Perché per molte ore è stato ostacolato l’ingresso della moglie di Aleksej Navalny nell’ospedale di Omsk? Non è solo una questione di un ordine arrivato da Mosca o di una grave insensibilità dei medici dell’ospedale. Purtroppo, è anche una applicazione letterale di una legge federale russa del 2011. In base a quella legge, in sostanza, ogni paziente è la «proprietà» dell’ospedale. Per esempio, la moglie (o il marito) non è considerata una parente, ma solo un membro di famiglia: «per default» non può accedere. Mentre per una qualsiasi azione del personale medico e amministrativo dell’ospedale è necessario il consenso diretto ed esplicito del paziente; se tale consenso non può essere espresso, decide il personale di cui sopra. A meno che non ci sia una delega scritta firmata precedentemente dal paziente. Tale legge, però, merita un commento serio a parte.
Perché per molte ore i medici e i dirigenti dell’ospedale di Omsk si sono opposti al trasferimento di Navalny nella clinica tedesca attrezzata decisamente meglio? Per ora è possibile rispondere solo con una ipotesi: perché sono stati obbligati a farlo. Infatti, nella medicina contemporanea non esiste più il concetto del «paziente non trasportabile». E poi, c’è chi ipotizza che il rinvio del consenso al trasferimento di Navalny sia stato dettato dalla necessità di aspettare la decomposizione di alcune sostanze nel suo organismo.
Perché per molte ore i medici e i dirigenti dell’ospedale di Omsk si sono rifiutati di diffondere qualche notizia sullo stato di salute di Aleksej Navalny e, eventualmente, sulle cause delle sue condizioni? Perché hanno diffuso dei comunicati spesso strani e contraddittori? Si riveda l’inizio della risposta precedente.
È corretto accusare direttamente il noto politico? E che c…, nominiamolo pure per nome: Vladimir Putin. Sì, possiamo accusarlo. Poteva anche non essere stato lui ad alzare la cornetta e dire: «Raga, domani avvelenate quel tipo che mi ha rotto!» Però ha creato e coltivato per oltre vent’anni un sistema dove gli avvelenamenti del genere – e non solo – accadono con una certa frequenza.

Sottolineo, infine, che il reale grado di popolarità di Aleksej Navalny in Russia non è l’argomento del presente post. Ricordo solo che è uno degli oppositori più noti e discussi.

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