Come avrete probabilmente già letto, in un liceo di Piacenza è stato tecnicamente realizzato il blocco dei telefoni nelle ore di lezione.
Non so se tutti si sono resi conto della gravità del segnale. Non so se tutti hanno capito cosa nasconde questa disperata azione di forza. In sostanza, per la prima volta in Italia un intero corpo dei docenti ha ammesso pubblicamente di essere più noioso di un fottuto apparecchio elettronico. Ha ammesso di avere perso la concorrenza. Ha ammesso di non saper offrire ai propri studenti nulla di meglio, coinvolgente e interessante. Ha ammesso di essere professionalmente inadeguato.
Che tristezza…
Io, se fossi il genitore di uno dei ragazzi, avrei già provveduto di trasferire il proprio figlio in una scuola migliore. Ma per fortuna non ho più le preoccupazioni di questo genere.
Per la maggior parte degli anni nei quali è trascorsa la mia vita scolastica, il cellulare era uno dei simboli dell’imprenditore di successo. Di conseguenza, io e i miei compagni non avevano quel genere di distrazione. Durante le lezioni noiose ci scrivevamo dei bigliettini stupidi o giocavamo a scacchi sotto il banco. È questa la vita reale.
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