Il venerdì scorso avevo scritto del programma cinese volto a introdurre l’uso obbligatorio totale del hardware e del software nazionali per tutti i lavori svolti per conto dello Stato.
Da oltre un anno anche in Russia si discute di un provvedimento del genere, ma non si è ancora arrivati a un obbligo totale e sistematico, nemmeno sulla carta. Il 21 dicembre 2019 è stato firmato l’ultimo, dal punto di vista cronologico, provvedimento in materia: l’ordinanza del Governo firmata dall’ex premier Dmitry Medvedev. L’atto introduce un divieto di durata biennale per l’acquisto dei sistemi di archiviazione di dati di produzione straniera destinati a coprire le necessità statali e municipali.
Dal punto di vista teorico, sono sempre stato contrario alle misure del genere per almeno due motivi:
1) il protezionismo non ha mai aiutato, da nessuna parte del mondo, a sviluppare dei prodotti o servizi di qualità elevata;
2) i monopolisti nazionali – figli del protezionismo – alzeranno in modo ingiustificato i prezzi, dando anche spazio alle situazioni di corruzione.
La realtà russa, però, è come al solito ancora più interessante. Oggi vi propongo due esempi concreti interessanti.
Iniziamo dalla azienda moscovita Mayak che produce delle «soluzioni per i network». Vediamo la scatola nella quale viene imballato e venduto il loro switch HW-AMUR-CE-68…
… e proviamo a staccare l’etichetta:
Mah… spero che almeno l’etichetta sia di produzione russa. Ma proviamo a vedere qualche altro prodotto del Mayak, per esempio questo:
Cosa potrebbe ricordarci? Probabilmente questo:
E ora passiamo al secondo esempio, ancora più interessante: l’azienda Bulat. Lo slogan ufficiale della azienda promette le qualità e funzionalità di livello corrispondente a quello dei produttori-leader mondiali.
Prendiamo dunque un prodotto del Bulat, lo switch BK-P6820:
Facciamo un altro piccolo atto vandalico e stacchiamo l’adesivo con il nome della azienda dallo switch stesso. Mi sa tanto che il nome della azienda-leader mondiale sia stato raschiato con uno strumento di produzione russa…
Il nome reale del produttore è stato raschiato anche sul pannello posteriore. Ma il nome del modello, però, è stato dimenticato al suo posto:
Proprio grazie a questa dimenticanza siamo ora in grado di svelare, senza alcun dubbio, il nome del leader mondiale.
Direi che la creazione dell’industria nazionale debba iniziare almeno dalla qualità del renaming.
Rubriche: Elettronica, Russia
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